Capitolo 8

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Alla fine, erano passati quattro mesi dall'inizio della scuola, e io non conoscevo affatto Harry, cosa che però mi sarebbe piaciuto fare, così avrei potuto capire meglio il perché delle sue azioni.

Raggiunsi l'ingresso della stanza, si sentiva della musica fortissima, feci un respiro profondo ed entrai. C'era gente ovunque, e questo mi irritava un sacco.

Mi feci avanti fra la mandria un po' irritata. Mi guardai ripetutamente intorno, perché alla fine, una piccola parte di me sperava nel fatto che ci fosse Harry, ma niente, nessuna mano mi prese il braccio come era solito farmi lui, non c'era nemmeno la sua ombra, quell'ombra che ormai mi teneva in ostaggio.

Girai per la stanza altre due, tre volte, poi me ne andai. Il college era abbastanza grande e c'erano molte cose che si sarebbero potute fare, ma non a quell'ora.

"Ehi scusa." mi fermò una ragazza. Bionda, alta, occhi azzurri leggermente contornati di rosso. Sembrava la solita Barbie amata da tutti, quella bellissima senza cervello. "Hai per caso visto Harry? Harry Styles." parlava in modo strano, un po' lento ma nello stesso tempo dolce, sembrava un po' ubriaca.

Harry? Cosa voleva lei da Harry? Mi accigliai leggermente e scossi la testa.

"Mh.. No, non l'ho visto." Cercai di sfoderare il mio miglior sorriso educato e non ucciderla.

"Okay, grazie." Sorrise e mi superò andando dalla parte opposta. Era davvero bella.

Cominciai a camminare per la scuola, così a caso, senza sapere dove stessi andando. Mi annoiavo, e non avevo amici con cui potevo uscire, mi toccava stare sola, ma questo non era un problema, ormai ci avevo fatto l'abitudine. Nessuno voleva me, e io non volevo nessuno.

Decisi di andare in biblioteca e leggere qualcosa.

Il tempo lì dentro passava molto più velocemente, amavo leggere, era l'unica cosa che mi faceva stare bene. Quando passavo il tempo in biblioteca era come se nello stesso tempo fossi in ogni angolo della terra.

Il problema principale delle ragazze che amano leggere, come me, è che, nella vita reale, non trovano ciò che leggono. Leggono sopratutto per regalarsi ciò che la vita le negava. Sono esigenti, insaziabili, romantiche e questo le fa sentire incomplete, inadatte, come se le mancasse sempre qualcosa. E la gente questo lo nota, nota quando una ragazza non si sente a suo agio, e viene giudicata come un libro, in base ai colori, le figure, e si dimenticano di leggere il contenuto, ed io, avevo semplicemente imparato a trasformare la mia faccia in una maschera di indifferenza, in modo che nessuno potesse leggere i miei pensieri.

Stavo andando a lezione quando intravidi Harry al bancone del bar. Indossava i soliti jeans neri, una maglietta bianca e degli stivali. Lo fissai per qualche secondo dall'alto al basso e decisi di andare da lui.

Mi sedetti al bancone accanto a lui.

"Ehi." Sorrisi.

"Ehi." Si girò verso di me e mi guardò con quei suoi occhi verdi che luccicavano, mi sorrise mettendo in risalto una fossetta, e mi resi finalmente conto di quanto fosse bello il ragazzo di fianco a me.

"Che ci fai qui?" Chiesi curiosa.

"Io? Tu semmai, come mai non sei a lezione? Se non ti muovi arriverai in ritardo." Sorrise divertito.

"Non ho intenzione di andare a lezione stamattina." feci spallucce.

"Mh.. Okay." Mi sorrise maliziosamente per poi avvicinarsi lentamente a me.
"Cosa ti piacerebbe fare allora?" Sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra.

The shadow. |H.S|Where stories live. Discover now