8| Un'anima rotta resta spezzata

En başından başla
                                    

Eravamo un duo lei ed io, sapevo quante docce si faceva al giorno e quali succhi di frutta beveva ed a quali ore. Lei sapeva tutto di me, non avevo filtri quando parlavamo, qualsiasi cosa mi passasse per la testa era la prima persona a cui la raccontavo.

E credevo fosse lo stesso per lei. O meglio, lo era, fin quando non è spuntato O'Connell.

Erano passate due settimane dal Sabato notte che Travis e la mia migliore amica avevano trascorso insieme. Quando avevo visto Rais mostrarsi sempre restia nel rispondere alle domande relative a Travis, avevo inteso il suo distaccamento come un imbarazzo dell'esserci andata a letto e non avevo insistito oltre, fermamente convinta che il loro incontro non fosse durato più di una notte. Ed avrei continuato a crederlo lui non fosse piombato durante il corso a quel modo.

Perché Rais non mi aveva detto niente? Esponenzialmente, la prima ondata di rabbia venne repressa da un moto d'angoscia. Non mi aveva più parlato di lui dopo quel giorno. Non mi aveva detto che si vedevano, scrivevano ed evidentemente frequentavano. Non mi aveva detto niente.

Una morsa mi strinse il petto. Non si trovava più a suo agio nel raccontami tutto? Vacillai focalizzandolo e sfocalizzando lo sguardo sull'orologio dell'aula. Un'ipotesi che credevo lontana si materializzò più concreta di quanto credessi. Si sarebbero fidanzati e lei sarebbe sparita dalla mia vita? Perché sennò tenermi questa frequentazione nascosta?

«Ailis.» si avvicinò Raissa destandosi, il neo sul sopracciglio a fissarmi assieme alle sue pupille serie. Ostentava sicurezza, ma le leggevo negli occhi quanto fosse dispiaciuta per avermi ferita.

«Smettila immediatamente di pensare qualsiasi cosa tu stia pensando.» continuó, la guardai alternando lo sguardo nelle sue iridi scure, terrorizzata dall'idea di perderla.

«Qualsiasi cosa tu stia pensando, sono sicura sia sbagliata. Io, ehm, non te l'ho detto perché non so bene cosa stia succedendo fra me e lui. So che Travis non ti piace, e prima di allarmarti volevo essere sicura di sapere quello che provavo.» rimasi in silenzio.

«E lo so che sembra una scusa del cazzo, ma davvero, non so cosa stia succedendo.» vederla così in panico mandó in panico anche me.

«Mi dispiace solo che tu non me l'abbia detto, lui o un altro sarebbe stato uguale.» ammisi. Non avevo tempo per soffermarmi sul fatto che quel lui fosse proprio Travis, non in quel momento.

«Scusa, so che avrei dovuto dirtelo prima ma...è tutto così complicato.» dalla sua fronte nacquero una seria di rughe di ulteriore conferma di quanto si sentisse in colpa.

Se si sentiva così in colpa perché non me ne aveva parlato di sua iniziativa?

«Adesso non saprei dirti niente di concreto, ma fidati di me Lis, più avanti ti spiegherò tutto.» la sua sembrava una dichiarazione velata di un qualcosa di più serio. «Fidati di me.»
Ognuno agisce guidato dalle proprie credenze, Raissa non mi aveva mai dimostrato d'essere una cattiva persona, anzi. Le credetti l'istante successivo che me lo chiese.

Si spostó dalla sedia e mi strinse forte senza fare rumore, consapevole d'aver capito cosa mi avesse scaturito la sua omissione di informazioni.

La mia paura di perderla.
L'aveva alimentata, cibata e nutrita. Quella logora e rotta sensazione sempre all'erta, si era sciolta come ghiaccio al sole mostrandosi in tutta la sua imponente cattiveria.

Avevo paura di perdere Raissa, Matthew e Nesta da un momento all'altro tutti i giorni. Una paura viscerale. Guardavo meticolosamente come erano vestiti ogni volta che li vedevo nel caso dovessi riconoscere i loro abiti se dovesse succedergli qualcosa.

Avrei voluto creare una bolla sussistente con il proprio ecosistema nella quale vivere per sempre solo noi quattro, una muraglia sicura da tutto il resto.

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