Capitolo 26

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Last night while you were lying in my arms

And I was wondering where you were 

You know you looked just like a baby

Fast asleep in this dangerous world


Eurythmics, "When tomorrow comes"


CIÒ CHE È SCRITTO NEL DIARIO DI TEA


ANNO 2010

DICEMBRE

Città Grande


L'aereo spinse i motori alla massima potenza e si mosse.

Tea era bloccata, inerme, al centro della pista, e il jet puntava dritto contro di lei. 'Ci sei cascata di nuovo, sei la solita sciocca!' ripeteva una voce.

La voce era quella del pilota, e il pilota era Loris. Loris? Cosa ci faceva lui al comando?

Doveva capire, doveva chiarire. Mosse un passo in avanti, schermandosi come meglio poté dal vortice di polvere e dallo spostamento d'aria, cercando di scrutare cosa si celasse dentro quel mostro.

L'accelerazione improvvisa causò un rombo assordante, come lo scoppio di mille tuoni, portandosi dietro lo strascico di una risata agghiacciante.

Fu a quel punto che lo vide. Era Daniel. Sì, era proprio lui. Sedeva a uno dei posti finestrino, guardava fuori, ma era come se non la vedesse. Sorrideva, felice di partire. Tea provò a chiamare il suo nome, ma la voce le si incastrò in gola. Il suo grido si tramutò in affanno, mancanza d'aria, dolore al petto. L'aereo era ormai a un passo. Chiuse gli occhi e si rassegnò all'inevitabile schianto.


Lo spavento fu tale che Tea si svegliò di soprassalto. Era madida di sudore e il cuore le batteva all'impazzata. Le era sembrato tutto così vero che le occorse qualche istante per combattere lo smarrimento e realizzare che si era trattato solo di un incubo.

Attorno a lei regnava un'oscurità quasi totale, smorzata solo dalla luce bluastra della notte che filtrava dalle imposte accostate. Tea sbatté le palpebre e cercò di ricordare dove si trovasse.

Poi riconobbe i tratti familiari dell'arredo, visibili nella penombra. Conosceva bene quella stanza, ci era già stata parecchie volte, tempo addietro. L'improvvisa consapevolezza di trovarsi a Villa Dal Forte la fece scattare a sedere sul letto.

Fu allora che qualcosa – o meglio qualcuno – vicino a lei si mosse e cambiò posizione, riportandole alla mente in un secondo ogni dettaglio di ciò che era accaduto quella sera.

Non era sola, nel grande letto: accanto a lei c'era Daniel. Il suo Daniel.

Sopraffatta dal sollievo, Tea si lasciò ricadere mollemente sul cuscino.

Era stato un terribile incubo, ma per fortuna era finito.

Inspirò a pieni polmoni, riscoprendo la sensazione di infinito che le trasmetteva quella fragranza fresca, pulita come l'aria di montagna. Le era mancata così tanto negli ultimi anni! Come aveva fatto a sopportare tutto quel vuoto? Come aveva potuto resistere? Come aveva potuto sopravvivere senza avere accanto l'unica persona che fosse in grado di dare un significato alle sue giornate?

Non c'è una nuvolaOnde histórias criam vida. Descubra agora