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"The end"

Entriamo nella casa, piena di rampicanti per terra e sulle pareti, camminare non sarà facile.
A capo della fila c'è Steve che ci guida con i suoi passi, appoggiamo i piedi dove mette i suoi, ci fermiamo se si ferma lui.
Arriviamo a metà scale compiute per raggiungere la soffitta, per poter attaccare Vecna una volta per tutte.

«ci siamo» proprio mentre dico queste due parole, un terremoto ci butta quasi tutti giù, ma il braccio di Steve riesce a bloccare la caduta. È la seconda volta che per un terremoto mi trovo attaccata al suo corpo, se succedere sempre così, allora più terremoti per me.
Finito quel caos un rampicante trascina sul muro Robin stringendole il collo.

«ROBIN!» urliamo cercando di liberarla.
Ma non si fermano qui, fanno lo stesso con Nancy e Steve.

«CAZZO» dico andando in panico. Prendo il mio fucile e proprio mentre sto per sparare su quelle merdine, raggiungo Robin sul muro.

Mi stringe il collo, senza lasciarmi respirare.
Le gambe e le braccia sono bloccate, voglio muovermi ma è impossibile.
Non c'è sensazione peggiore, quella di voler urlare, calciare, spostare, respirare...senza poterlo fare.

Dopo qualche minuto, che sembrava eterno, i rampicanti ci lasciano cadere a terra e finalmente posso prendere fiato.

«State bene?» si preoccupa Harrington

«Se per bene intendi che siamo vivi per miracolo e stiamo cominciando a respirare si, alla grande»

«ti sembra il momento giusto Hanna?» mi rimprovera Nancy

«perché c'è un regolamento che dice quando è giusto e quando no?»

«no ma è intuitivo»

«eppure stai ridendo» dico passandole il suo fucile e sorridendole.

«È stato un intervento divino questo» sgrana gli occhi Robin

Ci voltiamo verso la porta, la soffitta, prendiamo le nostre armi e ci guardiamo.

«Fase quattro» ordina Steve

«Spacchiamogli il culo!»

Entriamo e il corpo di Vecna si trova in aria, bloccato da quei schifosi rampicanti.
Ci mettiamo uno accanto all'altro: Robin, Nancy, io e Steve. Distinto mi giro a guardarlo, lui fa lo stesso. Ho bisogno di sicurezza, di un appoggio sicuro. Lui mi sposta una ciocca di capelli che ho davanti a gli occhi e la mette dietro l'orecchio. Gli sorrido e poi mi giro avanti, non sono sicura che lui abbia fatto lo stesso.

La prima ad attaccare dev'essere Robin, prende l'accendino e infiamma la sua bottiglia piena di benzina. Mira bene all'obiettivo e la lancia, infuocando il corpo di Vecna e rompendo il legame tra lui e i rampicanti. Ora è a terra. Steve lancia la seconda "bomba" e Vecna sembra gemere dal dolore.
La terza è Nancy, che si avvicina con il suo fucile e comincia a sparare colpi, facendolo barcollare su se stesso. Ma sembra non volersi arrendere alla resistenza e si rialza, avvicinandosi.
Adesso tocca a me, raggiungo Nancy avanti e carico il fucile.
"inquadra bene l'obiettivo, tieni il fucile alto, ma non troppo, punta e...boom" ricordo le parole di Steve.

«Questo è per Max» comincio a sparare, colpendogli il petto e facendolo vacillare.

«Questo è per Chrissy» continuo, sta volta colpendo la spalla

«Questo è per tutti noi» sparo senza fermarmi lasciando cadere il corpo inerme di Vecna a terra. Ce l'abbiamo fatta, abbiamo vinto noi, Vecna è andato.

Corriamo cercando di raggiungere il prima possibile Dustin ed Eddie che ci aspettano vicino al camper di quest'ultimo. Più ci avviciniamo, più si sentono delle urla.
Non si capisce la voce, ma poi continuando a camminare riconosco quella "s" .

«DUSTIN!» dico correndo più veloce, seguita da gli altri.

Riesco a scorgere la figura e lo raggiungo.
Mi blocco quando riesco a riconoscere una persona  stesa a terra sulle sue ginocchia , ha gli occhi spalancati e sangue che cola da tutte le parti. Eddie. Eddie Munson.
Steve, Robin e Nancy mi raggiungono e hanno la mia stessa reazione.

«SI È SACRIFICATO! SI È SACRIFICATO PER NOI» urla con la voce strozzata Dustin. Non l'ho mai visto così.

Comincio a piangere silenziosamente per non alimentare il dolore del mio migliore amico. Senza pensarci due volte appoggio delicatamente le mie braccia attorno al collo di Steve, è la mia testa sul suo petto. Le mie lacrime scendono bagnandogli la divisa.
Le sue braccia inondano la mia schiena e io mi sento al sicuro.

«È stato un eroe» la voce di Dustin sembra essersi calmata, mi sposto dolcemente da Steve e mi avvicino a lui avvolgendolo in un caloroso abbraccio. Lui ricambia e mi stringe forte a se.

«mi dispiace» riesco a sussurrare solo questo

Lui non risponde ma singhiozza ancora mentre mi abbraccia. Mi allontano e gli asciugo le lacrime che scendono dal suo viso.

«Dobbiamo andare via di qui» provo a farlo ragionare. Lui si allontana leggermente e scuote la testa in segno di negazione.

«non lo lascio marcire qui! NO!»

«Non possiamo portarlo sopra amico, sai che non è possibile» si intromette Steve avvicinandosi a noi

«No...no...» continua a ripetere Dustin, facendomi piangere ancora di più.

Steve prende il corpo di Eddie, gli chiude gli occhi con la mano. Anche lui ha gli occhi lucidi.
Mi guarda per un secondo e poi riguarda il corpo, sbottona un bracciale e lo mette al polso di Henderson. Gli va grande, ma questo non sembra interessargli.
Dustin guarda Steve piangendo, ma facendo uscire un leggero sorriso dalle sue labbra per ringraziarlo.

Diciamo addio al corpo di Eddie e torniamo alla vera Hawkins con un dolore al cuore enorme.

DUE GIORNI DOPO

Ci troviamo fuori casa di Nancy Wheeler, aiutandola a decidere quali oggetti della sua camera deve dare via.

«avete ordinato la pizza?» chiede Karen Wheeler guardando la strada. Dal veicolo escono Jonathan Byers, Mike Wheeler, Will Byers, una ragazzina che dovrà sicuramente essere Undici e un tipo...beh strano.
Nancy corre ad abbracciare suo fratello e subito dopo abbraccia Jonathan, che le dà un dolce bacio sulla fronte.
Dustin, Max e Lucas salutano Undi, Will e Mike contentissimi.
Ammetto di sentirmi un pesce fuor d'acqua.
Robin si avvicina ai ragazzi e li saluta ridendo.

Li guardo felice che si siano ritrovati tutti.
Steve mi prende la mano e mi trascina verso il gruppo. Saluta tutti anche lui, e sorprendendomi anche Jonathan. Mi butta con una leggera spinta avanti e io sorrido imbarazzata.

«Hanna Marin?» chiede Jonathan sorpreso

«beh ci sono tante cose da raccontare Byers» gli rispondo.

Mi presento ad Undi, e quel tipo che dovrebbe chiamarsi Argyle. Mi sento così felice, mi sento parte di qualcosa, di un gruppo. Mi sento amata e accettata da più persone e non esiste cosa che possa rendermi più felice.



SPAZIO AUTRICE
PIANGO.PIANGO.PIANGO

10 Things I Hate About YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora