CAPITOLO 9

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"Il fatto che tu veda bellezza qui non implica che ci sia bellezza in me, implica una bellezza talmente radicata in te che non riesci a non vederla dappertutto"

DEVON

Per poco non sono caduto dalla sedia del mio ufficio quando la mia segretaria mi ha comunicato che Taylor mi attende fuori la porta.

"Posso farla entrare, signor Wellson?"

"E' la mia fidanzata, certo che la puoi fare entrare"

Sono stato tentanto di urlarle contro come l'idiota che sono. Come se la mia segretaria centrasse qualcosa con la situazione di merda che io e Taylor stiamo affrontando.

La mia donna, dopo pochi secondi, in tutta la sua bellezza, fa ingresso nel mio ufficio ed io mi alzo di scatto dalla poltrona girevole andandole in contro di riflesso.

"Che fai qui?" le chiedo spontaneamente non riuscendo a nascondere la sopresa.

Taylor inizialmente sembra intenzionata a rispondermi, ma subito si ammutolisce cambiando idea. Rimane davanti la porta a fissarmi come se la risposta che voleva fornirmi fino ad un attimo fa le sembrasse una cattiva idea.

"Volevo vederti.." sussurra poco dopo.

Beh, questa non me l'aspettavo mica perciò non mi lamento.

"Ah.."

Lei alza un sopracciglio e incrocia le braccia al petto. Sembra sul punto di sbattere un piede a terra come fa quando si incazza con me.

Mi sa che come risposta un semplice 'Ah' non va bene.

"Hai mangiato?"le chiedo optando per la gentilezza mentre l'afferro per i fianchi e le strofino la punta del mio naso contro la sua guancia come se facessi le fusa.

"No, sono venuta direttamente da te per la pausa pranzo" afferma reprimendo un sorrisetto.

Le mordicchio il lobo dell'orecchio per poi succhiarlo. Lei si schiarisce la gola nel chiaro tentativo di non cedermi.

"Devon, siamo nel tuo ufficio" mi ricorda tentando di allontanarmi.

Non si sta nemmeno sforzando di mettere più pressione contro il mio petto lasciandomi intuire che non vuole realmente che smetta di darle tutte le mie attenzioni.

Tra i due è sempre stata lei quella razionale, io dal mio canto ho sempre permesso alle emozioni di travolgermi in ogni occasione. Non mi è mai importato di chi ci circondasse o del contesto in cui ci trovassimo. Mi è sempre bastato avere lei al mio fianco.

La parte disperata di me esige di essere ascoltata e rischia di palesarsi volendo che mi inginocchi ai suoi piedi nel tentativo di convincerla a tornare insieme.

"Andiamo a mangiare? Ti porto nel tuo ristorante preferito" le sussurro baciandole l'angolo della bocca.

La sento deglutire, ma poco dopo annuisce. 

Amo la sua espressione imbronciata, vorrei riempirla di baci fino a soffocarla.

Con riluttanza mi allontano da Taylor per afferrare la giacca poggiata sul braccio della mia poltrona girevole. Quando mi dirigo nuovamente verso di lei, le poggio una mano sulla base della schiena per sollecitarla ad uscire dall'ufficio che, prima che arrivasse lei, sembrava spento e grigio.

Quando saliamo sulla mia macchina, il mio sguardo fatica a mantenere il contatto con la strada e brama di posarsi sulla mia donna. Nonostante questo la sua vita vale molto di più perciò mi impongo di essere prudente e di continuare a guardare davanti a me per precauzione.

The crazy m̶a̶r̶r̶i̶a̶g̶e̶ coupleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora