XII. K-Weapon

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Zalia

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Ivy e Raven erano davvero due ragazze particolari

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Ivy e Raven erano davvero due ragazze particolari. Parlando con loro -sebbene per poco tempo- , si rese conto di quanto fossero geniali ed eccentriche.
Raven non faceva altro che agitare nervosamente la gamba su e giù, ansiosa e tesa.

Si erano tutti spostati, in silenzio e quasi come dei fuggitivi spaventati da chiunque potesse riconoscerli, verso una delle caffetterie adiacenti al campus. Boston era una città particolare e la cittadella universitaria sembrava un piccolo angolo di paradiso in terra.
Le due studentesse di ingegneria avevano preso un bus per raggiungerli lì ad Harvard, da lì in poi si erano allontanati.

Izar le camminava accanto. Sentiva le loro spalle sfiorarsi. Non aveva idea di quanto fosse importante per lei tutto quel sostegno, ma allo stesso tempo la sua mente era completamente concentrata sul proprio obiettivo: i suoi genitori. Ormai erano notti che non riusciva a chiudere occhio, si rigirava nervosa nel letto. Fissava il soffitto per ore nella speranza che la stanchezza avesse la meglio. Continuava a rifugiarsi nei propri pensieri, anche mentre il vento le raggelava le ossa, sembrava quasi riuscisse a penetrare attraverso il tessuto del giubbotto. Si era sempre definita una grande estroversa, capace di coinvolgere tutti, ma negli ultimi tempi sentiva che quella luce si stesse spegnendo. Niente era più lo stesso. Sentiva che ogni sua certezza di stesse sgretolando.
Non era abbandonata a se stessa, certo, eppure sentiva di essere una folle a definirsi sola in mezzo a una marea di persone. Era circondata da persone che la stavano aiutando, eppure si sentiva sola lo stesso.

𝐅𝐚𝐦𝐢𝐥𝐲 𝐜𝐨𝐦𝐞𝐬 𝐟𝐢𝐫𝐬𝐭Donde viven las historias. Descúbrelo ahora