43.perdersi nei tuoi occhi

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"Devo proprio farlo Charlotte?"
"Sì o non ti perdono"
"Ma io so che tu mi hai perdonata"
"Avanti didi fammi questo favore. Tra poco comincia la cena di lavoro e mi servono per domani quei disegni... poi non ho una grande voglia di tornare in quella casa, lo sai"
"Poi io e te parliamo" dico riattaccando il telefono.

In caso non abbiate capito, sì, sono davanti casa di Charles.
Charlotte si è resa conto di aver lasciato lì ancora delle cose, nonostante sia già passato un po' di tempo, e ha chiesto a me di andare.
Inizialmente mi sono rifiutata con tutte le mie forze, ma, dopo un po' di battibecchi, ho deciso di assecondarla. Non deve essere facile chiudere con qualcuno e non voglio influire ancora di più.

"Viens Charlotte!" sento dire dall'interno. Quindi lui non sa del cambio di programma.
"Mi sa di non essere Charlotte" dico aprendo lentamente la porta di casa.

Si gira di scatto e mi guarda confuso.
"Ehilà didi, che ci fai te qua?" chiede sistemandosi in fretta i capelli, segno che si è appena alzato da un pisolino pomeridiano.
"Sono venuta a prendere le cose di Charlotte... lei adesso non poteva e le servono urgentemente"
"Stai da lei?" mi chiede sorpreso.
"Mhmh, mi ospita e faccio un po' di commissioni per non sentirmi un parassita. Inoltre, non avevo nulla da fare e ho già revisionato tutto ciò che dovevo revisionare"
"Forza entra non stare lì sullo stipite. Scusa mi hai preso alla sprovvista e non ti ho accolto per bene" viene verso di me, mi dà un abbraccio e mi accoglie dentro.

"Bella casa charlie"
"Stretto necessario per vivere" dice sorridendo.
"Ti ho svegliato per caso? Mi sembri ancora sulle nuvole"
"Nono tranquilla, ho messo la sveglia per non farmi cogliere del tutto impreparato. Vuoi un caffè o qualcos'altro?"
"Solo un po' d'acqua. Me la sono fatta a piedi e mi sono persa un po' di volte. Inoltre non mi sembra il caso di bere un caffè alle 18"
"Ti sei persa in un paese di 2 km?" chiede ridendo di me. E sottolineo DI ME e non CON ME.
"Ascolta, non so orientarmi" dico bevendo.
"Sì, l'ho ben capito" gli do un pugnetto sul petto e lo ammonisco con uno sguardo inceneritore.

"Ahia mi sa che devo starmene zitto se voglio vivere ancora un po'"
"Ti conviene Leclerc"
"Vedrò se seguire i tuoi consigli o meno Garcia" dice fissandomi con insistenza.

Mando giù una volta perchè sento che mi si è formato un groppo parecchio grosso in gola.
Distolgo in fretta lo sguardo e tento di tornare con la testa su questo pianeta.

Torniamo in salotto e mi dà tutti i disegni di Charlotte.
"Ti ricordi di quella scommessa che abbiamo fatto in Bahrein?" mi chiede ad un certo punto.
"Quella della barca? Direi che il tatuaggio è più che fatto"
"Lunedì ti porto in barca"
"Mh non so Charles..." diciamo che non mi alletta l'idea di guidare una barca con solo Charles a bordo. Mi fido di lui. Non mi fido di me.
"Avanti, io la so guidare e fidati che non ci schiantiamo da nessuna parte" dice facendo la faccia da cucciolo.
"Inoltre, è una scommessa, quindi devi per forza dirmi di sì. Andata?" dice allungando la mano.
Ci penso un attimo su e alla fine accetto. Sono una donna di parola.
"Moriremo lunedì, sappilo. Saluta i tuoi cari"
"Tranquilla che non morirà proprio nessuno. Solo la tua ostinazione a non ascoltarmi" e mi dà un colpetto sulla fronte.
"Fottiti Charles"
"Non mi toccano minimamente le tue parole Andromeda"

Andromeda. Il modo in cui ha detto il mio nome.
Cazzo quanto è stato bello.

"Dillo di nuovo" dico senza nemmeno pensare. Datemi quel filtro tra il cervello e la bocca, per favore.
"Cosa?"
"Il mio nome. Lo dici in un modo strano" devo scamparmela in qualche modo.
"Andromeda" dice avvicinandosi.

Nononononono non va bene signori.

Indietreggio leggermente, contro la mia volontà, perchè ho visto troppi film cominciare così.
E io non posso.
Non posso fare questo a Pierre.

Predestinati ||Charles Leclerc||Where stories live. Discover now