-Nemmeno io posso. Si è vero, potrei mettere nelle loro menti l'idea ma si accorgerebbero subito che non proviene da loro, la sentirebbero come estranea.- spiega lui seduto accanto a me.
[n/a: feels like Inception.]
Sembriamo un gruppo di campeggiatori, tutti e quattro seduti in cerchio al centro della stanza.

-Bah, siete inutili!- conclude lei incrociando le braccia al petto e rimettendo il broncio.

-Però io un idea l'avrei!- esclama Gidan sporgendosi in avanti. Ci giriamo ad ascoltarlo. -Dopotutto abitare in un palazzo e avere un fratello come principe ha i suoi vantaggi.- comincia e poi mentre ci spiega l'idea ci illuminiamo tutti, è geniale!

-Allora, siamo d'accordo?- domanda Archel. Noi annuiamo e lui si prepara a lanciare l'incantesimo.

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-Mi dispiace molto che tu debba partire..- ripete per l'ennesima volta Isaac mentre tento in tutti i modi di seminarlo.
Avrei tanto voluto non incontrarlo lungo il sentiero del boschetto mentre mi recavo in stanza a prendere alcune cose mancanti ma almeno ho constatato che l'incantesimo di Archel ha funzionato alla perfezione. Anche se trovo davvero strano il fatto che lui si aggirasse da solo per il bosco, a qualche metro dall'entrata per i sotterranei e a quest'ora del pomeriggio.

-Anche a me ma i voleri di un principe vengono prima di tutto.- dico entrando all'interno dell'edificio con la speranze che, arrivando nei pressi delle camere femminili, se ne vada via.
So, anzi sappiamo, che mettere in mezzo Gabriel e usarlo come scusa è una pessima idea ma purtroppo l'unica a cui possiamo affidarci.
Archel ha fatto in modo che tutti si ricordassero che per un tempo indefinito durante l'anno noi quattro ci saremmo dovuti recare a palazzo Knight e prestare servizio al principe. Ovviamente nessuno si è sentito di obiettare, nè il rettore e nè i famosi inquisitori.
In questi tempi quest'accademia sembra essere diventata una prigione.
Arrivo in vista delle camerate e faccio un sospiro di sollievo. È ora di levarlo di mezzo.

-Scusa Isaac ma devo proprio andare e sai che i ragazzi non posso entrare in queste zone.- gli dico con un finto labbruccio dispiaciuto.

-Oh ok... Ci si vede al tuo ritorno!- esclama salutandomi con la mano mentre si allontana e torna indietro.
Non mi sono mai sentita più sollevata anche se la sua strana presenza nel boschetto mi lascia piuttosto perplessa.

Entro in camera e prendo alcuni dei prodotti che, durante l'inventario, si sono rivelati improvvisamente di un utilità indispensabile.
Esco alla velocità della luce, chiudo a chiave e corro percorrendo il percorso inverso sicura che a quest'ora l'edificio è deserto. Corro ancora verso il boschetto e quando arrivo in prossimità dell'entrata mi guardo intorno, controllando che non ci sia nessuno, poi entro.
Archel, Clare e Gidan, che con mia sorpresa regge Estelle aiutandola a stare in piedi, sono davanti alla porta della stanza di quest'ultima aspettandomi.

-Finalmente!- esclama la donna -È giunta per voi l'ora di andare.

-Ma come?- domanda Clare, risvegliando in noi la stessa domanda.
Già, come?
Estelle non ci ha mai detto come avremmo viaggiato da un mondo all'altro.

-Ci sono luoghi in questi sotterranei, ragazzi miei, che solo pochi possono conoscere.- ci dice ridendo e poi, lentamente, comincia a camminare guidandoci lungo il corridoio scavato nella terra.

Camminiamo a lungo, percorrendo zone dei sotterranei in cui non eravamo mai stati prima d'ora, fino a fermarsi davanti ad una porta impolverata e marcia.

-Eccoci.- dice afferrando la maniglia e abbassandola, rivelandoci uno spettacolo unico: la stanza in cui stiamo entrando è enorme, quasi come una sala da ballo, ha alcune finestre che però non mostrano altro che la terra da cui siamo ricoperti; tutte le pareti sono ricoperte da rampicanti e piante selvatiche di ogni genere, c'è un sentiero di sabbia in mezzo a due prati colmo di fiori che porta ad un arco che risplende tanto da costringerti a non guardarlo per più di qualche secondo.

-Questo è l'unico portale che conduce a Elveres, come ho detto prima, pochi conoscono questo luogo.- ci spiega la donna con la voce che rimbomba nella sala.

-È stupendo..- sussurro con lo sguardo in aria, ancora affascinata dal posto.

-Già..- riprende la donna con un po' di nostalgia. -Ora andate, lui vi starà aspettando. E odia i ritardatari.- esclama esortandoci ad andare. Ha lasciato le spalle del figlio e riesce a reggersi in piedi da sola, è davvero una donna meravigliosa.

-Conosco qualcuno così!- dico ad alta voce pensando a mio fratello Hiro che mi crede al sicuro in accademia.
Salutiamo Estelle con baci e abbracci, promettendole che faremo tutto il possibile per riuscire, nonostante sia una missione ancora un po' sconosciuta per noi, a portare a termine il compito.
Gidan ha gli occhi lucidi quando lo guardo mentre mi afferra la mano, pronto a passare attraverso il portale.
Tutto e quattro ci guardiamo e cominciamo a camminare senza fermarci o rallentare finchè non entriamo nella luce del arco e passiamo attraverso.
Fatico a tenere gli occhi aperti e perciò sono costretta a coprirmi con un braccio mentre continuo a camminare.

-Dio, finalmente siete arrivati.- esclama una voce familiare. Troppo familiare.
Apro gli occhi accorgendomi di aver superato la luce da un bel pezzo e ritrovandomi davanti un metro e novanta di capelli neri e occhiali.

-Hiro? E tu cosa ci fai qui?- esclamo incredula. Sto sognando oppure è tutto vero?

-Sorpresa!- risponde lui sorridente mentre spalanca le braccia e mi stringe in un abbraccio. -Anche io ho parecchie cose da spiegarti.

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Ed ecco qui il secondo aggiornamento, come promesso!
Siamo giunti, miei cari, alla fine della prima parte della storia, "Passato", prontissimi ad iniziare con la prossima, vero?
Yum, comunque sia spero tanto che il capitolo vi piaccia. Lasciate qualche stellina e qualche commento che quelli mi rendono sempre felice, ahaha.
Alla prossima. Kiss

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