PUOI FARMI UN FAVORE?

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Era da una vita che Enzo non metteva piede in quel centro commerciale. Forse l'ultima volta era stata il Natale precedente, quando lui e Catia avevano comprato i regali per le loro famiglie, ma a pensarci bene quell'anno avevano preso tutto su Amazon. Allora quando era stata l'ultima volta?

Era diverso da come lo ricordava. Il McDonald's vicino all'ingresso si era espanso ed aveva aggiunto un McCafé, i negozi di abbigliamento erano cambiati, le insegne non gli erano familiari. Enzo si affidò alle indicazioni di una mappa per scoprire dov'era il Lolita e dovette attraversare mezzo centro commerciale, ma alla fine lo trovò. E trovò subito anche la sua coinquilina.

Olivia era in vetrina. Una collega stava sistemando le parrucche dei manichini, mentre lei scollava delle vecchie scritte e puliva il vetro dai rimasugli di colla. Doveva essere imbarazzante lavorare con la gente che le passava davanti, ma lei era stoica come sempre. E sembrava ancora più vera del solito, se si faceva il confronto con le modelle del cartellone pubblicitario che aveva alle spalle.

Era così impegnata ad ignorare chiunque che si spaventò quando Enzo bussò alla vetrina. Credeva fosse un cretino in vena di stupidaggini e quando lo riconobbe rimase sorpresa. Enzo le chiese a gesti se poteva entrare in negozio e lei era confusa, ma annuì.

Qualche minuto dopo, Olivia tornò in negozio. Vide che Enzo stava ciondolando fra i vari reparti senza sapere che fare e gli fece segno di seguirla fino ai camerini. Olivia aprì per bene le tende dietro alla quale non c'era nessuno e raccolse i vestiti abbandonati, poi li portò al bancone e cominciò a piegarli. Enzo appoggiò a terra la sua valigetta da professore e si mise a piegarli insieme a lei. Olivia gli lanciò un'occhiata storta e lui si interruppe immediatamente. Mise la mani in tasca.

«Allora?» chiese Olivia, senza smettere di lavorare. «Sei rimasto chiuso fuori casa? Hai bisogno delle mie chiavi?»

«Non proprio. Ti volevo chiedere un favore.» Enzo si dondolò sui talloni, ma alla fine sputò il rospo. «Questa sera non lavori, giusto?»

«Giusto.»

«Mi potresti dare un passaggio?»

«Non ho un'auto. E nemmeno la bici.»

«Potresti guidare la mia.»

«La tua bici?»

«La mia auto. La tengo a casa di mia madre.»

Olivia inarcò le sopracciglia.

«Dovrei portarti in giro con la tua auto?»

«Sì.»

«Io guido e tu fai il passeggero?»

«Sì.»

«Enzo, non è per qualcosa, ma perché non prendi un taxi?»

Una cliente arrivò ai camerini ed Olivia la invitò ad entrare. Quando tornò a fronteggiare Enzo con l'aria di chi stava per congedarlo entro dieci secondi, lui capì che doveva vuotare il sacco.

«Mia moglie ha organizzato una cena per farmi conoscere il suo nuovo compagno. Vorrei che tu venissi con me per fingerti la mia ragazza.»

Gli occhi di Olivia diventarono tondi.

«Cosa?»

«Lo so che è un favore enorme, ma sarebbe solo per questa sera. Non devi fare o dire nulla, basta che ti siedi vicino a me e fingi di trovarmi simpatico. Posso pagare la tua parte di affitto del prossimo mese, se vuoi.»

«Ti ho detto che non sono una-»

Olivia non poteva alzare la voce in negozio. Si prese un attimo per controllarsi, poi parlò con un tono basso, ma irremovibile.

I LOVE YOU, OLIVIAWhere stories live. Discover now