Capitolo 5

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Sometimes I wish I could go back to the start

To a time where clouds were white

And skies were a not so gloomy blue

I'd wake up knowing where I am

And where I'm gonna be

Won't somebody come and show me

After Arizona, "I can't do this on my own"


ANNO 2020

9 marzo, lunedì

Panesecco


Quel giorno a casa Guisan si sarebbero presentati tre ospiti. Tre persone con obiettivi diversi, che avrebbero ricevuto accoglienze di tipo diverso. Ma tutti e tre avevano una cosa in comune: erano lì per Tea.


*****


Il risveglio non era stato poi così male, e Tea si rallegrò di iniziare una nuova giornata con due importanti passi avanti: era a casa, e non aveva nausea o mal di testa.

Era difficile che quella sensazione di benessere durasse a lungo, ma aveva con sé i medicinali che le avevano prescritto in ospedale: sarebbe bastata una pillola per sprofondare nella confortevole nebbia dell'antidolorifico.

D'un tratto udì qualcuno parlare in giardino, a poca distanza dalla portafinestra della camera in cui si trovava.

"Non deve guidare, o allontanarsi da sola. Potrebbe essere soggetta a vertigini e mancamenti, per cui siate sempre pronti a soccorrerla."

"Tsk," commentò Celeste, caustica, "prima ci dite di starle a distanza, poi di non lasciarla sola. È ben difficile capire cosa dobbiamo fare per aiutarla, noi poveri genitori che ne abbiamo la responsabilità."

"Beh, sapete che è al sicuro nella sua stanza, tanto per cominciare. Potete venire ad accertarvi periodicamente che stia bene, magari vedendovi da questa portafinestra. E poi... ci sono diverse cose che potete fare, per aiutarla a sentirsi meno sperduta", spiegava la voce ovattata di una donna. "Per esempio: avete in casa delle fotografie in cui compare anche lei? Potrebbe essere un buon punto di partenza."

"Uhm..." rispose Celeste, "Di foto ne abbiamo, sì, ma più che altro di quando era bambina. Forse le più recenti sono quelle del matrimonio di sua sorella. Le altre, le sue intendo, se le è portata via quando è andata a vivere in città."

"Ne avrà sicuramente di recenti sullo smartphone..."

"Eh, no. Me l'hanno riportata a casa senza niente. Solo la carta di identità, mi hanno riconsegnato, e il biglietto da visita di un hotel. Il resto non sappiamo che fine abbia fatto. Forse si è perso sul luogo dell'incidente."

"Capisco. Avete un computer, in casa? Un tablet? Magari navigando in internet Tea potrebbe trovare qualche traccia di un suo account, qualche contatto... sa se è iscritta a qualche social network?"

"Sociache?" chiese Celeste aggrottando le sopracciglia.

"Facebook, Instagram, eccetera..." tentò di nuovo la donna.

"Ah, ho capito cosa intende. Le mie figlie con quelle cose lì non ci sono mai andate d'accordo. Sono tutte e due riservate, chiuse come due ricci. Per cavargli di bocca una qualsiasi informazione ce ne vuole, di impegno. Hanno preso tutto dal padre. E comunque, qui dentro internet non ce lo voglio. Quella roba lì l'ha inventata il diavolo in persona."

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