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Sto zitto per tutto il tragitto, ho paura di dire qualcosa di sbagliato.
Chiedigli qualcosaaaaa
Deglutisco e mi giro verso di lui. Tiene una guardo concentrato sulla strada e le mani sul volante.

-ti posso chiamare Piadina?-

CHE CAZZO DI DOMANDA È.
SEI UN IDIOTA.

Giulio:-mh? Strana richiesta... Di solito mi chiedono se possono chiamarmi "Daddy" o "Papi"-

Ma che cazzo...
Ma che cazzo...
Io... In che senso?

-quindi...?-

Balbetto.
È COSÌ... CRINGE.

Giulio:-va bene dai-

Mi giro verso il finestrino per guardare fuori.
Mica dovevi studiare?
Studierò a casa sua.
Non riuscirai, te lo dico...
Ti prego, non lo farà.
Vero?
Lui ferma l'auto e deduco che probabilmente siamo arrivati. Piadina esce dall'auto e viene verso di me, apre la mia portiera e mi guarda negli occhi. Ha degli occhi profondi... Unici, marroni tendenti all'arancione miele. Ha dei capelli neri fitti, con qualche ciuffo ribelle. Delle lentiggini poco visibili sul naso e sulle guance, il colore della sua pelle mette in mostra le sue labbra sottili e rosa chiaro con i bordi ben  definiti. Non avevo mai notato questo particolari... Non ne ho mai avuto la possibilità.
GAYYYY
Colpa di Alex, non mia.

Prende le mie stampelle e le appoggia contro la macchina, mi prende da sotto le ascelle e con tutta la calma mi tira fuori dall'auto, un brivido mi percorre la schiena appena sento le sue mani toccare il mio corpo.

Piadina prende le stampelle e me le passa, le prendo e mi reggo grazie a loro.

-grazie...-

Balbetto guardando i suoi occhi color miele. Mi fa un sincero sorriso e mi fa l'occhiolino, si gira e mi fa cenno di seguirlo. Arriviamo davanti alla porta di casa sua, l'ultima volta sono entrato in sedia a rotelle e adesso con le stampelle.
Beh... Siamo migliorati
Ignoro la mia coscienza e mi concentro sulle sue mosse.
Heyyy! Guarda che ti sento!

Piadina:-devi fare qualcosa di importante?-

Mi chiede mentre fruga nella tasca destra intento a trovare la chiave di casa.

-devo studiare...-

Lui mi guarda da testa a piedi e poi annuisce nascondendo le labbra dentro la bocca.

Tira fuori la chiave di casa e gira la serratura per poi spalancare la porta. Si affaccia leggermente per accendere la luce.

Piadina:-entriamo?-

Mi chiede facendomi spazio. Entro con un nodo alla gola, lui entra dopo di me e si chiude la porta alle spalle.

Piadina:-mh... cosa devi studiare?-

Mi chiede mentre si dirige verso il divano per poi buttarsi di forza su essa.

-Su un argomento che non ho capito...-

Balbetto mentre mi avvicino a mia volta verso il divano. Vedendomi si sdraia a pancia in su per poi fare un sospiro.

Piadina:-ti spiego io sto argomento va...-

Si siede sbadigliando per poi guardarmi.

-potresti prima togliermi questo coso di dosso?-

Gli chiedo girandomi.

Lui si alza e mi toglie lo zaino dalle spalle per poi buttarlo sul divano, mi giro per il botto e senza volerlo incrocio i suoi occhi.

Ci guardiamo per un po' finché lui non distoglie lo sguardo grattandosi la nuca.

Incidenti sul percorso[1]Where stories live. Discover now