Fisso i suoi occhi nocciola mentre mi mordo la lingua; avrei tanti motivi in realtà. «Ok, ma tra tre ore devo essere di nuovo qua» accetto alla fine perché, come al solito, la curiosità e la voglia di passare del tempo con lui prevalgono sul resto. Guardo i jeans neri e la felpa grigia che indosso. «Devo cambiarmi?»

«No, tranquilla, andiamo.»

Afferra il telecomando sul divano per spegnere la televisione e io prendo il giubbotto prima di seguirlo lungo il vialetto. Sono sicura che non sa che oggi è il mio compleanno, ma sono comunque contenta di trascorrere qualche ora con lui in questo giorno un po' speciale.

Cammina davanti a me senza voltarsi neanche una volta indietro per vedere se sono in difficoltà: è un vero gentleman. Sale sulla moto e mi porge il casco.

«Ti ringrazio per l'aiuto» borbotto acida.

Lui di certo non concorre per essere il principe azzurro dell'anno come Elia o Lorenzo.

«Sei una ragazza indipendente, non hai bisogno del mio aiuto» ribatte, guardandomi con le sue iridi impenetrabili.

Lo fisso per un momento destabilizzata.
Cosa era... una specie di complimento?

Metto il casco e mi preparo ad affrontare il viaggio, pregando che possa uscirne incolume.

Il tragitto si rivela spericolato come di consuetudine, però riusciamo ad accostare davanti un vecchio palazzo in stile barocco senza nessuna ferita. Non ne sono sicura, ma credo che ci troviamo vicino al monastero dei Benedettini.

Scendo dalla moto e seguo Enea verso un ingresso del piano inferiore in cui usualmente erano collocate le botteghe. Apre la porta ed entriamo in un atrio poco illuminato, ma fortunatamente lui mi afferra il polso e mi trascina con sé in quella penombra, muovendosi con disinvoltura. Giungiamo in una stanza con le pareti insonorizzate rosso fuoco e una parete vetrata che permette la vista all'interno della sala di registrazione.

I componenti della band di Enea sono intenti ad accordare gli strumenti mentre il cantante, accortosi della nostra presenza, ci viene incontro.

È proprio la versione giovane di Lucius Malfoy.

«Enea, non ti aspettavamo oggi» dichiara, fissando prima lui e poi me.

«Cambio di programma» sentenzia il chitarrista mentre toglie la giacca nera di pelle.

«Resta qui ad ascoltare, ti piacerà» mi dice prima di entrare all'interno della sala e salutare gli altri.

Rimango sola con il biondo un po' strano e il suo silenzio mi fa sentire a disagio.

«Comunque, io sono Carla, piacere» mi presento, tendendogli la mano.

Lui la fissa per qualche breve istante, ma alla fine decide di non afferrarla e io ritraggo il braccio confusa.

«Se fossi qualcuno di importante, Enea ci avrebbe presentato» sentenzia con un tono altezzoso che incrementa la mia irritazione. «Cosa gli hai promesso per farti portare qui? Sesso a tre?» mi chiede con un tono di derisione.

«Come scusa? Io non ho promesso niente a nessuno! Neanche mi conosci.»

Come se non mi avesse sentita, continua a parlare: «Deve essere qualcosa del genere. Complimenti, ottima trovata perché non avrebbe mai portato una donna qui.»

Con queste parole raggiunge anche lui gli altri, lasciandomi da sola con i nervi a fior di pelle.

Ancora perplessa e infastidita, raggiungo una delle poltrone nere di fronte alla vetrata. Forse mi dovrei sentire lusingata perché sono la prima ragazza a venire qui con lui, ma in realtà la mia mente sta solo pensando a quanto sia puttaniere. Se così non fosse il suo amico non mi avrebbe parlato in quel modo.

Divisa a metàWhere stories live. Discover now