Capitolo 12

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What's going on in that beautiful mind?

I'm on your magical mystery ride

And I'm so dizzy, don't know what hit me

But I'll be alright

John Legend, "All of me"


CIÒ CHE È SCRITTO NEL DIARIO DI TEA


ANNO 2006

NOVEMBRE

Panesecco


Seduta alla scrivania in camera sua, Tea sottolineò un paragrafo sugli ammortamenti che proprio non voleva entrarle in testa. Poi sbuffò, guardò fuori dalla finestra e si lasciò pigramente distrarre dalle ultime foglie che cadevano dagli alberi.

Il clima mite di quel sabato era raro, in autunno inoltrato. Nonostante fosse novembre, il cielo pomeridiano era nitido, e le foglie più tenaci dei lecci e dei castagni sui pendii intorno a Panesecco vi si stagliavano contro, orgogliose di resistere, splendenti come fiamme vive.

Tea sospirò, inquieta. Anche lei si sentiva in fiamme, in subbuglio. Ogni volta che ripensava a Daniel e alla serata che avevano trascorso insieme, il suo cuore faceva capriole e lo stomaco sembrava non volerne sapere di restare al suo posto.

Sarebbe accaduto... sarebbe accaduto! Sì, se solo lei non si fosse fatta prendere dal panico.

Una volta tornata a casa, poi, il timore di rendersi ridicola era stato così forte da decidere di non farsi più viva. Aveva lasciato Daniel in sospeso, senza una vera e propria promessa di rivedersi di nuovo.

Perché si stava comportando così? Ad essere sincera, nemmeno lei capiva quale oscuro meccanismo di difesa l'avesse spinta ad allontanarsi in quel modo. Dato che tutto, di lui, le accendeva i sensi e le illuminava l'animo.

Ormai era passata una settimana. Alice non l'aveva chiamata per farle una delle sue piazzate e questo significava solo una cosa: Daniel non aveva raccontato nulla della loro serata sul lago, né a lei né ad Angelo.

Forse l'aveva messo in difficoltà, forse l'aveva offeso. Oppure Daniel aveva abbandonato l'impresa, pensando che non valesse la pena perdere altro tempo con lei. Che era l'opzione più probabile, ma anche quella più terribile. Al solo pensiero Tea si sentiva mancare l'aria. Eppure era stata lei a respingerlo... e allora perché quella possibilità la turbava così tanto?

L'indomani, domenica, era in programma un'uscita a Città Grande per un aperitivo in compagnia. In quell'occasione avrebbe sicuramente rivisto Daniel, e Tea ancora non aveva idea di come si sarebbe comportata con lui. Non era mai stata così combattuta. L'istinto le suggeriva di abbandonarsi alla dolcezza delle sensazioni che quel ragazzo suscitava in lei, e allo stesso tempo una paura folle di non essere alla sua altezza la paralizzava.

Negli ultimi giorni Tea aveva fatto in modo di tenersi occupata il più possibile con le lezioni e gli impegni universitari, ma quel pomeriggio le era davvero impossibile concentrarsi.

Gettò un'occhiata poco più in là, sul comodino accanto al letto, verso il piccolo vaso in cui era sistemata la rosa che Daniel le aveva regalato. Era ancora più bella, ora che era sbocciata del tutto. Tea pensò che avrebbe dovuto farla seccare, così da conservarla per ricordo. Poi scosse la testa, dandosi della stupida. Perché conservarla? In ricordo di cosa, se stava facendo di tutto per rifuggire da quello che aveva provato quella sera?

Non c'è una nuvolaWhere stories live. Discover now