5. Boys Talk Girls

445 31 8
                                    

instagram: lunatiepida

I Sunset Curve, passarono il venerdì sera a recuperare le prove che avrebbero dovuto fare quel pomeriggio stesso. Suonarono e risuonarono la scaletta completa, finché a tarda notte, i vicini di casa di Bobby non li minacciarono di chiamare la polizia per il troppo rumore.
Luke aveva continuato a rimproverare tutti per ogni minima imperfezione: diceva ad Alex che fosse troppo lento, a Bobby che non lo seguiva bene e a Reggie, che fosse perennemente distratto.
Faceva così ogni volta che si rendeva conto che avrebbero potuto dare il massimo, che la loro esibizione avrebbe potuto avvicinarsi sempre di più, alla perfezione.
Quando ebbero finito le prove e i ragazzi si concessero una doccia nel bagno appena riparato dall'idraulico, il frontman fu quello che rimase di più sotto il getto d'acqua, per pensare lucidamente all'esibizione a cui aveva assistito, nel teatro della scuola.
La voce di Julie, gli era rimasta in testa come un tarlo che stava banchettando con il suo intelletto.
Così gentile, limpida e sicura, che in quegli attimi avrebbe potuto giurare di poterla toccare.
E poi quella canzone.
Sentimento puro.
Una scarica di adrenalina che entra nelle ossa.
Dava perfettamente l'idea dell'impossibilità, come se qualcuno avesse voluto riparare le ceneri di un testo, con il nastro adesivo.
Il modo in cui suonava.
Le parole.
La melodia.
Il momento che era riuscita a costruire.
Julie aveva rappresentato completamente ciò che lui voleva che anche i Sunset Curve, diventassero.
Luke si domandava come una ragazza così piccola, dai grandi occhi lucidi, che gli ricordava molto un cucciolo da dover accudire, riuscisse a sprigionare da dentro di sé, tutto quel vissuto.
Tutto quel dramma.
Quel dolore.
Quella mancanza...
Quasi lo spaventava.
Forse perché si era un po' rivisto nelle sue parole?
Forse.
O magari perché quell'intera situazione, gli era familiare.
Non sapeva come spiegarselo, ma quando aveva sentito per la prima volta quella ragazza cantare aveva avvertito nello stomaco, la sensazione che stesse per saltare nel vuoto.
Una voragine si era aperta nel suo addome e lui era stato ipnotizzato dall'attimo...
Ma in realtà era come se il suo corpo, stesse reagendo ad una cosa bella che gli era mancata.
Sì, mancanza era la parola giusta.
Era possibile che avesse già sentito la ragazza cantare, in qualche club di Los Angeles?
O almeno, qualcuno che le somigliava?
Domande che pensate a mente lucida, non gli sembravano avere senso.
Cercò di scavare più profondamente nella sua memoria, ma non c'era nulla che potesse anche solo minimante avvicinarsi ai brividi sulla pelle, che quella ragazza gli aveva fatto provare.
Forse sto impazzendo.
Si disse il ragazzo iniziando ad insaponarsi i capelli scuri.
Una cosa però era certa: se aveva chiesto a Julie di venire al concerto era perché avrebbe voluto rincontrarla per capire, per quale motivo avesse avvertito tutte quelle emozioni, che non riusciva a spiegarsi.
Ma questo non lo avrebbe mai detto ai suoi amici; già lo credevano pazzo per i sogni che stava facendo in quegli ultimi giorni, non voleva gettare altra benzina sul fuoco.
Dopo essersi cambiato e aver ricevuto il:
«Pensavo fossi annegato nella doccia.»
Di Bobby, Luke si lanciò sul suo divano per giocare a Pac-Man sul Gameboy.
Reggie era seduto sul suo sacco a pelo con il basso sulle gambe ed Alex era sulla poltrona, mentre sfogliava la rivista Rolling Stones: quando videro arrivare il loro amico, si guardarono per un attimo e poi il biondo ruppe il silenzio.
«Allooora, adesso ci vuoi spiegare perché hai invitato la nuova arrivata al concerto?»
«Ve l'ho già detto: ha un grande talento e potrebbe servirci qualche dritta da una musicista così brava.»
Rispose il diretto interessato continuando a guardare il piccolo schermo del gioco.
Alex e Reggie si guardarono un attimo confusi.
«Ma se a te non è mai importato un fico secco di quello che pensano gli altri!»
Esclamò Reggie ridacchiando tra sé e sé.
Luke distolse lo sguardo un attimo dal gioco per poi chiedere:
«E' così difficile pensare che io possa aver cambiato idea?»
«Sì.»
Ammisero entrambi all'unisono.
Luke spense il Gameboy e si alzò dal divano, per allontanarsi più dal suo imbarazzo che dai suoi amici.
Afferrò la chitarra acustica e iniziò a strimpellare qualche accordo a caso, seduto su uno sgabello di legno abbastanza instabile.
Probabilmente Bobby lo aveva rubato in un bar.
«Ti è così difficile ammetterlo?»
Domandò ancora Reggie con il volto di chi la sapeva lunga.
«Ammettere cosa?»
Fece il finto tonto il moro, con il plettro azzurro tra i denti, mentre cercava di accordare la sua sei corde.
«Quello che praticamente hanno notato tutti.»
Continuò il bassista.
«Ossia?»
Replicò ancora Luke sperando con tutte le sue forze, che i suoi amici non stessero per dire ciò che per certo stavano per dire.
Alex e Reggie si guardarono complici, ma fu il primo di questi a parlare:
«Che quella ragazza ti ha colpito idiota! E a giudicare dal tuo modo di comportarti, direi che ti ha dato un bel pugno in faccia.»
Ma prima che il frontman potesse replicare, Bobby uscì dal bagno sbattendo la porta e avvertendo, con la sua solita nonchalance:
«Wooah ragazzi! Vi consiglio di non entrare per un po'. È una camera a gas lì dentro.»
E visto che il silenzio era calato e che i tre lo stavano fissando, il ragazzo aggiunse:
«Okay, che succede?»
Appoggiandosi allo sgabello accanto a quello di Luke.
«Patterson non vuole ammettere che la nuova arrivata gli interessa.»
Bobby quasi stava per sputare il caffè del termos.
«Questo perché non è così!»
Si difese Luke.
«Anche io pensavo che si fosse preso una sbandata o una cavolata del genere, ma poi mi sono ricordato che ha invitato anche Olivia Browne.»
Spiegò Bobby pulendosi il mento con la mano.
Alex e Reggie fecero versi di disapprovazione.
«Olivia Browne? Ancora?»
Chiese Reggie alzando gli occhi al cielo.
«E' diventata un'ossessione!»
Esclamò Alex, per poi continuare:
«Ma poi di cosa parli con una come Olivia Browne? Di origami, cibo vegano e vestiti ecologici? Luke, la cosa più ecologica che tu abbia mai comprato è stato uno spazzolino usato da un barbone perché ti faceva pena!»
«Beh non devono mica parlare per forza.»
Lo difese Bobby facendo del sarcasmo e Luke gli diede il cinque.
Sia Alex che Reggie li guardarono con delle facce impassibili.
La storia tra Olivia e Luke era conosciuta praticamente a tutti: non erano una coppia, si frequentavano ogni tanto e poi non si consideravano per settimane.
Si baciavano di quando in quando, flirtavano più del dovuto, ma alla fine nessuno dei due si avvicinava DAVVERO all'altro.
Ma non perché ci fossero delle incomprensioni o altro, la vera ragione era che ad entrambi la loro "pseudo relazione" andava più che bene.
Insomma continuavano le loro vite senza quello che era il "peso" della coppia, senza mai doversi ritagliare un momento per l'altro.
C'era attrazione, senza dubbio, mancava sostanzialmente la cosa più importante: il desiderio che quella persona ci fosse sempre.
Il problema era che Luke si rifiutava di capirlo.
«Mi spiegate perché siete così interessati alla mia vita sentimentale? Lo sapete che per me la band viene prima di tutto.»
Disse il moro agli amici che lo stavano guardando male.
Di risposta ebbe degli sbuffi e dei mormorii di dissenso. Bobby gli diede una pacca sulla spalla prima spegnere la luce e lanciarsi sul materassino.
Luke, rimasto al buio, cercò di non inciampare su Reggie, si stese sul suo divano e disse:
«Buonanotte ragazzi.»
L'unica reazione arrivò da Alex:
«Oh chiudi quella fogna.»

𝐁𝐚𝐜𝐤 𝐭𝐨 𝟏𝟗𝟗𝟓 || 𝐉𝐀𝐓𝐏' 𝐟𝐟Where stories live. Discover now