SOLTANTO IO, SOLTANTO TU

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Nel caso, Olivia avrebbe preferito un posticino tranquillo. Tipo la Liguria. Niente movida, niente catene di negozi, solo tanti turisti stranieri che mangiavano tre gelati al giorno e gli spettacolini in piazza una volta a settimana.

Era probabile che al B&B li avrebbero scambiati per una coppia. Enzo ci avrebbe scherzato sopra, dicendo che era la loro condanna. Olivia avrebbe riso con lui, ma a lungo andare il suo buonumore si sarebbe guastato ed Enzo se ne sarebbe accorto.

E così sarebbe arrivato il momento tanto temuto. Quello in cui tacere avrebbe peggiorato le cose più in fretta che parlare. La situazione poteva prendere pieghe diverse, ma dato che Olivia stava fantasticando scelse lo scenario impossibile.

Enzo avrebbe confessato di provare qualcosa per lei durante una passeggiata sul lungomare. Con lo sciabordio del mare in sottofondo. L'avrebbe fatta sedere su una panchina e le avrebbe preso entrambe le mani, poi avrebbe parlato forte e chiaro, ma con la paura nelle pupille di non essere ricambiato. Paura molto stupida, dato che doveva solo smettere di scusarsi e lasciar parlare Olivia per scoprire che le loro vite stavano per cambiare.

Sarebbero tornati a Modena come una coppia e tutti sarebbero stati felici per loro. Avrebbero scherzato sul prendere un appartamento più grande e lo avrebbero preso davvero. Avrebbero scherzato sull'idea di sposarsi e non avrebbero aspettato un anno intero.

Era proprio una bella fantasia, ma Olivia doveva ricominciare da capo. C'erano tre buchi di trama. Numero uno: non aveva contemplato l'esistenza di Riccardo. Numero due: lei non aveva soldi da buttare in una vacanza. Numero tre: aveva immaginato tutto come un'ipotesi, pensando al condizionale, ma in quel momento...

In quel momento aveva davvero voglia di chiudersi in bagno per fare una danza della gioia ed era terrorizzata.

«Olivia!» Enzo si voltò indietro. «Sei passata col rosso!»

«Eh?»

Olivia tornò in sé. Pestò il freno e mise d'istinto un braccio davanti ad Enzo per proteggerlo da eventuali urti, ma per fortuna non c'erano altre auto.

Non poteva credere di essere passata col rosso. Sfiorò Enzo con lo sguardo e si sentì strizzare tutta, per cui piantò gli occhi sulla strada e si obbligò a tenerli lì.

Quando arrivarono a casa, Enzo ed Olivia scaricarono dall'auto le borse piene di costumi, trucchi e oggetti rubati dal loro appartamento per lo spettacolo, oltre ai mazzi di fiori che avevano ricevuto, e si incamminarono verso il condominio.

«Mi dispiace tantissimo, Enzo. La pago io la multa.»

«Non ci pensare. Non è un problema.»

«Ero io alla guida.»

«Ma sono io che ti faccio guidare ogni volta che prendiamo l'auto. È tardi e tu hai appena gestito un saggio intero.»

«Almeno smezziamo. Ti prego. Non dormirò dai sensi di colpa.»

Enzo fece un gesto che voleva dire poi ne parliamo. Il che significava che non ne avrebbero parlato mai più, perché avrebbe pagato lui. Olivia protestò e gli tirò un braccio per farsi promettere che avrebbero smezzato la multa, ma si fermò quando si accorse che Enzo si era bloccato. Seguì il suo sguardo e la notte da fresca diventò gelida.

Catia Nocetti era in piedi davanti al portone del loro condominio. Teneva le mani in tasca ed il mento incassato nella sciarpona che aveva attorno al collo, ma non appena vide Enzo raddrizzò la schiena e gli fece un cenno. Enzo non rispose. Era trasognato, come se Catia potesse essere un'allucinazione.

«Catia? Che ci fai qui?»

«Ho fatto visita a tua madre. Mi ha dato l'indirizzo.»

«È successo qualcosa?»

Catia aprì la bocca, ma non rispose subito. Lanciò un'occhiata eloquente ad Olivia.

«Potresti lasciarci soli? Vorrei parlare con mio marito.»

Gli occhi di Enzo si illuminarono. Olivia mormorò un: «Certo», poi Catia si fece da parte per lasciarla entrare nel condominio e lei cercò le chiavi di casa.

«Lascia qui le borse pesanti» disse Enzo. «Le porto su io.»

«No, tranquillo. Tu... Tranquillo.»

Olivia augurò velocemente la buonanotte, poi si chiuse dietro il portone. Accese la luce, ma al posto di salire le scale appoggiò la schiena alla parete ed ascoltò le scuse di Catia.

«Vado dritta al punto, okay? Ho fatto uno sbaglio. Un enorme, stupidissimo, avventato, grosso sbaglio. Alessandro non è la persona che credevo. Non avevamo mai litigato, ma l'altro giorno è successo ed io... Enzo, tu sei così diverso. Sei così buono ed io ti ho trattato come una seconda scelta quando sei stato il marito migliore che io conosca. Migliore di quello delle mie amiche, delle mie colleghe, del gruppo di pilates...»

La luce della scala si spense ed Olivia si ritrovò al buio.

Catia era un fiume in piena, ma era chiaro come sarebbe andata a finire. Con un'ombra sul cuore che diventava più pesante ad ogni parola che sentiva, Olivia caricò le borse su una spalla e salì le scale senza accendere la luce.

Spazio Autore:

Siamo arrivati alla fine del terzultimo episodio. 

Nel giro di due mesi sarà finita anche questa storia. Non per me, dato che finalmente sto lavorando all'editing finale e avrò a che fare con Enzo ed Olivia ancora per molto tempo, ma per Wattpad sì. Ci ho messo così tanto tempo a tornare su questa piattaforma che devo ammettere di essere un po' triste. Chi mi segue da molto sa che ci metto anche un anno intero e più a scrivere una nuova storia... 

Ma è ancora presto per pensarci. Limitiamoci ad ascoltare Face in ripetizione ed essere felici haha 

(Sono in fissa con Face. Ma davvero tanto. Preferite Like Crazy o Set Me Free?)

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I LOVE YOU, OLIVIAWhere stories live. Discover now