14- Christian

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"Vuoi che ti accompagni?" le chiese Alexander mente la riccia era comodamente distesa sul divano di quest'ultimo "Mh?" spostò il braccio che aveva sugli occhi alzando leggermente la testa "Vuoi che ti accompagni da lui?" domandò ancora "Christian" lo corresse, il moro alzò un sopracciglio confuso "Cosa c'entra?"chiese probabilmente riferendosi a qualcuno che entrambi conoscevano ma che non era il ballerino "Si chiama Christian" ripeté mettendosi a sedere "Pensavo ti riferissi al fratello di Joseph" rise mettendosi una mano sul cuore "Che infarto" parlò il diretto interessato "Mio fratello al fresco non lo ci vedo" continuò scherzando. Meryl sbuffò "Ma tu non avevi lezione?" roteò gli occhi infastidita "Che permalosa!" rise il londinese mentre la riccia scosse la testa lasciandosi andare in una risata "Se io sono permalosa Alec non fuma" disse alzandosi e iniziando a infilarsi le sue vans ormai distrutte "Quanti anni hanno ste povere scarpe?" alzò un sopracciglio il più grande dei tre al momento "Mah, forse quattro o cinque" alzò le spalle "Si vede che dei un nano da giardino da sempre" le fece una smorfia di finto disprezzo nonostante un piccolo sorrisino lo tradì "Sei proprio uno stronzo" sbottò divertita "Hai chiarito con Alessio?" chiese di colpo, dopo attimi di silenzio, come se stesse pensando a come dirglielo. La riccia alzò lo sguardo verso il ragazzo, poi sospirò "Non ancora, magari lo accompagno al parco sta sera e provo a parlargli" mormorò sentendosi in colpa, nonostante fosse una delle persone più importanti della sua vita, non riusciva a scusarsi, eppure farlo con Christian era stato così semplice che non se lo spiegava ancora. In fondo, in cuor suo, sapeva che il ballerino fosse tutt'altra storia, sentiva di poter fare qualsiasi cosa, forse con la paura che quella sensazione di benessere potesse sparire da un momento all'altro, come se il riccio l'avrebbe lasciata andare facilmente.

"Grazie" Meryl ringraziò Alexander e Joseph per averla accompagnata e successivamente uscendo si guardò in torno alla ricerca del ragazzo, non notandolo gli inviò vari messaggi, mentre si avvicinava alla scuola di danza, da cui, poco dopo, uscì Christian in tutto il suo splendore. Meryl scorse dietro di lui, all'interno della scuola, una ragazza riccia, a primo impatto le parve somigliare al ragazzo che avanzava con un grosso sorriso, ma poi scosse la testa pensando di essersela immaginata "Posso darti un soprannome ora?" domandò sarcastico "Mhh devo pensarci" rispose a sua volta ironica, prima che il riccio le afferrasse la mano e la trascinasse con se in un bar poco distante, ma stranamente appartato e poco frequentato, in un angolo della via. "Non si saluta così" gli fece una finta smorfia di disapprovazione che lo fece ridere di gusto, prima di avvicinarsi e lasciarle un tenero bacio a stampo, che a sua volta, fece sbuffare la ragazza "Sei proprio impaziente" le fece notare mentre si sedevano e le pizzicò un fianco, non erano seduti come le persone erano solite fare, ovvero una di fronte all'altro, ma erano seduti vicini, i loro bracci si toccavano, così come le loro gambe, in un piccolo divanetto con davanti un tavolino rettangolare "Si, mi pare di averlo già detto e fatto capire" girò il viso per poterlo guardare e senza aspettare una risposta gli afferrò il viso e lo baciò intensamente per poi staccarsi solo quando il cameriere chiese loro cosa volessero ordinare "Un thè al limone e..." Christian si fermò voltandosi verso Meryl, che scosse la testa come a dire di non voler nulla, ma ovviamente il riccio non la ascoltò "Allora due thè al limone" lo ringraziò successivamente "Ma non ne ho voglia" protestò alzando gli occhi al cielo "Chi ha detto che devi berli tu?" rise divertito mentre la ragazza lo fulminò con lo sguardo.

"Comunque avrei una domanda" si schiarì la voce mentre sorseggiava il thè al limone e dopo aver costretto Ry a fare lo stesso, sotto le sue lamentele "Cioè?" lo guardò curiosa di sapere cosa volesse sapere il moro accanto a lei "L'anno prossimo hai la maturità, giusto?" domandò cercando conferma, che non arrivò, la ragazza quasi soffocò con la sua stessa saliva e restò in silenzio per alcuni minuti "Io... Beh in verità" per la prima volta si sentiva a disagio nel dirlo, quasi come se temesse una cattiva reazione dal ballerino "Ho mollato scuola" deglutì a fatica mentendogli, o meglio, in parte era vero, ma non per scelta sua, ma automaticamente, quando si pensa a far soldi per sopravvivere, tutto il resto passa in secondo piano. "Ah" rispose semplicemente meravigliato, si aspettava più che andasse male, che avesse totalmente mollato "E perché? Se vuoi parlarne" chiese piano "Una sola domanda" tagliò corto non essendo pronta a dare spiegazioni al ragazzo, che si limitò ad annuire che probabilmente non era la domanda giusta da farle in quel momento "Scusa" mormorò sporgendosi e lasciandole un bacio a fior di labbra che fu prolungato leggermente dalla ragazza, che successivamente torturò il labbro inferiore del ragazzo attirandolo più vicino possibile. "Non riesco a starti lontano" ammise flebilmente Christian mentre arrotolò un riccio di Meryl tra le sue dita, sorrise appena si avvicinò per lasciargli un'altro tenero bacio "Non sei arrossito, strano" lo prese in giro e proprio a causa di quelle parole che le guance del moro si tinsero di un rosso acceso, facendolo diventare paonazzo "Non la smetterai mai" disse esasperato e imbronciato "No" confermò ridendo contagiando anche lui.

Christian si fece di colpo serio, ripensando alle parole di Mattia, doveva assolutamente parlare e il momento per farlo era arrivato camminavano in un parco mano nella mano, come una coppia normale, Meryl se ne accorse, ma decise di restare zitta e aspettare che fosse lui a parlarle "Ry" la richiamò dopo aver avuto il suo consenso per chiamarla in quel modo, lei si voltò semplicemente, facendogli intendere che fosse tutta orecchi "Tu pensi" sussurrò "Tu pensi che io stia correndo, cioè che noi lo stiamo facendo, non so se mi" il suo parlare fu bloccato da due labbra dal sapore di sigarette e thè al limone, poco dopo si staccò "No, la vita è una no? Me l'hai detto tu" gli ricordò ciò che si erano detti nell'ultima videochiamata facendolo sorridere "Perché?" domandò poi, da dove sorgeva quel dubbio? Gli sembrava così contento e sereno che non si spiegava come mai fosse impaurito da una sua risposta "No... Così" abbassò lo sguardo non volendo rispondere davvero, così la riccia lasciò perdere, avrebbe aspettato.

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Plus qu'un ami/Christian StefanelliWhere stories live. Discover now