ˢˡᵉᵉᵖ

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Reki, come previsto, si ostinò a non mettere piede al di fuori delle sue calde coperte, tossendo ripetutamente e con un panno impregnato d'acqua fredda posato in fronte, per alleviare quel caldo infernale che lo pervadeva. I ciuffi rossastri se ne stavano abbandonati all'indietro, umidi, mancanti anche quel giorno della sua amata benda. Saltò ovviamente le lezioni, per colpa del pessimo stato nel quale si ritrovava. Non dormiva, non parlava, mangiava a stenti per colpa del mal di stomaco che lo trafiggeva. Ad occhio, invece di un semplice raffreddore, sembrava più una malattia terminale.

Langa? Beh, lui fece lo stesso, con la giustifica della madre Nanako, anche perché avrebbe dovuto prendersi cura dell'altro con la mancanza mattutina della castana che usciva per le sue faccende lavorative, e che quasi sicuramente avrebbe rincasato a tarda notte, anche quel giorno. Se ne stava in soggiorno, la maggior parte del tempo, per non irrompere nell'eventuale momento in cui il rosso avrebbe deciso di rilassare le palpebre e mettersi a dormire. Cosa improbabile, ma valeva la pena sperare.

Giaceva sul divano, assorto fra le pagine di qualche manga, per ammazzare il tempo. Dopo quell'incontro sotto la pioggia battente, i due sembravano perlopiù dei perfetti sconosciuti. Si parlavano poco o niente, durante l'arco della giornata, magari quando il celeste gli riferiva gli argomenti che sarebbero stati svolti in classe, tramite il gruppo classe, o quando avrebbe dovuto misurare la temperatura, per verificare fosse aumentata o meno. L'ultima loro conversazione, insomma, che si potesse chiamare tale, avvenne più o meno il giorno prima che Kyan decise di fuggire da casa, all'insaputa dell'altro. Si rifugiava in quei suoi fumetti, per riempire quel vuoto che nacque in quei due giorni.

"Oggi sarebbe stata una bella giornata"

Udì un mugolio proveniente dalla sua stanza, Hasegawa, e comprese in un attimo si trattasse di Reki. Non volle entrate per rispondere, poiché era quasi certo stesse parlando da solo. Era più un lamento confuso, probabilmente fra le sue labbra vi era ancora il termometro.

In effetti, non aveva torto. L'atmosfera era ancora impregnata di fresca umidità, ma in un certo senso era piacevole. Vi erano piccoli cumuli d'acqua piovana nelle conche formatesi su quella strada asfaltata, ma il sole splendeva alto in cielo, senza nessuna nuvola grigiastra fungente da ostacolo. Era proprio una bella giornata, pensava. Ma pensava anche che, senza quelle infinite conversazioni che, dopo un po' trovava anche strazianti, con il rosso, l'atmosfera assumeva del grigio.

"Reki, devo controllarti la temperatura."

Bisbigliò cauto il celeste, mentre faceva per aprire leggermente la porta, controllando se l'altro stesse dormendo o meno. Come si aspettava, quest'ultimo era perfettamente sveglio. Fissava il vuoto, con le lenzuola che lo vestivano tutto, tranne le ciocche rosse che facevano capolino, disperse sul largo guanciale.

Hasegawa scostò la coperta, estraendo il termometro dalle labbra sottili dell'altro, per poi verificare quanta febbre avesse. Questa si ostinava a non calare, mantenendosi sempre sui 38 gradi circa. Ciò era probabilmente dovuto al fatto che le ore di sonno di Kyan sembravano in qualche modo assenti.

"Reki, la febbre non si abbassa. Perché non provi a dormire un po'?"

Il più basso esitò per un attimo a rispondere, non degnando minimamente l'altro d'uno sguardo.

"Prova ad addormentarti immaginando un qualcosa nella tua testa. Con me ha funzionato, no?"

Gli consigliò il celeste, riferendosi al loro primo incontro, nel quale la sua immaginazione aveva preso completamente il sopravvento. Benediceva quel giorno, giorno in cui nel suo petto ardevano le più variegate emozioni. Dette quelle parole levò le tende, dopo aver posato il termometro sul comodino, di fianco al letto nel quale giaceva Reki. Socchiuse la porta. Nell'eventualita che il rosso avesse detto qualcosa, lo avrebbe sicuramente sentito. Poi afferrò il telecomando, lasciando incompleta di quel manga, non trovando più la voglia di continuarlo, ora intento a cercare sullo schermo della TV qualcosa di accattivante che sperava avrebbe attirato la sua attenzione.

Dall'altra parte il rosso sembrava non aver ancora realizzato che il più alto fosse davvero entrato in quella stanza, voltandosi di scatto solo qualche minuto dopo la sua uscita. Decise poi di ascoltare il suo consiglio, provando a dar sfogo alla sua immaginazione, sicuramente più vasta di quella di Langa, e ciò rendeva tutto più facile.

"Ci proverò."

꧁𝙞 𝙗𝙪𝙞𝙡𝙩 𝙖 𝙛𝙧𝙞𝙚𝙣𝙙꧂  𝚕𝚊𝚗𝚐𝚊 𝚡 𝚛𝚎𝚔𝚒Where stories live. Discover now