Mi Presento: mi Chiamo Federica, Per gli Amici Rika

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Questa è la one-shot in versione integrale, che avrebbe dovuto partecipare al contest "Raccontiamoci" di MaryFigi, lasciata incompleta per lungo tempo a causa di problemi personali.

La regola di questa sfida consisteva nello scrivere, con al massimo 500 parole, una presentazione del personaggio


Disclaimer: La seguente one shot contiene linguaggio volutamente fumettistico, pertinente alla personalità e caratterizzazione del personaggio


È davanti lo schermo del PC, il quale riflette i suoi occhi acquamarina, limpidi come l'elemento che disseta ogni essere vivente, perché: "Oddio, dopo tuuutte le ore che sono stata al computer, non ho guardato l'orario e ho finito per lucidarmiii gli occhi involontariamente..."

Ha come una sensazione di riluttanza che la fa sobbalzare dalla sedia in pelle, al punto da simulare una goffa danza, composta da braccia lestamente sollevate e apertura di esili mani, sino a quasi la slogatura.

"... Sembrano quelli di una... drogata drogata..." per poi contraddirsi, "... Oooddio, come posso pensare certe coseee? Io non ho contratto mai alcuna metanfetamina né dopamina, quindi nessuna sostanza stupefacente varia come la morfina: fanno tutte male male... al massimo sostanze vegetali secche e integratori, o guaranà e vitamine C e zinco per mantenere energie mentali negli allenamenti in casa".

Ripreso totale raziocinio su animo e postura, clicca su arresta il sistema e ammira il case dell'accessorio d'intrattenimento tra i suoi preferiti in assoluto. I mugolii sono scontati, come sempre. "Che beeelle, le lucine verdi e viola che si alteeernano e rimbalzano sui muri; anche se è ancora tramonto si vedono benissimissimo! Le amo!"

Scomparse le luminescenti visioni, si dirige verso lo specchio a parete d'ingresso; stavolta non riesce a trattenere la voce dolce e squillante. "Sto bene... spero! La tunica vendome marrone chiaro dovrebbe adorarla, si vedono tutte le mie gambine: quegli hater dicono che sono muscolose, e invece sono solo corte corte! Meglio che le muova e mi sbrighi, altrimenti farò tardi!"

Si volta verso il letto, dato che il limpido vetro ha inquadrato qualcosa. "Doggos, oggi non sarò in vostra compagnia, ma non vi lascerò soli soletti a lungo: torno stasera a darvi tanti abbracci abbracciosi!" Lancia baci ai peluche, per poi correre al piano inferiore.

Durante la discesa, la moquette rossa come la sua crine vermiglio, raccolta in un paio di chignon ad altezza collo, risuona con l'intensità di una porta antica mentre viene battuta da un pugno; sostituiti in questo caso da un paio di stivali tacco due in cuoio marrone sabbia.

Passa di profilo per la cucina, ove viene fermata da una donna seduta a tavola. "Non ti trattieni a cena prima di uscire con quel ragazzo?"

L'appena nominata risponde affettuosamente: "No, mamma, mi offre lui qualcosa: andiamo al ristorante giapponese. Ci siamo conosciuti a una fiera di cose giapponesi: ama la loro cultura, quel giorno era in cosplay come me; quando torno ti mostro le sue foto, se vuoi".

"Volentieri, amore. Comunque, mi raccomando: fatti chiamare Federica e concentrati. Sii seria perché così mostri intelligenza, un vero uomo è questo che cerca, non l'infantile che spesso mostri sui social. Hai già l'esempio del tuo ex..."

L'umore della figlia crolla come se nessuno volesse concederle appuntamenti. Porta la mano destra al minuscolo mento; le pupille acquisiscono umidità e la sua volontà suggerisce di rannicchiarsi fino a scomparire. "Fabry... mi manca... sembrava così buono buono, e invece..."

La genitrice non sembra subire il contraccolpo che ogni madre dovrebbe temere. "Federica, non tornare a piangere, già hai fatto abbastanza la vittima il giorno del tuo ventesimo compleanno, è ora che pensi a questo nuovo ragazzo e metti tutto alle spalle. Se facevi di più la donna, quel ragazzino non ti avrebbe trattata così; magari avrebbe bussato la porta per scusarsi, così sarebbe forse geloso che ti vedi con quest'altro".

La mente della povera ventenne è in subbuglio. Il fine orgoglio le dice di rispondere malamente, mentre la delusione passata le impedisce di ribattere. incrocia le sue esili mani, incorniciate da un paio di bracciali in plastica marrone e rosa.

"Ha ragione, ora ho lui, o meglio sto provando ad avere lui... mamma non mi capisce mai mai, io sono così e non lo faccio apposta a fare la ragazzina, ma cosa ci posso fare se non riesco a controllarmi..? non sono pazza, però..."

D'un tratto l'immagine della sua nuova conoscenza le appare sul cellulare, inconsciamente aperto nel pieno del sovrappensiero. Le acque quasi sgorganti vengono retratte da una forza di volontà non indifferente.

"Mamma, grazie del consiglio e che ti preoccupi per me, ma io devo essere me stessa, e a lui in fiera questo mio atteggiamento è piaciuto da matti. Io ho studiato tantissimo i comportamenti delle persone, se mi fingo seria seria mi rinfacceranno che li ho solo presi in giro. Meglio che vengo presa in giro io e do positività a loro, che il contrario. E comunque, leggi pure sul mio account Facebook e Instagram: i discorsi seri lo sai che li so formulare. Quando torno magari ti racconto qualcosa di quella giornata in fiera la quale non ti ho voluto citare all'epoca. Ora scusami, credo che mi sta aspettando dove abbiamo appuntamento..."

La genitrice non è colpita dal tono squillante e deciso della ragazza così diversa da com'è lei; ma sorride scuotendo un paio di volte il capo verso il cibo intiepidito, per poi pronunciare: "Lo vedi, quando ti concentri sei bellissima. Come lo sei fuori e lo sarai sempre per me. Ora corri, non farlo aspettare; ma almeno aspetta che gli occhi tornino normali prima di incontrarlo, se piangi come fai a farlo sorridere?"

Federica le sorride come se non avesse mai alterato la sua limpidezza oculare. "Hai ragione, bacioni, mamma, ci vediamo domani mattina! Salutami babbuccio quando torna!" Si avvicina alla guancia della padrona di casa per smaccarle un caloroso bacio, il quale viene lestamente ricambiato.

Varcata la porta, sistema la frangia sporgente verso la sinistra della fronte di media misura, e solleva la cintura nera in cuoio ampiamente esposta alla vita.

Non ha tempo di avviare una delle sue scomposte corse, che il fortunato si palesa con un grasso sorriso.

I tremolii e le farfalle nello stomaco la incalzano come fosse un sandwitch.

"Oddio, è bello bello da morire, sto diventando rossa rossa in volto... cerchiamo di preeesentarci... stai caaalma per favooore... non ora, ti prego, mi viene da faaare pipì pipì..!"

Il capo abbassato dalla vergogna si alza lunaticamente, come a voler dare coraggio al corpo incapace di uscire da quella semi-crisi da sali minerali. "Ciao, grazie per essere venuto a prendermi. Prima presentiamoci, dato che adesso non siamo dei cosplayer ma persone normali..."

Si inchina curvando la schiena a novanta gradi, per poi pronunciare con tonalità irrealmente seriosa per la sua persona:

"... Piacere, mi chiamo Federica, ma per gli amici e amanti delle cose giapponesi sono Rika!"

One Shot by Danielsonic87Where stories live. Discover now