Capitolo 14

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You say, you wander your own land

But when I think about it,

I don't see how you can


Keane, "Everybody's Changing"


CIÒ CHE È SCRITTO NEL DIARIO DI TEA


ANNO 2006

DICEMBRE

In una baita sui monti


Quello stesso pomeriggio Daniel e Tea si godevano la pace della vacanza seduti a un tavolino del bar dell'hotel, accanto a un camino scoppiettante, in attesa che Angelo e Alice li raggiungessero.

Approfittando del momento, Daniel decise di affrontare un tema su cui da tempo desiderava scoprire di più.

Tea era fantastica, ma c'era sempre una parte di lei che la ragazza teneva ben nascosta e tutta per sé, e questo valeva sia per le questioni di poco conto che per quelle importanti. Daniel non capiva se fosse lui stesso la causa di quel comportamento, o se il motivo fosse un altro. Così osò rischiare, sperando che decidesse di aprirsi con lui.

"Posso chiederti una cosa?" le domandò.

"Certo! Dimmi pure" rispose Tea, alzando gli occhi dal menù.

"Come sei arrivata ad avere questa grande passione per il restauro e i mobili antichi?"

"È stato grazie a mio padre" spiegò lei, questa volta senza farne mistero. "È sempre stato affascinato dalle dimore storiche. Per la quantità di fatti che vi si sono svolti, per i personaggi che le hanno abitate, vissute... c'è tutto un universo a noi sconosciuto, che aleggia fra quelle pareti. Nulla di ciò che è stato potrà mai tornare, ma allo stesso tempo è come se avesse l'opportunità di rivivere negli oggetti, nei mobili che sono rimasti lì. Per anni, qualsiasi viaggio o gita di famiglia ha incluso almeno una tappa in luoghi di questo tipo. Era bello stare tutti insieme... Poi, col passare del tempo, mia mamma e Ruby hanno smesso di partecipare. I loro interessi sono differenti, investono in altro modo il loro tempo libero. Io invece sono rimasta affascinata da quel mondo. Ancora oggi capita che io e mio padre organizziamo visite a ville storiche, palazzi e musei. È un ottimo modo per trascorrere del tempo insieme e avere qualcosa in comune di cui discorrere. Non è facile, sai, con uno come lui, che è sempre di poche parole.

Col passare del tempo ho iniziato a studiare, a riconoscere le differenze tra gli stili, le epoche, le provenienze di quegli oggetti... e crescendo, a poco a poco, l'amore per la teoria si è trasformato in desiderio di pratica. Quando lavoro, ho l'opportunità di dare nuova vita a qualcosa che altrimenti scomparirebbe, e lo trovo magnifico. È un modo per ricordare che è stato il passato a portarci dove siamo ora, come se mantenessimo vivo lo spirito di chi è esistito prima di noi. Ecco tutto. Perdonami se ti ho travolto con questo discorso noioso. È che quando ne parlo mi lascio trasportare... lo trovi stupido, vero?"

"Al contrario!" esclamò Daniel, infervorandosi. "Non c'è nulla di stupido in quello che fai. È... creativo, ci vuole una certa conoscenza, servono abilità. Insomma: non tutti sarebbero in grado di fare le cose che fai tu. Dunque perché te ne vergogni così tanto?"

Tea sospirò, stringendosi nelle spalle. "In passato ho provato a parlarne con qualcuno, ma è sempre finita con delle grandi prese in giro. Quasi tutti reputano che il mio sia un hobby da vecchi montanari, non adatto a una ragazza. O almeno, quelli della nostra età la pensano così."

Non c'è una nuvolaTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon