Galeotto fu l'ascensore

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"Ora basta parlare di me... dimmi un po', sei fidanzata?"

Per quanto fossi consapevole delle buone intenzioni di Chris, quella domanda mi fece rattristire, e non poco. La verità era che dopo Mark il mio cuore non era mai più battuto per nessun altro. Certo, ero stata a letto con altri uomini, ma non ero mai riuscita ad avere una relazione stabile, duratura. Forse perché distratta dall'università, forse perché non avevo mai trovato quello giusto, o forse perché, in fondo, non avevo mai dimenticato il mio primo vero amore, e credevo che qualunque altra relazione non sarebbe mai stata bella e significativa neanche la metà di ciò che avevo avuto con Mark.

"Mh... no." risposi, e la mia espressione si fece inmediatamente più seria. Di certo quello era l'ultimo degli argomenti di cui mi andava di parlare.
"Oh... vedo che ho toccato un tasto dolente." constatò lui, facendosi più serio. "Quindi non sono l'unico a soffrire per amore..." scherzò poi, tentando di riportare leggerezza alla conversazione. Di certo il mio shuardo triste gli aveva fatto intendere qualcosa.
"No aspetta non... andiamo... cosa vai a pensare?" lo interruppi, avendo già compreso dove andasse a parare. "Non soffro per nessuno, semplicemente non ho ancora trovato quello giusto." cercai di placare immediatamente la miriade di pensieri che sapevo stessero già affiorando alla sua mente.
"I tuoi occhi però dicono tutt'altro..." disse, guardandomi e sfoggiando un sorriso quasi maliconico, empatico, quasi riuscisse a capire a cosa stessi pensando, come sapendo di essersi ritrovato nella mia stessa situazione, pur non essendo a conoscenza di cosa mi tormentasse.

"Wright e Jones, non venite pagati per fare conversazione, vedete di mettervi a lavoro!"

Sentimmo improvvisamente il dottor Evans urlare alle nostre spalle, interrompendo bruscamente la nostra conversazione.
"Ci scusi, dottor Evans." si precipitò subito Chris, con finto fare mortificato, anche se potevo ben constatare come in realtà fosse solo tremendamente scocciato dal nostro capo. Evans che, dopo avergli rivolto un'occhiataccia, si avvicinò a me con aria più calma, e disse, sempre con tono autoritario:
"Signorina Jones, venga tra una decina di minuti nel mio ufficio, il suo contratto è pronto."
"Va bene." gli risposi immediatamente, come temendo di infastidirlo ancora.

Non è da me spaventarmi davanti ai gradassi, e credo si sia compreso bene dai miei trascorsi. Ma lui, il modo oscuro e tenebroso in cui guardava qualunque persona gli si parasse davanti, mi faceva raggelare il sangue. Anche quando sembrava comportarsi in modo gentile, era sempre distante e disinteressato, come se qualcuno avesse fatto spegnere la scintilla del suo essere. Di sicuro, per essere diventato così, doveva essergli successo qualcosa, qualcuno aveva dovuto ferirlo in passato. Come facevo a dire quelle cose dopo così poco tempo? Negli anni avevo imparato a riconoscere i feriti, i delusi, coloro che hanno perso la speranza di essere amati, di essere scelti; coloro che vagano nel mondo senza una meta, orientati puramente verso le loro carriere e i loro obiettivi professionali, reprimendo completamente i propri sentimenti. Ero riuscita a comprenderli, a riconoscerli, forse perché in fondo anch'io mi sentivo un po' come loro.

Restai a parlare con Chris ancora un po', poi dopo pochi minuti mi avviai con fare svelto verso l'ufficio di Evans, quasi temendo di averlo fatto aspettare troppo. Così, di fronte alla sua porta, senza dire nulla, feci per bussare.

"Sì Jones, entri pure." disse il dottor Evans da dietro la porta, già sapendo fossi io. Così entrai e, in religioso silenzio, mi sedetti di fronte alla sua scrivania, cominciando a leggere accuratamente il contratto che aveva sfilato da una cartellina qualche istante prima.
"Cosa c'è, non si fida?" mi chiese, osservandomi controllare minuziosamente ogni particolare, quasi stessi cercando un cavillo o una truffa.
"Mia madre è un avvocato, mi ha insegnato a leggere sempre per bene i contratti prima di firmarli."
"Crede abbia così tanta voglia di truffarla, signorina Jones?" mi interruppe, sorridendomi con sguardo di sfida, quasi volendo capire di che pasta fossi fatta.

I still love youWhere stories live. Discover now