36.serviva un punto

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Charles's POV
Sono tornato a casa a Montecarlo, visto che tra qualche giorno è Pasqua, e starò con la mia famiglia, così come tentiamo di fare ogni anno.
Soprattutto dopo la morte di papà ci siamo tutti resi conto di quanto sia importante la famiglia e spendere del tempo insieme.
Tempo che non torna indietro.
Tempo prezioso.

Però, prima di pensare alla Pasqua e al cibo da mangiare, devo fare una cosa molto importante.

Parlerò con Charlotte.

Come ben sapete, noi conviviamo ed è come se ci stessimo ignorando.
Sono tornato ieri, eppure non sentivo tutta questa mancanza di casa.
Sia io che lei abbiamo capito che oggi si metterà un punto a tutta sta storia, perciò meglio farlo il prima possibile.
Tolto il dente, tolto il dolore... giusto?

"Charlotte?" dico bussando a quella che è la nostra camera da letto.
"Arrivo" ha capito. Le avevo già accennato che volevo parlarle sinceramente per una volta.

Ci facciamo un te e, dopo esserci sistemati uno di fronte all'altra, tentiamo di sciogliere il ghiaccio.

Dovrei parlare io, ma non riesco a trovare il coraggio. E' difficile concludere qualcosa dopo tanti anni.

*conversazione in francese*
"So cosa vuoi dirmi Charles" dice girando il cucchiaino nella tazza.
"Devo solo trovare le parole giuste, scusa" dico grattandomi gli occhi. 
E' dura, ma devo farlo.
"Tranquillo, lo so già. Ti conosco abbastanza per sapere cosa ti frulla in quella testa... già da gennaio. Faccio i bagagli"
"No aspetta, lasciami spiegare" e sento gli occhi inumidirsi. Odio fare queste cose. Preferisco essere lasciato che lasciare.
Magari fa più male, ma dover guardare la persona che hai amato per tutti questi anni negli occhi e dire le parole "io voglio finirla qua" è un altro tipo di dolore.

"Ti do tempo, non scappo. E poi ci metterei un po' a fare i bagagli" dice sorridendo per cercare di alleggerire la situazione. E ce la fa, infatti riesco a fare un piccolo sorrisino.

"Voglio iniziare dicendo che mi dispiace tantissimo di come la situazione si sia evoluta. Io non pensavo di poter arrivare a questi livelli, non avrei mai voluto ferirti in nessun modo perchè non te lo meriti. Sei una ragazza dolcissima e chiunque ti vorrebbe al suo fianco, infatti ti auguro il meglio Charlotte, davvero.
Io è tanti mesi che sto mentendo a me quanto a te e non ce la facevo più a fare così. Mi sentivo uno schifo e baciarti sapendo che la mia testa era altrove era disonorevole.
Io ti voglio ancora un bene infinito e te ne vorrò sempre, ma il mio cuore ha deciso di prendere una strada diversa rispetto a quella che pensavo"
Mi guarda e annuisce. 
Sa di chi sto parlando. Non è difficile intuirlo.

"Andromeda" dice sussurrando.
"Proprio lei" dico cercando di non guardarla. Mi sento così in imbarazzo.
"Lo immaginavo già da gennaio. Avevamo già problemi prima che entrasse nelle nostre vite, lei ci ha dato solo modo di capire veramente come stanno le cose.
Non sono cieca Charles, certe cose le ho sempre viste"
"Cosa vedevi dall'esterno?" le chiedo curioso.
"Te provi qualcosa di forte per lei. La guardi come se fosse la cosa più bella di sto mondo. Il diamante più prezioso mai scoperto ed è bellissimo, davvero.
Sei diverso con lei, ti mostri diverso. Lei è riuscita a scoprire dei lati di te che io ho conosciuto solo una volta insieme come coppia fissa. Tu hai voluto che lei ti scoprisse e secondo me, inconsciamente, lei pure.
Una volta, durante i test a Barcellona, le chiesi se ci fosse qualcosa tra di voi e vidi subito il cambio di espressione. Puoi mentire a parole, ma le espressioni sono incontrollate"
"Sappi che nemmeno lei ha mai voluto ferirti. Mai. Sei troppo importante per lei, tanto da volersi distaccare da me per non compromettere niente"
"Non le addosso nessun tipo di colpa, così come non l'addosso a te. I sentimenti non possono essere controllati e lo so bene pure io" dice alludendo a tutto ciò che è successo con Giada, la mia ex.
"Cazzo, sta ricapitando" dico mettendomi le mani sulle tempie.
"Io e Andromeda siamo diventate amiche dopo almeno" dice ridendo per smorzare la tensione.
"Forse è anche peggio. E' peggio perchè siete diventate amiche e voleva davvero esserti amica, nonostante sapesse della tensione... però, vabbè, ormai tutto è perduto comunque. Lei sta con Pierre e io non mi metterò mai in mezzo"
"Fidati, ti guarda in un modo unico. Le si illuminano gli occhi quando le passi vicino"
"Davvero?" chiedo curioso e con un sorrisetto sulle labbra che vorrei tanto nascondere, fallendo ovviamente.
"Mhmh. Fidati di, ormai, la tua ex ragazza Charles. Siete destinati a stare insieme -dice con la voce un po' mozzata- e il tempo lo renderà possibile" mi spiace starla ferendo così tanto. So che le pensa davvero ste cose, però so anche che le fa male ammetterlo.

"Vieni qua ti prego" mi alzo e vado ad abbracciarla.

Inutile dire che scoppiamo a piangere entrambi.
L'uno sulla spalla dell'altro.

"Mi dispiace tantissimo Charlotte. Mi spiace da morire, non ti ho mai meritata"
"Smettila di dire cavolate. Non era destino e basta. Ti ringrazio tantissimo per tutte le belle esperienze... ti vorrò per sempre bene Charles" dice guardandomi con gli occhi tutti rossi.
Le asciugo le lacrime con i pollici e continuo a sentirmi la peggio merda di sto mondo.
"Scusami, scusami, scusami. Forse sarebbe finita comunque, è vero, ma finirla perchè a me piace un'altra è oltremodo brutto"
"I sentimenti sono una tempesta e non puoi controllarli. Ti ringrazio di aver chiuso prima di fare qualche scemenza"

Vero anche ciò che dice lei.
Io avrei potuto baciare Andromeda quella notte là in Australia e non penso che si sarebbe staccata, ma ho pur sempre un certo onore.
Non avrei mai tradito Charlotte. Non lo merita... anche se di testa non c'ero già più da un bel tempo.

"Mi puoi dare un ultimo bacio, per favore?" mi chiede quasi imbarazzata.
"Certo Char" e le do un bacio dolce e malinconico. Un bacio d'addio. Un vero addio.
"Meglio che cominci a fare i primi bagagli. Tornerò dai miei per un po'"
"Non ti metto nessun tipo di fretta Char. Prendi il tuo tempo"
"E' meglio comunque che me ne vada. Non ce la farei a rimanere. Tornerò in sti giorni a prendere le varie cose"
"Ti aiuto io tranquilla" e ci avviamo entrambi verso quella che era la nostra camera da letto.

Prende diverse valigie e comincia a piegare più vestiti possibili.
Passa al bagno e prende tutti i suoi trucchi, cose per la skincare e prodotti vari.
Prendiamo delle scatole e comincia a mettere dentro foto, ricordi, libri e altri oggetti personali.

"Quella foto lì te la lascio?" mi chiede. 
Guardo dove indica e vedo la foto di noi due in barca, appena l'estate scorsa.
"Sì, mi piace molto come foto" abbiamo deciso che un po' di foto le tengo io e l'altra metà la prende lei.
"Voglio che tieni tutti i regali che ti ho fatto. Sono tuoi e rimarranno sempre tali" non rivoglio indietro roba che ho preso appositamente per lei. E' sua. Può farne ciò che vuole.

Cominciamo a trasportare le cose più importanti, come valigie e prodotti per il bagno, e poi faccio diversi viaggi avanti-indietro per portare il resto.
Teoricamente mancano giusto alcune cosine che torna a prendere domani.

Le porto l'ultima scatola del giorno e mi ritrovo davanti anche suo padre.
Cazzo, questo mi ammazza.

Porto la scatola in casa e mi aspetto un bel ceffone da parte di Emmanuel, ma non è così.
Mi stringe la mano.

"Perchè signore?" chiedo ancora distrutto da tutto ciò che è successo.
"Perchè l'hai trattata bene e hai concluso da gentiluomo che sei. Ti auguro il meglio. Il Principato è piccolo, perciò rivediamoci ogni tanto eh"
"Assolutamente. Auguro il meglio a tutti, in special modo a Charlotte"
"Grazie figliolo. Torna pure a casa e riposati... sembri distrutto" lo saluto, abbraccio Charlotte di nuovo e torno a casa.

E' troppo vuota.
E' silenziosa.
E' strana.

Ogni volta che ci tornavo, c'era sempre Charlotte ad aspettarmi e avevo la certezza di averla vicino. 
Ora sono tornato e l'unica cosa che vedo sono scatole, pareti con meno cose, mensole vuote, armadio spoglio e la cucina con ancora le due tazze.

Piango, di nuovo.

"Lollo, Arthur" ho chiamato mio fratello Lorenzo e so che è a casa pure con Arthur.
"Fratellino, che succede?"
"Venite da me il prima possibile, vi prego" dico con la voce strozzata e riattaccando subito.

Inutile dire che ci mettono sì e no 5 minuti. Bello il Principato. Piccolo e accessibile... un po' trafficato a volte, ma sempre bello.

Li faccio entrare e capiscono subito cosa sia successo a causa del vuoto.

"Fratellino, vieni qua" mi fiondo tra le braccia di Lorenzo e comincio a piangere. Arthur, nel frattempo, è dietro di me e mi accarezza la schiena.
Non ho detto loro di portare mamma perchè non voglio che mi veda in queste condizioni.
Condizioni in cui mi sono messo da solo voglio sottolineare.

Mi serve una pausa da tutto questo.
Non ce la faccio più.


Angolo autrice
Parto con un disclaimer: io AMO alla follia la coppia Charlotte-Charles e spero davvero durino tanto (🤘🏻), però per la storia era necessario tale avvenimento e nulla, spero non sia stato troppo pesante❤
Da questo momento in poi, quindi, il vero problema non sarà più Charles...


Predestinati ||Charles Leclerc||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora