ⁱ ᵈᵒⁿ'ᵗ ʷᵃⁿᵗ ᵗᵒ ᵈⁱˢᵃᵖᵖᵉᵃʳ

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"Sono arrivato prima, quindi paghi per entrambi!"

Lo punzecchiò Reki, con tanto di linguaccia canzonatoria che gli ricordava di aver perso un'altra delle loro scommesse quotidiane, che ovviamente si riscontravano inevitabilmente von lo skateboard. Sarà stata la terza volta di seguito, che perdeva, il celeste, eppure non mancava di velocità, né di tecnica.

"Mi farebbe pena vederti pagare anche per me, e per di più non hai un soldo"

Rise Langa, per dissimulare l'avaro che pervadeva il suo palato per esser denominato anche oggi perdente, pattando gentilmente la chioma rossastra del vincitore, che sorrise appena, passando le mani sotto la benda color carbone. Ma d'altro canto diceva anche il vero: Reki era solito non portarsi neanche un penny, quando uscivano. Le opzioni solevano essere due, A: si dimenticava, B: li lasciava a casa appositamente, costringendo l'altro a pagare qualunque cosa volessero. E quel giorno fu tale. Anche se avesse vinto, a meno che non avessero avuto la voglia di ripercorrere circa quei 120 metri da casa, avrebbe dovuto subirsi comunque quello che in realtà non gli spettava di diritto.

Si trovavano dinanzi un negozio di skate, anche se la loro tappa prestabilita sarebbe dovuta essere in realtà il Parrotfish Course, che non distava molto da quella vetrina. Il rosso aveva già posato gli occhi su un paio di ruote che, apparentemente, permettevano di fare skate anche sotto la pioggia.

"Langa, Langa! Guarda quelle ruote!"

Lo strattonò leggermente, essendo il celeste impegnato a guardare da tutt'altra parte, per richiamare la sua attenzione. Questo sbuffò, oramai pronto a spendere fino all'ultimo centesimo della sua paghetta al part-time.

"Resistono alla pioggia?

Sospirò, Hasegawa, poggiando la fronte contro il vetro fresco di quel negozio.

"A quanto pare sì."

Kyan rise divertito, dopo aver afferrato il polso fino dell'altro, e averlo trascinato all'interno di quel negozietto.

Ah, non pensiate che mi sia dimenticata di soffermarmi su Langa, e credo sia ben giunto il momento di parlarne.

Non sapeva ancora perfettamente cosa provasse, la poteva definire una cottarella? Cioè, non che ci andasse fuori di testa, finendo per fare una di quelle figuracce da ragazzina timida e insicura di un qualsiasi anime. Insomma, per capirci, non era innamorato perso, o almeno di questo ne era convinta solo la sua coscienza. Il fatto è, che Langa trovava in Reki quel qualcosa, che non si sarebbe mai aspettato tutte le altre ragazze avessero. Non sapeva definire cosa quel ragazzo avesse in più rispetto a tutte loro, ma probabilmente era dovuto al fatto che, il rosso era l'unico che riusciva a comprenderlo davvero. Non sto esagerando, serio, neanche sua madre era riuscita ad addentrarsi nel carattere di suo figlio, che persino con lei se ne stava sempre sulle difensive. Ma con quel ragazzo non necessitava di alcun tipo di protezione, per paura di non piacere. Forse era questo, quel qualcosa che gli fece comprendere la sua, appena sbocciata, cotta. Ma non riusciva ancora a capacitarsi di essersi innamorato del suo amico immaginario. Insomma, se l'intesa non fosse stata buona, sarebbe scomparso per sempre, ed infondo lui non esisteva nemmeno.

Reki? Ah, lui era ancora all'oscuro di tutto, anche perché per Langa, metter in scena del non interesse, era una strada la quale era abituato a percorrere. Anche il più basso ci si metteva, troppo ingenuo per arrivare a certe conclusioni, cioè che il suo carissimo amico sarebbe riuscito ad innamorarsi di qualcuno del suo stesso sesso.

•ᵗⁱᵐᵉ ˢᵏⁱᵖ•

"Secondo te domani pioverà?"

Chiese Reki, mentre eseguiva le sue interminabili prove di montaggio di quelle ruote.

"A dire il vero non lo so, ma vorrei proprio vederle quelle ruote in azione."

La voce di Langa fuoriusciva ovattata, soffocata dal guanciale nel quale stava violentemente affondando la testa.

"Sei stanco?"

Lasciò perdere quello che stava facendo, il rosso, per dirigersi verso l'altro, che alzò appena la testa.

"Come sei perspicace, Reki."

Fece il celeste, poiché l'altro, aveva palesemente ribadito l'ovvio. Ma d'altronde, quando si esce in skate con uno come Reki, un requisito fondamentale è essere psicologicamente predisposti a consumare tutte le proprie energie corporee.

"Però, è stato divertente, un po' come sempre."

Hasegawa decise di tirarsi su dal cuscino, che divenne caldo, focoso, a causa dell'attrito col suo viso candido. Premette la schiena, ora debole, contro il muro, addossandoci inoltre la testa. Le gambe erano piegate, schiacciando violente le lenzuola grigiastre, ed aprendo una sottospecie di varco in mezzo ad esse. Chiuse gli occhi, oramai quella giornata lo stava uccidendo, e la fine di essa prospettava di crogiolarsi fino al tramonto del sole.

Non l'avesse mai fatto. Nel giro di poco avvertì una presenza in grembo, proprio sopra di esso, come se qualcosa lo stesse delicatamente schiacciando, e gli occhi serrati non gli permettevano di verificare.

Gli basto aprirli di poco, per capire si trattasse di Reki, bellamente accasciato sul varco creatosi dalle gambe di Langa, e per fargli tirare un sospiro di sollievo.

Anche se, in realtà, non vi era nulla per cui essere sollevati. Il rosso si fece piccolo, indifeso, come celando la sua presenza, ed il celeste lo percepiva; percepiva che era preoccupato, ma allo stesso tempo, in quella situazione, tranquillo e rilassato. Le emozioni del più basso si battevano per stabilire quale avrebbe avuto l'onore di pervaderlo, e l'altro lo sentiva, quasi più di lui.

Il più alto prese ad accarezzare dolcemente la chioma rossastra dell'altro, allentandogli la bandana, che sembrava stringergli la testa. Non sapeva minimamente perché la tenesse così stretta. Il capo del piccolo, si muoveva come tranquillo, non appena le mani soffici del grande lo sfioravano, con un tocco lieve, quasi inesistente. Evidente lo gradiva, Kyan, essere accarezzato come se fosse un cucciolo. Questo chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalle carezze gentili dell'amico, che stava riscattando il suo premio.

''Langa, non voglio sparire.''

Entrambi temevano potesse accadere, e nessuno dei due poteva permetterselo. Vivevano con quest'ansia impellente che aveva vita propria, che ogni tanto sussurrava loro nell'orecchio che quelli sarebbero potuti essere gli ultimi loro attimi.

''Non sparirai, Reki,''

'',almeno finché ci sarò io.''

꧁𝙞 𝙗𝙪𝙞𝙡𝙩 𝙖 𝙛𝙧𝙞𝙚𝙣𝙙꧂  𝚕𝚊𝚗𝚐𝚊 𝚡 𝚛𝚎𝚔𝚒Where stories live. Discover now