💙Capitolo 25🖤

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Per Alex fu stata un'impresa riuscire a non svegliare Giorgio o Rosalba.
Aveva bisogno di farsi un giro e sicuramente non gli avrebbe fatto male.
Aveva lasciato un biglietto sul tavolo del salotto.

Avevo bisogno di sgranchirmi un po' le gambe.
Sono a fare un giretto, a dopo.
;)
-Alex

Lo aveva scritto in caso uno dei due si svegliasse e non lo trovasse in casa
Intanto, lui vagava per le strade con indosso una felpa nera e dei jeans normalissimi.
Aveva gli auricolari alle orecchie e la sua playlist preferita accesa.
Perché i suoi pensieri riuscivano sempre a sopraffarlo?
Nemmeno lui sapeva il perché.
Sapeva solo che proponibilmente Giorgio doveva frequentare una persona della sua età.
Tre anni.
Quei tre anni di differenza facevano davvero così tanto per Alex.
Per tutto quel tempo sentiva che forse quella passeggiata gli avrebbe fatto bene.
Forse doveva solo schiarire le idee, in fondo capitava a tutti di andare in confusione no?
Camminava a testa bassa, guardando il marciapiede ormai sporco di fango, polvere e cenere e cicche di sigaretta.
Guardava i suoi piedi portarlo a vagare in piena notte.
I grilli emettevano il loro verso rilassante e dolce, quella melodia che solitamente si associava alla notte.
Poi un fulmine lo sorprende e ne rimane affascinato.
Una luce blu elettrico così magnifica e luminosa.
I suoi occhi blu voltarono lo sguardo al cielo.
Un tuono non tardò a rimbombare.
Alex osservava quei lampi di luce che ogni tanto apparivano nel cielo.
Dopo qualche secondo passato a guardare il cielo, continuò a camminare per le strade vuote della città.
Dopo minuti di indecisione, decise di andare e godersi la vista da una delle rampe più alte.
Detto fatto, il ragazzo si ritrovava seduto su una rampa con le gambe a penzoloni.
Il vento gli spostava i capelli e i suoi occhi vagavano nelle luci della città.
Non sapeva come fosse possibile vedere la città da una rampa, eppure era così.
Poteva vedere le case e le loro luci spente e dietro ad esse vi era il mare che spezzava con quel suo colore blu intenso.
"Non posso pretendere che lui stia sempre con me. Lui ha quindici anni, dovrebbe pensare a qualcuno della sua età, non a me" sussurrò tra se e se il ragazzo.
A casa, invece, Giorgio sentiva che qualcosa non andava.
Quando erano tornati a casa insieme dal lungomare, sentiva che nelle sue parole e nel suo tono di voce, vi era qualcosa di strano, quella sensazione di malinconia e tristezza, una sensazione triste, ma non aveva il coraggio coraggio chiedere.
Aveva passato ore sveglio a pensare a cosa mai potesse passare per la testa del blu, ma senza alcun successo.
Gira e rigira era in un vicolo cieco.
Non sapeva cosa effettivamente potesse esserci di veramente sbagliato, infondo, ore prima stava ridendo e scherzando con lui.
Forse si stava sbagliando, magari era solo sovrappensiero e il filmino mentale che si stava facendo era inutile.
Si mise a sedere sul letto e spostandosi i ca di davanti agli occhi, fece uno sforzo e si alzò dal letto.
Uscì dalla sua stanza a passo felpato, per non rischiare di svegliare sua madre e Alex.
Arrivò in salotto e lesse il messaggio che stava sopra il tavolino.
"È uscito a quest'ora?" Si chiese sconcertato.
Alzò le spalle sbuffando.
Doveva andare a cercarlo, oppure stare ad aspettarlo con una bella cioccolata calda?
Non sapeva nemmeno lui cosa fare.
Non sapeva nemmeno da quanto il blu fosse fuori casa.
Di certo non era scappato.
Un sospiro uscì quasi automaticamente dalle sue labbra.
Possibile che doveva sempre farlo preoccupare?
Sbuffò nuovamente e decise di preparare qualcosa da spizzicare nel frattempo.
"Chissà da quanto è uscito.." disse tra se e se bisbigliando.
Finì così per addormentarsi sul divano, mentre Alex, fuori casa, piangeva disperatamente in cerca di una soluzione ad un problema inesistente.

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