La Corruzione di Frencyrian [Parte 3 - La Sylvie Ferita]

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Il librafono si dissolve come sabbia che accarezza onde marine.

Sylvie dovrebbe essere funesta, ma la specularità di se stessa le dona gaio e sicurezza: lo specchio è come se pronunciasse ricordi al posto del suo animo alacre.

Non era per nulla sicura di sé, invece, quando Vintrius le aveva proposto quel patto. Per quale assurda ragione un uomo, nonché guerriero tra i più temuti del mondo all'infuori di Frencyrian, avrebbe proprio scelto lei? Non aveva già tutte le più giunoniche guerriere ai suoi piedi?

In particolar modo, la tecnica segreta che le ha insegnato Ron, dopo duri allenamenti mentali e fisici; se la sua arma principale è davvero un bastone e i suoi poteri sono basati sul vento, costui dalla maschera mai levata non può apprenderla in maniera alcuna.

Il medesimo vestito di trenta tramonti fa aggrazia suadente il corpo diafano: sembra quasi narrare di emozioni represse, bramose di un risveglio e di una schiettezza sinora negata. In sua assenza, sostituita da tunica d'allenamento, quante cadute su soffice erba, quanti contatti con un legno sempre più celere di livore; quanti ritorni in stanza risanati dalle curatio ma poi avvinghiati da un Ron sempre più geloso.

I tacchi dieci, pendant con l'abito, battono il corridoio del gran palazzo come simbolica lotta contro il miglior alleato di Sylvie. Vuole fare chiarezza dei suoi sentimenti, vuole quasi ribellarsi a quell'incarico, capire se Ron deve essere relegato al passato e regredire a neutrale commilitone.

Vuole conquistare la carnalità del vento e plasmarlo sotto l'equilibrio della sua ferrea volontà! Anch'essa volontà della fida Shvinbrüer che penzola, sibilante, ad altezza vita; un patto vitale siglato da circa un estron... da una vita che non attende altro che fondersi all'arma che ha meglio respinto gli affondi.

Tornerà a essere Ron o si sostituirà ad essa Vintrius?

Il sibilo è il caos dinnanzi questa domanda, quando ormai Sylvie è nei pressi della stanza ove alloggia il guerriero.

Viene sorpresa da un brusio.

Svolta l'angolo del perlato corridoio, circonfuso da colonnine e archi rivestiti di polita placca biancastra, dalle onnipresenti luci ad intermittenza blu. Essi avviluppano gli eventuali passanti proprio come Sylvie è incuriosita dalla somiglianza della voce di lui.

I suoi occhi sfiorano una cascata di capelli lisci, biondi come il più lucente dei minerali minati nelle miniere d'infiniti estron or sono.

"La mia venuta è perché ho un triste nuntio¹, un pizzico fioco neanche deve passare prima che tu sappia".

Il soave sonetto ottenebra le sue sicurezze; s'aggriccia di stento alla retrostante parete. D'istinto vuole origliare, vuole arrischiare l'ennesimo dolore: il cuore come sfiorato da una lama... e si riapre la cicatrice.

"Eephrixia, non dovresti essere qui ma al fianco dell'amico infuocato. Vuoi mandare tutto al vento, per caso?" il tono di Vintrius è duro e stravolgente quanto ciò che ha risposto a...

La spadaccina viene tagliata da fili spinati del tempo.


Quella disinvolta deambulazione, quella presenza solenne fasciata da uno stretto e corto chitone... sembrava che il corridoio del palazzo fosse stato onorato della presenza di una dea.

"Ossequi, guerriera. Non vorrei essere impertinente, ma questa zona non è adibita alle spadaccine dell'esercito".

I lineamenti marcati di un attimo prima erano divenuti gentili e il sorriso donava lei rassomiglianze elfiche; quando invece era un'umana dei territori delle amazzoni, prescelta dalle forze superiori per essere la padrona del sole.

One Shot by Danielsonic87Where stories live. Discover now