💙Capitolo 16🖤

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Giorgio era immobile.
Guardava con disprezzo i genitori di Alex.
Non meritavano la custodia di quel ragazzo così dolce e bravo.
"Non potete trattarlo così" disse Giorgio sputando quelle parole come fossero veleno.
Nei suoi occhi scuri si poteva vedere L'ardore e l'odio che provava in quel momento.
"Non spetta a te decidere come trattare nostro figlio, ragazzino insolente" rispose la madre del ragazzo dai capelli tinti di blu.
Rosalba si mise di fianco a Giorgio.
"Non osate parlare a mio figlio in questo modo" disse la donna guardando dritto negli occhi della madre di Alex.
La tensione che vi era nell'aria era percettibile, gli sguardi intensi e fulminanti erano indescrivibili.
La persona che stava odiando di più la situazione, però, era Alex, che se ne stava zitto con il pugno destro serrato e lo sguardo basso.
Si sentiva terribilmente in colpa.
Stava mettendo di mezzo un suo caro amico e sua madre in degli affari personali, eppure da una parte era felice di avere persone come loro al suo fianco.
Nessuno c'era mai stato veramente per lui, ma poi ha incontrato Giorgio, che gli ha teso la mano nei momenti più bui della sua vita e gli ha mostrato il suo mondo fatto di musica rock e allegria e dolcezza.
Quel ragazzo era tanto semplice,  ma difficile da descrivere.
Fuori era un rockettaro, dall'aspetto forte e sicuro, ma dentro era più dolce di quel che si può immaginare, simpatico e generoso, qualcuno che puoi solo sognare di avere al tuo fianco.
Era grato di avere una persona come lui al suo fianco.
"Noi per lo meno ci siamo presi cura di lui  durante la sua permanenza in casa nostra" ribattè Giorgio indicando il ragazzo in questione.
"Beh, finchè sarà minorenne decideremo noi per lui" rispose la madre di Alex.
"Ciò non implica che dobbiate trattarlo male o ignorarlo" controbattè Rosalba guardando dritto negli occhi della madre del ragazzo.
Quest'ultima degluitì rumorosamente.
Rosalba, nonostante fosse una donna dolce e gentile, sapeva farsi capire bene e poteva intimidire la gente in un secondo.
"Noi non lo trattiamo male!"
Giorgio prese un bel respiro.
"Ah si? Non lo trattate male? E tutte le volte che lo lasciate in disparte per dare attenzioni a suo fratello minore? Voi non sapete come ci soffriva! E quando gli avete detto che è una palla al piede!?" Sputò fuori acidamente il ragazzo dai capelli castani.
"Cosa?! N-noi non" iniziò la madre di Alex.
"Oh andiamo, non fate finta di nulla" Continuò Giorgio.
Stava veramente iniziando a perdere la pazienza.
"Voi non avete idea di come si senta" aggiunse per poi stringere i pugni.
Poi ricordò.
Prese dalla tasca il telefono.
"Bene, direi che ho le prove" disse il ragazzo dai capelli castani guardando il suo telefono.
Rosalba e Alex rimasero scioccati.  Non avevano la benché minima idea di quale fosse il piano di Giorgio e in quel preciso istante lo capirono.
Il padre di Alex spalancò gli occhi, un gesto che il figlio riconobbe.
Quest'ultimo si parò davanti al castano.
"Gio, scappa" disse Alex dando un'occhiata veloce all'amico.
Giorgio annuì e agilmente si precipitò verso l'uscita.
Corse fuori con una velocità assurda, fino a quando un rumore di sirene non lo sorpresero.
Erano due volanti della polizia.
Giorgio sorrise.
Aveva bisogno proprio di loro.
Tre poliziotti scesero dalle auto e andarono in contro al ragazzo.
Nel mentre, Alex e Rosalba erano riusciti a tenere a bada il padre di Alex, che stava tramando di bloccare Giorgio.
A quel punto, i tre poliziotti insieme a Giorgio,  fecero irruzione in casa e bloccarono i genitori del ragazzo.
"Non toccherete più neanche con un dito questo povero ragazzo" disse uno dei poliziotti.
"Ora verrete in centrale con noi a chiarire due cosette" continuò un altro.
A quel punto, ammanettati i due adulti, i poliziotti uscirono dalla casa di Giorgio e Rosalba, portando con sé i genitori di Alex.
Quest'ultimo li guardò con aria assente.
"È solo colpa vostra se Alberto è andato via di casa senza dire nulla" mormorò il ragazzo riferendosi a suo fratello maggiore.
Pareva che quelle parole fossero impercettibili eppure i genitori del blu sentirono chiaro e forte.
Quelle parole li avevano trafitti nell'anima.
Erano pentiti, ma ormai era tardi e sicuramente dovevano rendersene conto prima.
Una volta andati via, Giorgio rimase sulla soglia per un istante, fino a che qualcuno non si fece vedere.
"Hey Gio!" Disse una voce maschile.
Giorgio rimase di sasso.
"Ettore?"
"Spero di aver mandato avanti il piano come volevi tu" disse il ragazzo più grande sorridendo mentre si avvicinava di più.
"Cosa?" Chiese il castano non capendo a che cosa mai si potesse riferire.
"Anna mi ha detto tutto e mi aveva chiesto di appostarmi e chiamare la polizia non appena la situazione si fosse accesa troppo" rispose il ragazzo.
Giorgio finalmente comprese.
"Ora ho capito" annunciò.
"Ad ogni modo, le prove che hai raccolto?" Chiese Ettore.
"Ho registrato l'intera conversazione " rispose Giorgio mostrando il telefono.
"Bene così" rispose l'altro mettendo una mano sulla spalla del ragazzino.
Giorgio sorrise.
"Vuoi entrare?" Chiese il castano indicando la porta.
"Ti ringrazio,  ma ho del lavoro da sbrigare. Facciamo un'altra volta, ok?" Risposr Ettore sorridendo ancora.
Giorgio annuì.
"Va bene, allora ci si vede" rispose quest'ultimo.
Ettore annuì a sua volta.
"Ci si vede Giorgino" rispose voltandosi.
Il castano, a quel punto della situazione, rientrò in casa e si chiuse la porta alle spalle.
"Alex ..come stai?" Chiese Giorgio  avvicinandosi al ragazzo in questione.
Quest'ultimo non rispose.
Giorgio alzò lo sguardo verso di lui, cercando in ogni modo un contatto visivo.
Niente, solo un abbraccio da parte del più grande.
Giorgio sprofondò in quel abbraccio così caldo e confortevole.
"Grazie"

💙Skater Boy and Rocker Boy🖤 Where stories live. Discover now