💙Capitolo 10🖤

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I due ragazzi, dopo essersi divertiti per l'intera mattinata, tornarono a casa del ragazzo dai capelli castani e passarono altro tempo insieme.
Tutto andava bene. L'amicizia tra quei due adolescenti era una cosa indescrivibile.
Alex era rimasto per dei giorni a casa di Giorgio, che lo trattava come un fratello maggiore. Ma purtroppo tutto non dura per sempre.
Tutto era iniziato venerdì pomeriggio.
Alex e Giorgio erano comodamente seduti sul divano a guardare la tv.
Entrambi erano seduti in posizioni alquanto stravaganti.
Giorgio stava a testa in giu, letteralmente seduto al contrario, mentre Alex teneva i piedi poggiati sul bracciolo destro del divano e le mani dietro la testa.
Sembravano essere intenti a seguire un telefilm di top crime.
"Quello è un deficente " disse Giorgio puntando il dito verso la televisione.
Il blu annuì.
"Non ci arriva che il colpevole è l'amante" Continuò il castano scocciato.
Era davvero preso dalla storia intricata.
Alex sbuffó e con un gesto rapido spense la televisione.
"Che fai?" Domandò il musicista osservando attentamente i movimenti dell'amico.
"Direi che è meglio fare qualcosa, non credi? " Chiese l'altro indicando la nintendo wii bianca che stava accanto alla televisione.
Giorgio accennò un sorrisetto di sfida.
Senza dire altro, il castano scattò in piedi e prese da dentro un cassetto i telecomandi bianchi della console.
Accese quest'ultima ed inserì un dischetto nella slot.
Need for speed .
Sarebbe stata una bella competizione tra i due adolescenti.
Acceso tutto quanto e fatto partire il gioco, i due scesero a caso i loro veicoli.
Al castano era capitata un'auto blu elettrico, mentre al teppista era capitata un'auto grigio metallizzato.
Tutto sommato gli erano capitate delle belle auto.
La gara durò all'incirca mezz'ora,  dato il fatto che i due erano molto agguerriti.
"Tanto questa la vinco io" Si vantò Giorgio scherzando.
Alex gli tirò  un'occhiata veloce prima ghignare.
"Questo si vedrà " rispose premendo sempre con più forza i pulsanti del controller.
Era indescrivibile la loro bravura in quel videogioco.
Dopo minuti interminabili,  qualcuno suonò il campanello di casa.
Giorgio fece per alzarsi, ma il ragazzo dai capelli blu accanto a lui lo anticipò e andò a piedi scalzi verso la porta d'entrata.
Chiunque fosse dietro ad essa, stava continuando a suonare con insistenza il campanello.
Giorgio fermò Alex per un istante e dopo aver guardato intensamente nei suoi profondi occhi azzurri,  disse
"Se è qualcuno che vuole venderti qualcosa, digli che la sua robaccia non la vogliamo" disse con fare serio.
Alex quasi rise a quell'affermazione, ma rimase serio e composto.
Annuì e aprì la porta.
Il ragazzo rimase congelato .
Nei suoi occhi sembrava si stese per scatenare una tempesta.
"Mamma....papà...?" Il ragazzo riuscì a dire solamente quello.
I genitori di Alex non davano l'impressione di persone simpatiche.
La madre aveva i capelli neri lisci, tenuti su da uno scignon leggermente sfatto e gli occhi verdi. Indossava una camicetta rosa pallido e una gonna bianca che le arrivava fino alle ginocchia. Scarpe nere col tacco a spillo e vari bracciali ai polsi.
Il padre, invece, aveva i capelli di un castano chiaro, pettinati ordinatamente da un lato. Occhi azzurri, simili a quelli del teppista.
Per il resto, il suo abbigliamento era composto da una camicia bianca, pantaloni eleganti neri e scarpe del medesimo colore.
Sembravano quei classici genitori perfettini .
"Ora torni a casa con noi signorino!" Disse la donna avvicinandosi al ragazzo.
Venne schiaffeggiato.
Giorgio rimase immobile.
Teneva le mani sulla bocca dallo spavento.
Non sapeva nemmeno cosa fare.
"Mamma!" Urlò.
La madre del castano arrivò di corsa, preoccupata.
Quando vide i genitori del ragazzo rimase anche lei immobile per qualche istante, ma ben presto prese in mano la situazione.
"Cosa ci fate in casa mia?!" Chiese Rosalba infuriata.
La madre di Alex alzò lo sguardo verso la donna e la guardò  snobbandola.
"Siamo venuti a riprenderci nostro figlio" rispose facendo gesti stupidi con le mani.
Pareva quasi malata di protagonismo.
Alex in tutto ciò rimase in silenzio.
Non capiva, di solito aveva la forza di reagire, eppure in quel momento non ci riusciva, era come paralizzato.
Rosalba, invece, guardò la donna con riluttanza.
"Con quale coraggio ti presenti da tuo figlio con la pretesa di farlo tornare a casa e poi trascurarlo!?" Sbottò la donna castana indicando i due genitori.
Il padre sbattè le palpebre più volte.
"Sta insinuando che non ci prendiamo cura di nostro figlio?" Chiese incrociando le braccia al petto.
"Voi stareste insinuando il contrario?" Ribattè Rosalba.
La madre del teppista strinse i denti.
"È nostro figlio e finché sarà minorenne  dovrà fare quel che gli diciamo" rispose acidamente la donna.
Giorgio non sapeva veramente cosa fare, ma seguì l'istinto.
"Beh, allora se la pensate così, lui ha ragione a dire che siete delle persone schifose e che avete preferenze!" Sbottò alla fine il castano, sapendo che non doveva probabilmente dire quelle cose.
I tre adulti si guardarono.
"Alex, andiamo, da oggi ti proebiamo di frequentare questo ragazzo" disse la donna voltandosi.
"Cosa!?" Esclamò Alex.
"Non obbiettare, è colpa di quel ragazzo se sei diventato così. Ora andiamo"
"Ma"
"Andiamo!"
Alex sospirò.
Guardò Giorgio e sua madre con malinconia e tristezza.
In cuor suo sapeva che però doveva obbedire.
Pian piano uscì da quella casa mantenendo lo sguardo basso.
Giorgio lo guardava tentato di affermarlo per il il polso e fermarlo, ma non poteva.
Quando la porta d'entrata venne chiusa, il castano cadde sulle ginocchia, tenendo entrambe le mani congiunte sul petto, come se avesse ricevuto una ferita al cuore.
Sapere che Alex non lo avrebbe più potuto frequentare lo distrusse.
Rosalba non potè consolare nemmeno lei il ragazzo.
Così, alle undici di sera, Giorgio era in camera sua, con la chitarra sulle gambe  e le lacrime che cadevano sullo strumento, mentre il ragazzo cantava con voce rotta dal pianto.

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