INFERNO

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PROLOGO

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PROLOGO

"I posti più caldi all' Inferno sono riservati a coloro che nei momenti di grande crisi morale mantengono la loro neutralità."

Inferno - Dan Brown


Harold venne sulla schiena del ragazzo.

I gemiti selvaggi con cui si liberò furono coperti dal rumore dei tuoni che, all'esterno, preannunciavano un brutto temporale. Ma non era il momento di pensare al tempo.

Il tipo sotto di lui si spostò di lato, facendo aderire la schiena sporca sulle lenzuola bianche del letto, senza timore alcuno di macchiarle, e guardò Harold con lo sguardo disgustato <<Porca puttana, Harry, perché cazzo sei uscito prima di venire?>>

Il riccio che lo sovrastava ancora, perfetto nella sua eterea nudità con le ginocchia piantate sul materasso, gli lanciò un'occhiata gelida, prima di risollevarsi a cercare i suoi vestiti sparsi per la stanza, senza rispondere.

<<Che cazzo ti prende eh? Mi hai appena scopato e ti comporti così? Che problemi avete voi stronzi dell'ultimo anno?>>

<<Nessun problema, James.>>

La voce roca e profonda di Harold arrivò alle sue orecchie come una carezza di velluto, ma dietro celava una certa freddezza che gli fece venire la pelle d'oca.

Se c'era una cosa che gli avevano detto, era che Styles non fosse tipo da coccole dopo il sesso, anzi, non era tipo da esternazioni romantiche o qualsivoglia emozione positiva per nessun motivo al mondo.

Alla Blackveil Academy era famoso da far paura. Tutti lo temevano e lo veneravano come un principe delle tenebre, e forse la sua discendenza e l'attitudine a praticare anche la nera un po' si confacevano al fascino oscuro che lo circondava, eppure James non aveva avuto paura di lui nemmeno per un secondo o quasi.

Quando era entrato all'accademia grazie alle sue doti psicocinetiche, sapeva già in partenza chi fosse Harold e da dove venisse, la sua fama precedeva qualsiasi chiacchiera e in qualche modo avrebbe dovuto tenerlo lontano da quell'individuo, ma non aveva potuto resistere a quella figura che possedeva ricci scuri che sulle sue spalle cadevano come tentacoli di tenebra e a quel paio d'occhi verdi che ammaliavano come la più potente delle maghe.

Era caduto dritto nella sua trappola come la mosca attratta dalla ragnatela.

E Harold era il ragno che aspettava di divorarlo e ci giocava ormai da giorni.

<<Nessun problema>> ripetè il riccio, recuperando la sua camicia di seta nera e i pantaloni in pelle dello stesso colore, afferrandoli ed indossandoli con una lentezza quasi disarmante.

Aveva le guance ancora arrossate dopo l'orgasmo e i capelli lunghi e scarmigliati sparati da tutte le parti, ma dai suoi occhi glaciali non traspariva nulla di buono, soltanto una tremenda soddisfazione.

Be my hunterWhere stories live. Discover now