Il vento

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Eccolo lì.

Eccolo, seduto al nostro solito banco, intento a copiare e fare all'ultimo minuto i compiti che non ha avuto il tempo di fare questo weekend; tempo che ha deciso, preferito, spendere con me al mare, che per la scuola e lo studio. Un piccolo gesto ma che, per me, valeva moltissimo; più di ogni altra cosa.

Mi fermai un'attimo sull'uscio dell'aula, poggiando la testa sul bordo della porta, a guardare Nick scrivere frettolosamente sul suo foglio bianco. La luce ambrata penetrava, timida, dalle grandi finestre della stanza ed illuminavano il suo viso tenero, concentrato. Non volevo che quell'istante finisse; un frammento di secondo che, però, mi ricordava per l'eternità, quanto fosse bello il mio ragazzo.

La classe si stava riempiendo di alunni ancora addormentati, già stufi dell'inizio della settimana, e io stavo ancora fermo sull'entrata a contemplare quel bel faccino dipinto dai chiari raggi del sole mattutino. È vero, siamo stati assieme nel fine settimana, ma mentirei se dicessi che non mi sia mancato per tutto il tempo che ha diviso quell'incontro da oggi.

Tra tutto il trambusto che si era creato, Nick alzò lo sguardo e mi notò: la sua espressione passò, in un lampo, da preoccupata a sorridente. Il suo potentissimo sorriso era così contagioso che arrivò fin dall'altra parte della stanza e mi colpì, profondo, nel mio cuore; non potei non fare lo stesso anche io.

Mi avvicinai, posai lo zaino accanto alla sua sedia e mi sedetti vicino a lui.

"Ciao" Dissi in tono tenero, girandomi verso Nick, con una felicità fuori dal comune.

"Ciao" Mi rispose dolce.

"Sei rimasto indietro con i compiti?" Chiesi, guardando il foglio.

"Mica si sono fatti da soli mentre eravamo al mare" Replicò, ridendo.

"Hai ragione" Attesi un'attimo; lui era tornato con lo sguardo sulla pagina. Aprii la cartella e ne tirai fuori un quaderno. "Tieni" Dissi, porgendoglielo.

"Charlie ... grazie! Mi hai salvato la vita" Esclamò, con un'espressione sorpresa. I suoi magnifici occhi color nocciola brillavano e mi guardavano, innamorati.

Una delle tante cose che posso, devo, fare è quella di aiutarlo quando più ne ha bisogno, no? I fidanzati servono anche a questo, giusto? Che sia così, o no, io lo farò perché so che è quello giusto e dovrò dimostrarglielo ogni secondo di più.

Durante la lezione, tra il pesante silenzio dei compagni, contrastato solo dall'incessante scricchiolio del gessetto che solcava la superficie della lavagna, Nick mi toccò la gamba da sotto il tavolo. Concentrato sul mio foglio, silenzioso, abbassai lo sguardo sulle mie ginocchia: mi stava allungando un bigliettino di carta, strappato dal suo quaderno, così lo presi. Lo guardai in viso: mi stava sorridendo, con il suo sorriso troppo tenero. Senza dire nulla, e cercando di essere indiscreto, aprii il foglietto.

"Pranziamo assieme? :)" Scritto con una calligrafia palesemente frettolosa.

Non ci pensai un solo secondo: presi la mia stilografica e scarabocchiai "" per poi ridarglielo in mano. Non appena lo lesse, ridacchiò, attirando l'attenzione del professore, che lo richiamò.

Mi guardò. Il suo viso era solare e sorridente, come quello di un bambino la mattina di Natale. Sorrisi anche io; come potevo non farlo? Il suo era genuino e carino, come lui d'altronde. Lo fissavo dritto nei suoi splendidi occhi color castagna; mi sembrava di perdermici dentro, di perdermi dentro un bosco con le sue calde colorazioni autunnali, e lo adoravo perché mi sentivo al sicuro, dentro il suo sguardo. Adoravo i suoi capelli, il suo sorriso, il suo faccino: in pratica, adoravo lui e il suo 'essere Nick'.

Sotto la mia alaWhere stories live. Discover now