💙Capitolo 15🖤

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Ormai erano passate quattro ore da quando erano arrivati in ospedale.
C'era un sacco di gente.
Alex non era passato subito.
Rimasero quasi due quarti d'ora in sala d'attesa, fino a quando non lo chiamarono.
Siccome Alex era minorenne, c'era bisogno di un adulto che lo accompagnasse, così, andarono anche Giorgio e sua madre con lui.
Inizialmente provarono a contattare i genitori del ragazzo, ma quest'ultimi si sono letteralmente rifiutati di andare, dal momento che secondo loro, lui aveva disobbedito.
Rosalba era infuriata per quella faccenda.
Detestava il modo in cui trattavano il povero ragazzo, ma sapeva esattamente cosa fare riguardo la situazione.
Ad ogni modo, avevano da poco finito di ingessare Alex e stavano per andare via.
Il ragazzo aveva la tibia fratturata e la spalla slogata.
Teneva il braccio fermo con una fascia legata al collo e aveva numerosi cerotti sulle mani.

Aveva tentato di attutire la caduta mettendo le mani avanti, ma la rampa concava lo aveva portato a cadere di lato e quindi, schiacciato dal peso del suo corpo e dalla superficie dura della rampa, si era rotto il braccio.

I tre camminarono verso la prima fermata del bus.
Si sedettero sulla panca in legno e aspettarono l'arrivo della corriera.
"Ora che farò?" Si chiese sconsolato Alex mentre guardava incessantemente il suo braccio sinistro.
"Starai con noi" rispose la donna con voce ferma, ma gentile.
Alex guardò Rosalba quasi incredulo a quelle parole.
"Ma .."
"Tesoro, fidati di me e di Giorgio" disse la donna sorridendo.
Il figlio guardò per un istante negli occhi della madre.
In un attimo sembrava che si fossero capiti.
"Va bene" rispose Alex sorridendo.
"Grazie" disse infine.
Cinque minuti dopo, una corriera si fermò e i tre salirono.
Durante il viaggio ci fu un silenzio assordante, cosa che solitamente non c'era tra i tre.
Quando arrivarono a casa, Giorgio scaldò la cena che avevano lasciato ore prima e preparò qualcosa in più per Alex.
Quest'ultimo se ne stava al tavolo con aria triste.
"Alex, qualcosa non va?" Domandò Rosalba.
"Posso confidarvi una cosa?" Chiese il ragazzo timoroso.
"Tesoro, certo che puoi" disse la donna con tono dolce.
Il ragazzo dai capelli blu esitò per un momento, ma ben presto prese coraggio.
"Secondo voi, io sono una palla al piede?" Chiese con timore.
"Cosa!? Chi ti ha detto una cosa simile!?" Domandò sconvolta la donna.
"Mia madre..dice che sono una palla al piede" rispose il ragazzo sorreggendo la testa sul palmo della mano destra.
"Ascolta, non sei una palla al piede, anzi, sono orgogliosa che mio figlio abbia un'amico come te. Noi saremo sempre dalla tua parte" disse Rosalba accarezzando affettuosamente i capelli del ragazzo.
Quest'ultimo era contento di sentire quelle parole.
"Grazie "
Durante la loro conversazione, Giorgio stava finendo di preparare qualcosa da mangiare per Alex e nel mentre, stava pianificando qualcosa.
Per il momento stava parlando con sua cugina Anna, una giovane donna dolce e simpatica.
Studiava all'università, specializzata in facoltà di legge.
Si stavano accordando insieme per un fatidico piano.
Dopo tutto ciò, il ragazzo mise a tavola un piatto con una bistecca e patate, un bicchiere e qualche bevanda in più.
Tutti si sedettero a casa.
"Vi fidate di me?" Domandò Giorgio.
Rosalba e Alex inizialmente non capirono.
"In che senso?" Chiese il ragazzo mentre prendeva un boccone di cibo.
"Vi fidate di me?" Ripetè il castano.
"Si" risposero entrambi.
"Bene"
Giorgio sorrise.
Passata quella sera, il mattino dopo, Giorgio passò maggior parte del tempo a parlare con Anna.
La ragazza gli stava dando numerosi suggerimenti.
Saranno state le undici del mattino e tutto andava bene, fino a quando non suonarono alla porta.
Giorgio si alzò si scatto dal divano e mise il telefono in tasca.
Rosalba e Alex erano lì davanti alla porta, insieme a lui.
Quando aprirono, si ritrovarono i genitori del ragazzo ferito.
Con irruenza entrarono in casa.
"Chi vi ha dato il permesso di entrare in casa mia?!" Urlò Rosalba.
"Siamo venuti a prenderci quella piccola merdaccia, quindi fateci il favore di farvi da parte" rispose la madre del ragazzo.
"Cosa avete detto?!" Chiese ancora Rosalba infuriata.
"Siamo venuti a riprenderci nostro figlio!" Sbottò l'uomo.
"Non sono vostro figlio! Non vi prendete nemmeno cura di me!" Urlò Alex.
La madre di quest'ultimo spalancò gli occhi.
"Non osare risponderci così" disse la donna tirando uno schiaffo al figlio.
Giorgio a quel punto spinse la donna, pur sapendo che le donne non si toccano.
"Come osa LEI a picchiare suo figlio" rispose il ragazzino.
"Osiamo eccome, finchè sarà minorenne lo tratteremo come voliamo" rispose il padre di Alex mettendosi davanti sua moglie come per proteggerla.
Giorgio era infuriato, ma sapeva bene che sarebbe riuscito in qualche modo a risolvere la situazione.


~☆angolino meeee☆~

Salve Come va?
Precisiamo un paio di cose, a partire dal fatto che quel che ho scritto in sto capitolo sembra non avere una logica, ma tutti ormai saprete che io e la logica non andiamo d'accordo, no?
:D

Scusate per alcune frasi incomprensibili.
Spero ugualmente che il capitolo vi sia piaciuto e ora direi che mi dileguo.

:3

💙Skater Boy and Rocker Boy🖤 Where stories live. Discover now