22. Thoughts and Glances

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instagram: lunatiepida

La mattina dello stesso giorno del ballo, c'era stata la cerimonia per la consegna dei diplomi.
Prima di andare, Bobby – facendo anche un po' il gradasso - si era più volte ammirato allo specchio, con la toga blu e il cappello da diplomando.
La sua camera era in ordine, sicuramente per colpa di sua madre, anche se a dirla tutta, il ragazzo entrava in quella stanza solo per potersi cambiare i vestiti.
Per il resto stava sempre in garage con i suoi amici.
Pareti bianche, qualche poster dei Blur, copriletto arancione e un telescopio accanto alla finestra: una normale stanza di un normale adolescente.
Troppo banale per un ragazzo che aveva firmato un contratto discografico, che avrebbe suonato all'Orpheum e poi sarebbe partito per un tour estivo con la sua band.
In quei giorni si sentiva quasi invincibile.
Fiero.
Inafferrabile.
Irraggiungibile.
Eppure...
C'era sempre una parte di sé che gridava per uscire.
Una parte leggermente incrinata, che aveva il sapore del budino al cioccolato andato a male nel suo frigo.
Un piccolo, minuscolo angolo del suo cervello che covava una profonda gelosia, nei confronti di quello stesso frontman, che era il suo migliore amico.
Luke era talentuoso, bello, ci sapeva fare con le ragazze e soprattutto, scriveva dei testi da paura.
Sin da quando erano ragazzini, i genitori di Bobby lo avevano paragonato all'amico, quasi stessero aspettando che Luke diventasse loro figlio, al posto suo.
Ma anche in altre situazioni, le persone lo incitavano a prendere il frontman, come modello da seguire, causandogli non pochi complessi riguardo la sua personalità.
"Cerca di stare più rilassato. Guarda come Luke riesce a fare conversazione con tutti!"
"Tesoro perché non impari a ripararti da solo la catena della bici? Hai visto Luke com'è bravo?"
"Dovresti metterci più energia sul palco. Guarda Luke, com'è carismatico!"
"Che canzone meravigliosa! Magari, riuscissi anche tu a scrivere così bene, eh Bobby?"
E questi erano solo alcuni dei commenti fastidiosi che intasavano, delle volte, la mente del chitarrista che oramai aveva appurato di essere quasi inutile alla sua stessa band.
Si mostrava sempre come un duro combinaguai, dalla faccia fiera e il mento che tendeva verso l'alto, ma dentro di sé...
Stava implodendo.
Essere perennemente invisibile, essere l'ombra del suo migliore amico lo aveva reso terribilmente irritabile, impulsivo.
Molte volte si metteva nei guai, solo per riuscire a stare per un po' al centro dell'attenzione, per essere visto da qualcuno anche se in negativo.
Aveva imparato a rubare dai negozi e a sgraffignare portafogli e orologi dai passanti, non ne andava fiero, ma quasi provava un senso di piacere allo stomaco quando i suoi amici lo guardavano con quel senso di rimprovero misto al divertimento, del suo racconto.
Lo gratificava essere quello che riusciva a fare cose che gli altri non avevano il coraggio di fare, soprattutto quello che Luke non aveva il coraggio di fare.
Se il frontman si era messo costantemente nei guai a scuola per il suo mancato rispetto delle regole e la sua abitudine ad infrangerle, Bobby aveva rischiato più volte l'espulsione per vandalismo e ovviamente, furto.
Spesso aveva rubato lo scheletro nell'aula di biologia, di cui uno – ormai di effettiva proprietà della sala prove - mai restituito che Reggie chiamava Svetlana.
La volta che aveva esagerato di più fu quando bucò le ruote del professor Trevor - che insegnava letteratura - perché questo gli aveva detto che la musica non lo avrebbe portato da nessuna parte.
Che gli serviva un piano più concreto dato che la maggior parte dei chitarristi, venivano dimenticati.
Poi c'erano stati i graffiti sui muri dei corridoi e le risse.
Infatti, a causa delle sue continue battute infelici, soprattutto nei confronti degli sportivi, era diventato il più impopolare tra i Sunset Curve, persino meno del bassista che veniva chiamato "stramboide" dagli studenti del corso di falegnameria.
Il chitarrista ormai ci aveva fatto l'abitudine.
Si era abituato ad essere quello meno amato, quello meno interessante, meno capace.
Quello da sottofondo, quello che serve solo ad armonizzare le canzoni.
E anche se la gente non glielo faceva capire a parole, lui lo intuiva, dai loro sguardi, che vagavano su di lui solamente un attimo per poi cadere alle sue spalle, cercando immediatamente i suoi amici.
Occhi che andavano oltre la sua figura, che gli passavano attraverso, ritenendolo non adatto alle attenzioni.
Ed era successo anche in quel momento, mentre camminava per i corridoi con i suoi genitori, diretto verso il campo da football.
Quando era alle medie questa indifferenza lo feriva, si era domandato spesso cosa avesse che non andava, ma oramai aveva capito che l'unico modo per non essere schiacciato dai pensieri era ignorarli.
Sopprimerli.
Schiacciarli.
Confonderli con paranoie personali.
Anche se qualche volta, quando nessuno era nei paraggi e poteva allentare la corda che teneva stretti i suoi sentimenti, Bobby si rilassava nei suoi pensieri meno belli.
Si crogiolava in quelle parole che gli dicevano, che l'unico modo per essere visto e notato era chiudere i rapporti con i suoi amici di una vita.
Allontanarsi.
Suonare da solo.
Creare una carriera da solista e far sciogliere i Sunset Curve.
Si beava all'idea di essere notato, compreso e ammirato esattamente come lo erano Reggie, Alex e soprattutto, Luke.
Un po' gli piaceva l'idea di poter essere in grado di chiudere un'importante parentesi, come quella della band.
Di poter condizionare così tanto, le vite dei tanto amati ragazzi che non gli permettevano di brillare abbastanza, di essere alla loro altezza.
Ma poi si pentiva di quei pensieri nel momento esatto in cui riacquisiva lucidità e capiva, che tutte le cattiverie che riusciva a partorire nella sua testa, dovevano rimanere lì.
Segrete.
Sigillate nella parte scheggiata della sua personalità, che proprio in quegli attimi - seduto tra tutti i diplomandi – era felice che i suoi amici non ci fossero.
Felice di star per ricevere, qualcosa che Luke non era riuscito a raggiungere.
«Noi andiamo a sederci e a provare a fermare la nonna dal regalare soldi a tutti.»
Gli aveva detto suo padre prima di sistemarsi gli occhiali e andarsi a sedere nei posti infondo, quelli riservati ai genitori.
C'era un forte chiacchiericcio generale, parenti che piangevano, persone che si abbracciavano, studenti che si scattavano foto con le macchine fotografiche usa e getta.
In sottofondo, l'inno nazionale veniva suonato dalla banda.
Tutte le sedie grigie davanti al grande palcoscenico – allestito con decorazioni e festoni, blu e oro – erano per gli studenti che, una volta chiamato il loro nome, dovevano alzarsi e andare a prendere la pergamena.
Il grande striscione bianco con la scritta nera Senior Class 1995, torreggiava sulla testa dei presenti.
Faceva caldo, molto caldo, il sole picchiava forte sulla fronte lucida del preside che puliva continuamente il sudore con un fazzolettino di stoffa.
Gli insegnanti erano tutti lì, sul palcoscenico, mentre si sventolavano con ventagli di carta e fogli di giornale.
I più sfortunati, con le mani.
La cerimonia si era svolta in questa maniera:
Discorso del preside.
Discorso della migliore della classe, Lizzie McLaine, che aveva fatto piangere alcuni e addormentare altri.
Bobby aveva fatto parte di quest'ultimi.
Discorso di addio del professore di fisica che andava in pensione.
Altre premiazioni varie e infine, la consegna dei diplomi.
Il bassista si era alzato tre volte dalla sua sedia, proprio per prendere sia la pergamena di Alex che di Reggie, oltre che la sua.
Il batterista non si era presentato alla cerimonia perché non sentiva i suoi da mesi e quindi riteneva inutile presentarsi, mentre i genitori di Reggie erano così impegnati a litigare, che si erano completamente dimenticati di avere un figlio che stava per diplomarsi.
E quindi anche il bassista aveva deciso di non andarci.
La consegna si era svolta tranquillamente, con alcuni studenti che avevano fatto divertire il pubblico, tra cui soprattutto Mark Popper che aveva dato un caloroso bacio sulla guancia al suo insegnante preferito, il professore di chimica, Alfred Queeny.
Un uomo tutto tremolante, con gli occhiali a bottiglia e il parrucchino sempre storto sulla testa.
Oppure quando Sarah Jefferson, aveva preso il suo diploma ballando il tip-tap.
O quando il quarterback era salito con tutta la squadra di football facendo un passaggio semplice, per poi lasciare la palla a Joe Marywader, che da quel momento avrebbe preso il suo posto.
Il pubblico era esploso.
Bobby aveva alzato gli occhi al cielo per la scena pietosa.
«Prima di concludere la consegna dei diplomi...» prese nuovamente la parola il preside al leggìo.
«...volevo annunciarvi che io e gli insegnanti abbiamo deciso di premiare uno studente, che per i suoi esami ha fatto uno sforzo, che alla fine ho ritenuto sufficiente, per poter conseguire il diploma.»
Il dirigente scolastico prese dalle mani della segretaria, l'ultima pergamena e poi annunciò:
«Consegno questo attestato nelle mani di Robert Wilson, affinché possa riferire a Lucas Patterson che il suo impegno, non è stato vano.»
Ma quale impegno? Ha copiato tutto dagli appunti di Alex!
Pensò Bobby con indignazione, mentre si dipingeva in volto un finto sorriso e saliva nuovamente per i gradini del palco.
Gli studenti applaudivano.
Il chitarrista poteva percepire l'esultanza della sua famiglia, soprattutto la felicità e la sorpresa di sua madre.
Il ragazzo invece voleva semplicemente gridare all'ingiustizia.
Alla fine Luke riusciva sempre ad avere quello che voleva, senza il minimo sforzo...
Non doveva mai sudarsi nulla e questo, gli toccava i nervi in un modo che non si riusciva a spiegare.
«Congratulazioni alla classe del 1995! Siete i nuovi diplomandi della Fairfax High School.»
E i cappelli volarono.
E poi ritornarono al suolo tra gli applausi e la gioia degli studenti che saltavano, si commuovevano e si abbracciavano ancora.
Ma Bobby invece era rimasto seduto, sulla sua sedia grigia, pensando che forse, probabilmente, c'era davvero qualcosa che non andava se in quel momento, gli stava più che bene che i suoi amici non fossero lì, con lui.

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⏰ Last updated: Mar 19, 2022 ⏰

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𝐁𝐚𝐜𝐤 𝐭𝐨 𝟏𝟗𝟗𝟓 || 𝐉𝐀𝐓𝐏' 𝐟𝐟Where stories live. Discover now