VIII. Fuga

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𝐀𝐥𝐭𝐚𝐢𝐫

𝐀𝐥𝐭𝐚𝐢𝐫

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Tornare a casa dopo le lezioni di solito era stressante

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Tornare a casa dopo le lezioni di solito era stressante.
Già era un periodo particolare per lui, gli studi erano tanti e la concentrazione poca. Non gli era mai successo.
Si sentiva impazzire come un animale in gabbia.
Ancor più stressante era essere costretto abbandonare di fretta la lezione perché Arthur non faceva altro che tempestarlo di telefonate. All'inizio le aveva ignorate, ma quando a lui si era aggiunto anche Robert, aveva capito che ci fosse qualcosa che non andava.

C'era decisamente qualcosa che non andava.

Abbandonò la borsa a tracolla a terra, nel corridoio, dopo essere uscito di fretta dall'aula, sotto lo sguardo attonito di tutti i suoi compagni di corso. Già immaginava che si stessero chiedendo cosa stesse tramando.
L'università si divideva in due fazioni: chi lo considerava un genio scostante, guardandolo con odio represso e invidia e chi, invece, era spaventato da lui, come se potesse tirare all'improvviso fuori dallo zaino una pistola e sparare a tutti.
La maggior parte di loro era terrorizzata da lui e dalla sua famiglia. Come se avesse un marchio sulla fronte con scritto: Terrorista, Assassino.
Dicevano sempre di non giudicare le persone dalla famiglia si appartenenza, eppure i peccati di suo fratello erano ricaduti su di lui. Come se non bastassero già la nomea, che i suoi nonni avevano avuto prima di loro, e le sventure, che si erano catapultate nelle loro vite.

𝐅𝐚𝐦𝐢𝐥𝐲 𝐜𝐨𝐦𝐞𝐬 𝐟𝐢𝐫𝐬𝐭Where stories live. Discover now