ᶠⁱⁿᵃˡˡʸ

84 10 9
                                    


Langa chiese gentilmente agli altri di lasciarlo da solo, e che li avviserà tempo premettendo, se la teoria di Kojiro abbia funzionato o no.

Aveva bisogno della concentrazione adatta, non poteva fallire. Fallire significava perdere Reki per sempre, e non l'avrebbe voluto per nulla al mondo.

Si chiuse nella sua stanza, spegnendo tutte le fonti di luce tranne una, quella che giaceva sulla sua scrivania.

Vi ci sedette, facendo un respiro profondo, prendendo poi il suo blocco degli appunti e aprendolo.

Sfogliando le pagine, si imbatté nel primo disegno che aveva realizzato su di lui, e sgranò gli occhi non appena lo vide.

Si era impegnato tanto, e quest'impegno aveva dato i suoi frutti, poiché gli aveva dato l'occasione di ricongiungersi con la colui che amava, e che gli aveva permesso di amare per la prima volta in tutta la sua vita.

Lo osservò attentamente: era davvero bello, doveva ammetterlo. Ma non era il disegno ad esserlo in sé, ma il soggetto stesso.

Girò pagina, nella speranza di trovarne alcune vuote. Imbattendosi nella prima bianca, impugnò la matita e iniziò a disegnare.

Disegnare le fasi della sua vita, da oggi in avanti

Questo era quello che doveva fare, e doveva rispettare questa regola attentamente. Si suppone che, ormai, bisognerebbe disegnare il soggetto tante volte quanto si vuole far fermare esso sulla terra, rappresentando ogni stadio della sua crescita in generale.

Si mise a disegnare il Reki di sempre, cioè quello che aveva conosciuto di nuovo. Folti capelli rossastri raccolti da una bandana nera e bianca, due occhi ambrati che spiccavano sul suo vito, vestiti larghi e sportivi, i soliti che era solito usare.

Disegnando la bandana, afferrò quella che il rosso gli aveva lasciato quella sera, per ricordarsi di lui. La stessa sera nella quale i due avevano espresso i loro sentimenti.

Langa se la portò al petto, stringendola con la mano, non sapeva come fosse riuscita a rimanere nonostante Reki fosse sparito, ma questo non gli importava. Finché aveva un ricordo di lui, gli andava bene.

La adagiò di fianco a lui, come se fosse un portafortuna, e riprese poi a disegnare.

Disegnò diverse versioni di lui:

Un Reki un po' più grande della sua "età attuale". Il celeste non se lo sarebbe mai raffigurato come qualcuno che potesse e avesse la voglia e le capacità di frequentare l'università, quindi lo raffigurò dopo la maturità, cresciuto, ma con gli stessi tratti che lo rendevano sé stesso.

Poi, si cimentò a disegnare un adulto. Era sempre lui, ma Langa supponeva che a quell'età ormai Reki avesse acquistato quella decenza che fino ad ora aveva poco, quindi disegnò dei capelli più ordinati, ma non lo stravolse troppo. D'altronde, si parla pur sempre di lui, non cambierà molto, e di questo ne era sicuro.

Le ore passavano, e il celeste le passava curando ogni dettaglio, disegnando e cancellando, tirando fuori quella vena artistica che non aveva mai saputo di avere. Se si trattava di Reki, doveva essere perfetto, non dovevano esserci imprecisioni in nessun disegno.

Ma non perché il rosso sia perfetto o chissà cosa, aveva quei lati negativi e anche un po' fastidiosi, ma se si sta parlando di Langa diciamocelo, non potrebbe raffigurarselo in nessun modo se non in qualcuno che è sicuramente superiore a lui.

Reki è un tipo impulsivo, estroverso e con una grande forza d'animo. Testardo, quando gli si mette in testa qualcosa è difficile fargli cambiare idea.

E poi era bello. Non parlava solo dell'aspetto esteriore, ma era certo che fosse bellissimo in tutto e per tutto, la sua anima compreaa. Certo, questa poteva essere una cosa decisamente soggettiva, poiché se lo avessi chiesto a qualcun altro non ti avrebbe probabilmente dato la stessa opinione. Questo ovviamente per lui era irrilevante, aveva conosciuto delle persone nella sua vita e aveva cercato di innamorarsi di esse, un po' per far felice sua madre, un po' per non sentirsi solo. Non ci riuscì mai, nessuno gli faceva battere il cuore come Reki riusciva a fare. Nessuno era riuscito a scalfire quella corazza ghiacciata che custodiva il vero sé stesso, che era sempre rimasto nascosto da tutti, sempre un passo indietro, tranne Reki.

Un po' lo invidiava, poiché Langa sapeva quanto il rosso volesse essere come lui, e che questo lo facesse sentire di troppo.

"Vorrei tanto che ti vedessi come ti vedo io."

Sussurrò tra sé e sé, il celeste, pensando a ciò.

Indietreggiò con la sedia per ammirare il suo lavoro finito, dozzine di Reki messi in fila, ognuno diverso ma perfetto nel suo insieme.

Langa sorrise soddisfatto, sperando che accada qualcosa al più presto.

"L'ho fatto per te Reki, quindi vedi di tornare."

Si accasciò sulla scrivania, chiudendo gli occhi, stremato dalla fatica e dall'impegno che ci aveva messo per realizzare quei disegni, e sperava che quel suo impegno venisse ricompensato in qualche modo.

Silenzio.

Sperava che si trattasse di tempo, ma non si apriva nessun varco, non usciva nessuna luce. Tutte le speranze che aveva posto in quei gesti pieni d'amore erano stati vani?

No, non voleva convincersi di questo.

Sospirò, aprendo gli occhi, nel silenzio più assoluto.

Tirò su la testa, lentamente, quando un paio di occhi furbi e svegli incrociarono i suoi.

"Sei tu?"

Era lui.

Se ne stava come appollaiato sul davanzale della finestra, una gamba sopra l'altra, i suoi ciuffi rossastri che danzavano nel vento. Gli sorrideva dolcemente, uno di quei sorrisi che aveva già visto, e che parlavano per lui.

Lo afferrò lentamente e lo prese con sé, abbracciandolo, per assicurarsi che fosse reale, che non stesse sognando.

"Mi sei mancato tanto, Langa."

Lacrime di gioia minacciavano di uscirgli dagli occhi, al celeste, rigando le sue guance pallide lentamente, mentre stringeva il rosso a sé, come per non farlo fuggire via.

"Questo dovrei dirlo io Reki, non so come io abbia fatto a stare senza di te."

"Shh, sono tornato adesso, e se hai fatto un buon lavoro non me ne andrò più."

Reki sorrise, accarezzando la chioma celeste dell'altro, che piangeva come un bambino mentre lo guardava. Gli asciugava le lacrime lentamente, sfiorando il suo viso con i pollici.

"Sei bellissimo, Reki"

Il rosso arrossì, diventando come il colore dei suoi capelli, pensando che fosse un complimento buttato al vento, così per dire qualcosa.

Langa capì a cosa era dovuto quello sguardo, e al fatto che il più basso non credesse alle sue parole.

"Lo penso davvero, stupido."

Il celeste abbandonò la sua testa sulla spalla dell'altro, chiudendo gli occhi, il suo caldo respiro che batteva contro il collo del rosso, facendolo rabbrividire.

"Sono tornato e non mi baci neanche?"

"Pensavo di star correndo troppo."

"Se sei tu va bene in qualunque caso."

Langa lasciò un bacio sulle sue labbra, tenendo il suo viso con le mani ancora fredde, sorridendogli dolcemente.

Era un bacio a stampo, ma Reki non era soddisfatto abbastanza, baciandolo di nuovo, lentamente, mentre chiudeva gli occhi.

Non se lo dicevano spesso, anzi, nonostante si mancavano non se lo sono detti, ma si amavano e lo sapevano a vicenda, e questo andava bene.

"Non te ne andare mai più."

Gli sussurrò il celeste, mentre le sue gote si coloravano di rosso, dando un po' di colore al viso candido come la neve.

"Fin quando lo vorrai, sarò sempre qui per te."

꧁𝙞 𝙗𝙪𝙞𝙡𝙩 𝙖 𝙛𝙧𝙞𝙚𝙣𝙙꧂  𝚕𝚊𝚗𝚐𝚊 𝚡 𝚛𝚎𝚔𝚒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora