L'aura

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Lui fermò la riproduzione e mi guardò, silenzioso, negli occhi: stavano brillando, così come le stelle, quella giovane notte di primavera.

Non so se stesse pensando cosa dire o volesse solamente assaporare per bene quel misero istante che, però, mi sembrò durare in eterno; ma forse era quello che volevo, che volevamo.

Stretto tra le sue forti e sicure braccia, arrivò, con un filo di voce, la risposta:

"Ti amo anche io Char" Seguito da un caldo bacio, nella fresca sera. Il silenzio ci accompagnava in quel magico viaggio e noi, come due bambini, eravamo felici perché sapevamo che quello valeva più di milioni di inutili parole.

"Ti amo tanto quanto questi biscotti" Aggiunse, ridacchiando, ironico.

"E io anche quando scherzi in questo modo" Accigliai un sorriso.

"E chi ha detto che scherzo?". Mostrò, sorridendo, le sue stupende fossette.

"Ah! Va bene, allora me ne vado se preferisci stare con loro" Esclamai in tono sarcastico, facendo per alzarmi dal letto. Ebbi il tempo solo di poggiare un piede sul pavimento che Nick mi prese per il braccio e mi tirò indietro, facendomi finire sopra di lui.

"I cookies prima o poi finiscono" Stava dicendo, guardandomi negli occhi e stringendomi forte. "Tu, invece, sei e sarai per sempre; quindi, non te ne andare per favore".

La luce giallo pastello della lampada, si rifletteva sulla finestra, creando un'aura attorno al mio fidanzato e rendendolo ancora più bello di quanto già non fosse.

"Io ti voglio bene e non potrei mai andarmene: se ora sono di nuovo felice è solo grazie a te" Dissi, abbassando la voce, come se qualcuno potesse sentirci e rubarci il nostro momento, le nostre parole, il nostro saldo amore. "É solo merito tuo se ora non penso nient'altro che a te: di giorno, a scuola, mentre faccio i compiti, mentre leggo, mentre suono e mentre mi addormento; non riesco a smettere di pensarti".

"Se la dici in questo modo sembra che sia colpa mia" Commentò.

"Hai ragione, ma ti dirò che non è affatto così: tu mi aiuti anche a non pensare ai miei problemi, ad evitare gli omofobi in corridoio, a sorridere, a dimenticare il passato; praticamente mi dai una mano ad essere meno timoroso e più sciolto, felice. So che non sarà il massimo, e che non basterà mai, ma ti voglio ringraziare per essere entrato nella mia vita e per avermela rivoluzionata, in meglio, ovviamente".

L'avevo lasciato senza parole: stava costruendo la frase giusta per rispondere, ma le uniche cose che uscirono dalla sua bocca, furono sillabe spezzettate; i suoi occhi diventarono lucidi come l'acqua del mare che riflette il sole.

"Hey; va tutto bene, ok?" Gli dissi in tono tenero, poggiandogli una mano sulla sua guancia, per tranquillizzarlo.

"N-no, vedi è ..." Una timida goccia gli percorse lentamente il viso e cadde sulle coperte, bagnandole. "... è che nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere". Gli asciugai gentilmente la faccia con la manica della mia felpa e mi lasciai andare tra le sue rassicuranti braccia; lui mi strinse a sé e non disse più nulla: sapevo che dietro quella grande stazza, si nascondeva un cuore più dolce del cioccolato, un cuore che Nick aveva deciso di aprirmi.

Con la testa poggiata sul suo possente petto, sentivo i suoi battiti calmarsi e tornare normali; avevo capito che lui, con me al suo fianco, si sentiva al sicuro e poteva essere veramente lui, senza mostrare false verità.

Mi dava teneri baci sui capelli, con cui giocava mentre guardavamo il film. Le nostre mani si toccavano, si intrecciavano e si tenevano al calduccio in quella fresca camera.

La Luna era alta nel cielo scuro della notte ed illuminava tutto dove le luci artificiali non riuscivano ad arrivare; lei stava sempre lassù, facendo come da guardiano al nostro pianeta, e proteggendolo. Un po' mi ricordava Nick: era sempre pronto per proteggermi da chiunque mi avesse voluto fare del male; lui magari non se ne rendeva conto, ma per me questo significava tanto. In tutta la mia vita non ho mai avuto nessuno che fosse lì per difendermi, che tenesse veramente a me e che avrebbe fatto di tutto per farmi stare bene; ma ora che qualcuno c'era, qualcuno di speciale, ero contento.

Il film stava andando avanti e aveva rapito Nick, che lo guardava senza staccare un'attimo lo sguardo dallo schermo; io, preso dal momento, decisi di interromperlo.

"Sai una cosa?". Lui spostò gli occhi e mi guardò, curioso e anche un po' addormentato, ma sempre con la sua genuina tenerezza. "Sarà stato forse per destino, per fortuna, o chissà cosa, ma posso dire che ho trovato la mia casa; ho trovato qualcuno da collegare alla parola 'amore', quando la sentirò; qualcuno che posso chiamare quando sto male o quando mi annoio; qualcuno a cui posso dire tutti i miei problemi e che mi aiuterebbe a trovare una soluzione; qualcuno a cui posso stringermi forte quando ho paura e quando ho bisogno di un abbraccio" Feci una pausa; mi stava guardando con il suo faccino carino. "Tu mi hai dato rifugio durante la tormenta, mi hai fatto da salvagente in mezzo al mare in tempesta. Tu forse non lo vedi ma mi rendi migliore e ti amo per questo". Sentii una goccia percorrere la mia calda guancia, facendomi venire i brividi.

"C-Charlie, non è il caso di piangere, perché se lo fai tu, lo faccio anche io. D-davvero non so come risponderti piccolo: mi hai lasciato senza parole. Sono io che ti amo tantissimo" E mi abbracciò. Questo, però, non era un abbraccio come gli altri, era diverso: sentivo come se le nostre anime si fossero unite in una sola, uniformando e mettendo in risalto il nostro amore, un'amore che ci legava e che andava ben oltre le semplici parole e i comuni gesti.

Le nostre lacrime ebbero la meglio, mentre noi ci abbracciavamo, con il nostalgico film di sottofondo. Alle volte fa bene sfogarsi, buttare tutto fuori e non immaginare cosa potrebbero pensare le altre persone: ci aiuta ad andare avanti e diventare più forti di prima.

"Grazie" Disse al mio orecchio, con tono tenero e asciugandosi le guance.

"Grazie Nick" Risposi, facendo lo stesso.

Qualche secondo più tardi, sua madre aprì la porta e mi disse:

"Charlie, forse è meglio se vai a casa che è tardi e i tuoi si staranno magari preoccupando". Accigliò un sorriso.

"Certo" Risposi, scendendo dal letto.

"Ti accompagno" Esclamò Nick alle mie spalle.

"É tardi: è meglio se vai a dormire che domani ti devi alzare presto per scuola" Disse Sarah.

"Dai mamma; tempo di andare e tornare!" Insistette. Lei ci pensò un'attimo.

"E va bene, ma non tardare. Spero di rivederti presto Charlie; sappi che qua sei sempre il benvenuto". Annuii. Era troppo carina, avrei voluto avere anche io una madre così comprensiva.

[...]

Camminavamo tra le vuote vie della città, circondati dall'oscurità della notte, contrastata solo dalla luce di qualche lampione qua e là; stavo vicino a lui perché mi sentivo al sicuro, mi sentivo meglio.

Arrivammo davanti alla porta di casa mia e gli dissi, con un sorriso:

"Grazie della splendida giornata".

"É stata stupenda, ma solo perché tu l'hai resa tale". Arrossii. "Ora però devo andare che sennò mia mamma mi uccide" E rise.

"Hai ragione, forse è meglio se ti sbrighi" Dissi, ironico. Ci guardammo un secondo, silenziosi come il paesaggio circostante, nella fredda notte.

"Buonanotte Char" Disse con un tono di voce tenero, scaldandomi il cuore.

"Buonanotte Nick".

Si girò e fece per allontanarsi di qualche metro; io stavo già per entrare quando lui tornò indietro, mi mise una mano sulla spalla, io mi girai, lo guardai negli occhi, i suoi splendidi occhi, e mi diede un bacio.

"Scusami avevo dimenticato questo". Mostrò di nuovo le sue fossette: mi innamoravo ogni volta.

"Tranquillo". Sorrisi, felice e spensierato.

"Ti amo piccolo".

"Anche io" Dissi, per poi vederlo allontanarsi ed essere mangiato dall'oscurità.

Quella sera, andai a letto, per la prima volta dopo tanto tempo, con il sorriso stampato in faccia e sapendo che, in un modo o nell'altro, i nostri cuori rimanevano connessi, anche se lontani: perché l'amore, il nostro amore, andava ben oltre le barriere visibili dall'uomo.

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