Il mercatino

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Le ore pomeridiane erano sempre le più pesanti e lunghe ma, grazie al mio splendido ragazzo, passavano veloci come il battito di una farfalla leggiadra.

Ogni volta, silenziosi e discreti, incrociavamo le nostre timide mani sotto il banco e, ridacchiando, attiravamo l'attenzione del professore, che ci richiamava; però non ci fregava. Pensavamo solo a noi due, a quanto lontano fosse andato il nostro amore e a quanto ci sentissimo fortunati ad esserci trovati.

Usciti da scuola, si fermò davanti a me e, con il suo solito sorrisetto, mi domandò:

"Char, volevo chiederti una cosa" Disse; io annuii, senza aggiungere altro.

"Sabato sei libero? Vorrei fare un'uscita un po' diversa dal solito" E mi guardò con i suoi splendidi occhi teneri.

Contemplavo i suoi magnifici capelli biondo ramato scompigliarsi per il dolce vento che c'era, in quel tardo pomeriggio, dove la luce dorata del sole dipingeva lo sfondo con colori stupendi e io guardavo, rapito come non mai, il mio capolavoro mozzafiato.

"Per te sono e sarò libero ogni volta che lo vorrai" Risposi, felice e curioso della sua proposta. "Dove mi porterai di bello?".

"Questo lo vedrai" Commentò, ridendo.

"Così però morirò dalla voglia di saperlo!" Esclamai in tono desideroso.

"Lo so, ma fidati che ne varrà tutta l'attesa!" Disse, tranquillizzandomi con la sua soave voce.

"Sarà meglio!" E risi; lui fece lo stesso. "Va bene; allora ci vediamo domani" Aggiunsi.

"Non se ne parla! Io ti accompagno fino a casa tua!" Urlò in tono dolce.

"Ma tu hai allenamento tra non molto e ..." Venni interrotto; Nick mi mise un dito sulla bocca e mi zittì.

"Senti ..." Disse, avvicinandosi a me. "Come devo farti capire che preferisco stare con te, finché posso, rispetto ai miei amici? Tu sei, e sarai, la mia priorità su tutto e tutti, per sempre" Puntualizzò. Mi venne come d'istinto non rispondere, giusto per non sbagliare parole, e dargli, invece, un caloroso abbraccio: quello, per noi, valeva molto più di qualsiasi altra cosa. Mi strinse a sé, come una mamma fa con il suo bambino: lo protegge, lo tiene al sicuro e, sia lui che la madre, sono felici.

"Dai, andiamo" E ci incamminammo.

Durante il tragitto tra la Truham e casa mia, le nostre mani si sfioravano, creando come delle scintille colorate, ma che non avevano il coraggio di intrecciarsi e tenersi al caldo, anche se entrambe lo volevano.

"Aspetta un secondo" Esclamò, fermandosi davanti a un chioschetto pieno di fiori. Prese dal suo zaino delle monete, le consegnò al signore lì dentro e, dopo un'attimo di decisione, scelse quello giusto.

"Tieni" Mi disse, sorridendo e allungandomi una rosa bianca.

"Non dovevi Nick" Risposi, prendendola in mano: era stupenda. Ero davvero sorpreso di questo gesto così spontaneo; infatti, quella era l'ennesima prova del nostro forte amore.

Farsi dei regali, in una relazione, credo sia una delle cose più romantiche che si possano donare alla propria metà; sia per fargli capire che lo si ama e anche per saldare ulteriormente il rapporto.

"Ma stai scherzando?" Disse, sbalordito. "È il minimo che possa fare: è un, anzi, il mio dovere; altrimenti che fidanzato sarei se non ti facessi sorridere ogni giorno?".

"Infatti ci sei riuscito ancora".

"Allora posso dire di aver completato la missione con successo". Rise; la sua risata era la migliore che avessi mai sentito. "Così adesso potrò essere pagato da tua madre" Aggiunse.

Sotto la mia alaWhere stories live. Discover now