Dick

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Fissai il bicchiere di vetro vuoto nella mia mano destra, lo sguardo perso in qualche pensiero su ciò che avevo perso.

Kori.

Non riuscivo a pensare ad altro. Nemmeno bevendo mille bicchieri di whisky il suo nome mi abbandonava. Mio malgrado ne chiesi un altro, senza nemmeno fare caso alle deboli proteste del barista.

Sapevo che era tutto inutile, che anche se bevevo per giorni interi lei non sarebbe mai tornata da me. Ma cos'altro avrei potuto fare? I Titans non erano gli stessi senza Kori. Gar, Rachel e Jason erano giovani e avevano bisogno di una figura più solida di me su cui contare. Io non ero mai stato fatto per una squadra, non ero mai stato portato per insegnare agli altri e questo si era notato in più occasioni.

Ripensai a come mi ero comportato con Rachel quando mi aveva chiesto aiuto la prima volta, a come alla prima occasione avevo cercato di scaricarla a Hank e Dawn convinto che sarebbe stata la decisione migliore. Così egoista e incosciente. Come avrei potuto ora guidarli?

Bevvi un altro sorso di whisky, mentre i rimorsi e la vergogna per il mio comportamento passato mi invadevano. Continuavo a ricacciare indietro le lacrime, che dalla scomparsa di Kori tentavano di uscire in ogni momento di debolezza. Non volevo piangere né disperarmi ulteriormente. E soprattutto non volevo farmi vedere dai Titans in quello stato, avrei peggiorato solo tutto.

In quel momento mi venne in mente che avevo concordato con Gar di vederci vicino alla Torre ore prima e che stupidamente ero mancato al mio impegno. Per un attimo mi preoccupai, pensando che forse Gar si stava chiedendo dov'ero. Ma poi cacciai via quel pensiero, che mi stava già facendo pulsare la testa per la preoccupazione. 

Mi avrebbe sicuramente chiamato. Sarà alla Torre a dormire ormai.

***

Stavo finendo il mio ennesimo bicchiere di whisky quando sentii il cellulare squillare. Il suono sembrava talmente lontano che per un attimo pensai che si trattasse del telefono di qualcun altro.

Poi il barman mi fece segno di guardare nella tasca, con evidente disagio. Io mi alzai barcollando e presi la mia giacca di pelle marrone. Dopo altri minuti di sforzi per capire quale tasca fosse, riuscii a rispondere. Le chiamate perse erano ormai tre.

<<Finalmente! Dove sei? C'è Gar con te?>> la voce di Jason era nervosa e impaziente. Io ci misi un po' a comprendere le varie domande e lo sentii sbuffare di frustrazione.

<<Sono in un bar>> dissi semplicemente, troppo ubriaco per approfondire la risposta.

<<Cosa?>> chiese confuso e io stavo per dire nuovamente la mia risposta quando lo sentii parlare ancora, questa volta furioso. <<E le ricerche di Kori? Sai che ore sono?>>. Lo sentii respirare a fondo per calmarsi. <<Dimmi almeno che Gar è lì con te>>.

<<Non è qui>> risposi imbarazzato. Jason aveva ragione, ero stato molto sconsiderato. Ma non capivo a pieno che cosa lo portasse a farmi la ramanzina.

<<Per la miseria, Dick! Gar potrebbe essere in pericolo adesso. Anzi, tutti noi lo siamo>> si alterò di nuovo.

<<Che succede?>> chiesi intontito, l'alcool che mi appesantiva la testa e non mi permetteva di ragionare.

<<La torre è stata attaccata>> riuscii a percepire una nota di tristezza nella sua voce, come se ci fosse qualcosa di più di questo.

<<Tu e Rachel state bene?>>

Quando non ricevetti risposta compresi cos'era successo e improvvisamente mi sentii lucido e abbattuto come Jason. Presi la giacca, lasciai dei soldi al barista e uscii subito dal locale.

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