I miei nuovi colleghi

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Bussai alla porta dell'ufficio di Luke Evans, quello che da lì a poco sarebbe diventato il mio capo.

"Chi è?" sentii una voce profonda squillare da dietro la porta.

Ah però! Promettente, davvero promettente...

"Dottor Evans, sono Ivy Jones. Sono qui per il colloquio." risposi immediatamente.
"Ah sì, certo. Prego, si accomodi." disse.

Entrai e mi ritrovai davanti un ufficio enorme, con delle grandi vetrate che lasciavano ammirare un panorama mozzafiato. L'arredamento era moderno, ovviamente, e le pareti erano d'un verde pistacchio che non mi dispiaceva affatto. Era, effettivamente, davvero molto elegante.
Il dottor Evans era seduto dietro alla sua scrivania, indaffarato da certe pile di scartoffie. Quando mi vide entrare, si alzò in piedi e mi allungò la mano, che prontamente mi affrettai a stringere.

"Molto piacere, sono Luke Evans. Prego, si accomodi." disse, indicandomi la sedia di fronte a sé con la mano. Gli diedi ascolto e mi misi seduta. Lo vidi poi leggere frettolosamente il curriculum che avevo mandato via mail qualche settimana prima.

"Bene bene, vedo che si è laureata in lettere con il massimo dei voti." disse, annuendo soddisfatto e continuando al contempo a leggere.
"Sì, è così." risposi timidamente. La mia lingua lunga purtroppo funzionava solo con i miei amici, mentre in situazioni come queste la mia parlantina sembrava, improvvisamente, svanita nel nulla.
Non potei fare a meno di notare l'eleganza del dottor Evans, né tantomeno il suo charme. Nonostante il suo lavoro fosse probabilmente molto sedentario, aveva un fisico di tutto rispetto. I suoi capelli erano di un biondo cenere e i suoi occhi verde smeraldo. Non era per niente male, a esser sincera.

"È la sua prima esperienza?" mi chiese, interrompendo i miei pensieri alquanto superficiali.
"Sì, mi sono laureata solo pochi mesi fa." risposi sinceramente, sapendo la cosa non andasse affatto a mio favore.
"Mh... d'accordo." disse, e lo vidi fare un'espressione indecifrabile, al che ne fui subito spaventata.
"... m-ma imparo in fretta! Se mi assume, giuro che non la deluderò, dottor Evans." aggiunsi, incespicando: ero tremendamente nervosa.
"Tranquilla, non è un problema." disse, sorridendo, probabilmente divertito dalla mia imbranataggine, al che tirai un sospiro di sollievo.
"Siccome non ho tempo di cercare altri candidati, e per ora lei sembra essere la più qualificata fra tutti quelli che si sono presentati, posso già dirle che è assunta."
A quelle parole iniziai a immaginare il mio grande futuro: io, Ivy Jones, scrittrice affermata e pluripremiata.

Mi faranno vincere un Nobel per la letteratura? Faranno dei film basati sui miei libri? O forse-

"Signorina Jones, tutto bene?" il dottor Evans interruppe i miei pensieri.
"Sì, mi scusi... stava dicendo?"
"Può iniziare già da questa mattina.
Più tardi la chiamerò per firmare il contratto."
Si alzò in piedi, al che mi alzai anche io.
"Mi segua."
Camminammo fino alla reception, dove una ragazza bionda sulla ventina stava usando il suo cellulare.
"Walker! Cosa diamine stai facendo? Quante volte ti ho detto che qui si lavora! Non ti paghiamo di certo per oziare sul tuo telefono!"
"Mi scusi, dottor Evans. Stavo solo guardando l'orario."
"Dio mio Walker, usi sempre la stessa scusa dai tempi del liceo? Sai, potresti essere anche più creativa ogni tanto, vista l'azienda in cui lavori. In ogni caso... accompagna Jones negli uffici e spiegale il suo lavoro, prima che decida di farti fuori e di offrirle il tuo posto..." disse con tono aggressivo.
"Certo dottore, e mi scusi ancora." rispose abbassando lo sguardo, mortificata.

Bene, è uno stronzo. Ottima notizia!

"Andiamo." disse la ragazza, non appena Evans se ne fu andato, guardandomi con sguardo a tratti inorridito.
"C'è qualcosa che non va?" chiesi allora.
"Pensavo che Evans avesse dei gusti migliori."
"Ehm... credo di non capire." risposi confusa.
"Credo tu abbia capito perfettamente invece." replicò immediatamente. "Ah, ti avviso piccola: non provarci con lui, o non avrai vita facile qui." aggiunse poi.
"Come prego?"
"Le conosco quelle come te, siete tutte delle gatte morte. Ma lui è mio."
"Se lo tenga pure." dissi, con tono alterato.

Che cafona!

"Lo farò eccome!" rispose, accennando un finto sorriso sulle labbra.
Tralasciando il fatto che non avevo minimamente pensato ad Evans in quel senso, anche perché, pur essendo oggettivamente un bell'uomo, non era il mio tipo. In ogni caso, lei non si sarebbe dovuta minimamente permettere di fare delle insinuazioni del genere, soprattutto non dopo cinque minuti che vi eravamo incontrate.
Arrivate agli uffici, miss simpatia mi spiegò brevemente il mio lavoro.
"Tutto chiaro?"
"Cristallino."
"Bene... ah e Jones, si ricordi di quello che le ho detto poco fa. Buona giornata." disse, facendomi un'occhiolino.

La conosco da una roba come dieci minuti, ma già mi sembra antipatica come un dito in culo. Mi sembra un ottimo inizio!

"Lasciala perdere, fa così con tutte le nuove ragazze da cui si sente minacciata." sentii una voce maschile alle mie spalle.
"Cosa?" chiesi, voltandomi.
Mi ritrovai di fronte un ragazzo sui trent'anni, dai capelli castani e gli occhi scuri. Il suo abbigliamento era eccentrico, inconsueto, ma non lo faceva affatto sfigurare tra tutti quei quarantenni in giacca e cravatta; lo rendeva anzi più giovane, più fresco, più interessante. Non potei far a meno di notare le profonde fossette che gli scavavano le guance, che gli davano un'aria ancora più intrigante.
"Oh scusami, non mi sono neanche presentato. Mi chiamo Chris, lavoro anch'io qui." disse, allungandomi la mano che prontamente gli strinsi.
"Piacere, sono Ivy." risposi, sorridendo.
"Cosa mi dicevi a proposito dell'arpia?" aggiunsi poi, incuriosita dalle sue parole.
Mi sorrise.
"Oh sì, certo... stavo dicendo che fa così con tutte le donne più belle di lei."
"Ah..." arrossii. "Perché io sarei più bella di lei?"
"Io non posso giudicare, sai, ho dei gusti leggermente diversi..." disse sospirando, guardando un uomo affascinante nell'altro capo della stanza che parlava con dei colleghi.
"Ma conoscendo i gusti dei miei amici, credo che tu sia molto oltre ciò che può definirsi una gran fregna."
Scoppiai a ridere a quelle parole.
"Grazie, mi hai migliorato l'umore... e allora dimmi un po', chi è quell'uomo misterioso che stavi guardando?" chiesi, incuriosita.

Ivy Jones non è una che riesce a farsi i fatti suoi!

"Quello è Oliver Cooper, il ragazzo più etero che esista. Dicono esca ogni sera con una donna diversa, e che le faccia tutte impazzire, con le sue doti... beh, insomma, capisci cosa voglio intendere..." disse divertito. Poi si appoggiò alla scrivania col gomito e sbuffò.
"Lavoro qui da tre anni, sette mesi, due ore e quattordici minuti. E sono innamorato di lui da tre anni, sette mesi, due ore e circa dodici minuti e mezzo..."
"Cavolo..."
"Lo so, sembra stupido... ma andiamo, guardalo! Come faccio a togliermelo dalla testa?!"
Lo osservai attentamente, mentre era intento a sorseggiare un caffè alle macchinette, in compagnia di una mora alta sul mentro e ottanta. Effettivamente non potevo biasimarlo: era davvero molto affascinante.

I still love youWhere stories live. Discover now