Onora il padre e la madre

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"Le colpe dei padri non ricadano sui figli

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"Le colpe dei padri non ricadano sui figli."

Esodo - Bibbia

Quel giorno pioveva a dirotto e il cielo era talmente grigio e scuro che non si sarebbe mai detto fosse in realtà primo pomeriggio.

Attraverso una delle vetrate della biblioteca in cui avrebbe dovuto tenere le lezioni di storia dell'arte con Delacroix, Harry osservava ciò che succedeva all'esterno, gli occhi bassi, le lunghe ciglia scure che gli accarezzavano dolcemente gli zigomi, nessun sorriso in vista, solo tanta malinconia.

Si sentiva un po' come quel grigiore autunnale, spento e stranamente di malumore, mentre seguiva con lo sguardo i movimenti di Zayn, sulla ghiaia dell'ingresso, intento, aiutato da alcune infermiere dell'Accademia per via delle sue ancora precarie condizioni, ad entrare in un' elegante auto nera dai vetri oscurati, una misera valigia al suo seguito, caricata nel bagagliaio da quello che doveva essere l'autista pagato dalla famiglia Malik per far ritornare il proprio figlio in patria, a New Orleans.

Zayn gli aveva detto che sarebbe partito l'indomani.

Zayn gli aveva mentito, perché stava lasciando la scuola proprio in quel momento, e la sua sagoma non era nemmeno vagamente nitida per colpa di quella fottuta pioggia che cadeva come un freddo castigo sulle loro teste.

Ma nulla aveva impedito ad Harry di scorgere i lineamenti morbidi e pallidi del suo amico, quando impercettibilmente l'americano aveva alzato il viso, come se avesse avvertito il peso del suo sguardo addosso, e l'aveva fissato dritto negli occhi per qualche istante, intensamente, inespressivo, prima di voltarsi dall'altra parte e sparire dentro la macchina.

Solo quando il veicolo aveva percorso lentamente il viale dell'ingresso della Blackveil, per poi sparire oltre il cancello, inghiottito dall'acquazzone che imperversava, Harry si permise di respirare, senza tuttavia staccare l'attenzione dal posto in cui poco prima c'era stato Zayn.

Gli sarebbe mancato, e tuttavia sapeva che qualcosa tra di loro si era rotto, forse per colpa sua, forse per colpa proprio di Zayn.

O forse la colpa ce l'avevano entrambi, per aver permesso ad un sentimento subdolo come l'amore di rovinare il loro rapporto, ciò che avevano costruito adagio, con calma, a piccoli passi, e che era crollato in un solo giorno, spazzato via e lasciando solo l'aridità della delusione.

Harry deglutì un nodo amarissimo, pensando a Niall, che non si era nemmeno fatto vedere alle lezioni quella mattina, e che non rispondeva ai suoi messaggi, ai ripetuti tentativi di farlo uscire dalla sua stanza, come se fosse improvvisamente divenuto un fantasma, irreperibile e completamente invisibile.

Per non parlare di Alexis, che aveva incrociato un paio di volte nelle pause tra una lezione e l'altra, e che si era limitata a guardarlo stizzita, arrabbiata, con le belle sopracciglia rossiccie aggrottate e la boccuccia rosea ridotta ad un broncio, senza degnarlo nemmeno di una parola.

Be my hunterWhere stories live. Discover now