ᶠᵉᵉˡⁱⁿᵍ

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Langa si tormentava le mani, ansiosamente, attendendo il ritorno di sua madre. Insomma, da ciò che si scrissero un attimo prima, non poteva aver nulla di cui tranquillizzarsi.

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Langa, sei a casa?

Si mamma, perché?

Io credo rincaserò tra poco, ho finito le mie commissioni. Senti, Reki è con te?

Ah, no, è uscito poco fa, aveva da fare una consegna per il part-time, ora sono solo a casa.

Bene. Aspetta che torni io per uscire di casa, dobbiamo parlare di una cosa!

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Goccioline gelide di sudore grondavano dalla sua fronte, sudava freddo. Andiamo, dato il modo in cui la castana risolve i conflitti madre figlio, agitandosi ed andando nel panico appena il figlio prende parola, non si sarebbe mai aspettato che avessero qualcosa di cui parlare. E di quello che scrisse, sembrava anche piuttosto sicura. Non riusciva a vederla, data la distanza fra i due, separata da un display, ma stranamente riusciva a percepirlo.

Ora, valanghe di pensieri fecero ingresso nella sua, oramai confusa, mente.

Speriamo che Reki non si faccia vivo proprio ora!

Cosa avrà di tanto importante da dirmi, mia madre?

E non l'avesse mai pensato. Parli del diavolo e ti spuntano le corna, poiché in quel momento, il campanello decise di suonare. L'angoscia non si astenne dal salire, mentre Hasegawa tentava di compiere una lunga e accurata pausa di riflessione, per decidere se mettere un piede davanti l'altro e dirigersi verso la porta, per aprirla. Come se non bastasse, non aveva la benché minima idea di chi fosse. Reki? La madre? Il fattorino? Ma la vera natura di questo dilemma si sarebbe svelata solo se la porta di quella abitazione si fosse decisa a spalancarsi, e poteva farlo solo con l'aiuto del celeste.

Giaceva lì, in piedi come uno stoccafisso, dinanzi all'uscio della sua dimora. Dedusse, mentre si stava avvicinando, che non si trattasse di Kyan. Oramai, lo stesso ragazzo che lui creò, lo conosceva come il palmo della sua mano. Sapeva che, messo in attesa, soleva spazientirsi facilmente. Se entro che so, 10 secondi, Hasegawa non avesse aperto la porta, il rosso si sarebbe messo a prenderla a calci, violentemente, nella speranza di venir udito. E di ciò era anche sollevato; Reki, era l'ultima persona che avrebbe desiderato vedere, prima del fatidico discorso con la megera.

''Langa, aprimi!''

La voce calma e rilassata della castana si infiltrava attraverso lo spiraglio di luce chiara al centro della porta. Il celeste, in quell'istante allora, decise di sottoporsi suo malgrado, a questa che sembrava rivelarsi una tortura.

Aprì la porta con tutta la nonchalance di questa terra, ma ciò che ho detto è inconfutabilmente contrastante alle mosse le quali il pallido decise di compiere. Con un sorriso a dir poco forzato, schiavò lentamente la porta. Anche se sapeva di chi si trattasse, preferì accertarsi di chi ci fosse davanti l'uscio di casa sua. La madre lo accolse con un sorriso, e lui non poté far altro, se non ricambiare.

''Puoi aiutarmi con le buste?''

La donna sorreggeva con entrambe le braccia sacchi di plastica, apparentemente pesanti, accompagnati con altri due, abbandonati sul suolo. Il figlio li raccolse, con un mugugnio provocato dallo sforzo che stava impiegando per sollevarli da terra.

꧁𝙞 𝙗𝙪𝙞𝙡𝙩 𝙖 𝙛𝙧𝙞𝙚𝙣𝙙꧂  𝚕𝚊𝚗𝚐𝚊 𝚡 𝚛𝚎𝚔𝚒Where stories live. Discover now