Capitolo 22

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Parlaci, prima che sia troppo tardi. Non ti voglio vedere a terra, di nuovo.

La frase di Ronan non mi lascia da ieri sera.

Nell'oscurità, ha tormentato senza sosta i miei sogni.
L'insonnia era dietro l'angolo, quando un turbinio di pensieri macchiati di dubbi e timori, sono entrati nella mia mente agitandola più del dovuto.
E hanno fatto tanto rumore, anche se non avevano voce, il loro sussurro lieve, l'ho percepito nel silenzio della notte.

Ho provato a soffocarli, a cacciarli, ma non sono stata in grado di farlo, perché in un modo o nell'altro, sono riusciti a trovare casa nella mia mente, e non so quando la lasceranno.

Gli eccessivi pensieri di stanotte, non mi hanno fatto chiudere occhio, e infatti, rimanere concentrata a lavoro, risulta più dura del previsto, perché il pensiero va sempre a pararsi lì.

Inspiro a lungo, e continuo a riempire i due boccali di Guinness, per due clienti abituali, che stanno seguendo la partita di Champions League.

«Allora, signorina Erin, secondo lei chi vince?», mi chiede Eamonn, un signore sulla settantina, che con la sua irriverenza, mi strappa sempre una risata.
Riesce sempre a alleggerirmi e rallegrarmi la giornata.
È senza dubbio uno dei miei clienti preferiti.

«Bella domanda», gli rispondo porgendogli il boccale pieno di Guinness.«Chealsea», dico alla fine battendo le mani sul bancone.
Non me intendo molto di calcio, quello che so, lo devo a mio padre e a Ronan.

« Io spero di no, non mi sta molto simpatico l'allenatore».
«Però non puoi negare che è una squadra forte?».
«C'è di meglio», replica facendomi l'occhiolino.

Scrollo la testa e mi abbasso per recuperare uno strofinaccio, da sotto al bancone, poi mi alzo e sussulto per lo spavento, quando mi si para davanti Rosaleen.
«Stai bene, Erin?».

Lo sapevo che avrebbe capito che c'era qualcosa che non va in me, è una donna troppo perspicace.

Prendo un lungo respiro, distogliendo lo sguardo quando lei inizia a scrutarmi, in quel modo intenso che mi ricorda Declan.
«Diciamo che ultimamente ho la testa piena di pensieri che non mi danno pace», le svelo mesta.
«C'entra Declan?», mi domanda interessata.«Pensavo che aveste risolto voi due?».
«È tutto okay con lui».

Per ora, Erin, mi rammenta la mia coscienza.

Scuoto la testa per non lasciarmi sopraffare da queste parole.
«Non voglio insistere Erin, facciamo così, prenditi una pausa».
«Rosie, davvero sto bene, è solo un momento, ma mi riprendo», la tranquillizzo.

Lei mi mette una mano sulla spalla.«È da stamattina che ti vedo distratta. Se ti vedesse Eoin, non ne sarebbe tanto felice. Lo sai com'è fatto»
«Va bene», dico alla fine.

L'ultima cosa che voglio è una ramanzina da parte di quell'uomo.

« Ah dimenticavo, te e Ronan, siete invitati a casa mia. Io e Eoin, dobbiamo dare una notizia a tutti», aggiunge con occhi luminosi.
«Volentieri, a che ora ci presentiamo», ribatto slacciandomi il grembiule dalla vita.
«Per le otto, andrà bene» , poi si gira verso Brennan.

Ridacchio quando Rosie, mi inizia a spingere verso gli spogliatoi.
«Entra dentro e rilassati», dice indicando la porta.
«E se Brennan avesse bisogno di una mano?».
« Andrò io, se ti vedo fuori, mi arrabbio».
«Ricevuto capo», le sorrido, abbracciandola di slancio.«Cosa farei senza di te, Rosie. Sei davvero speciale per me».
«Anche tu, piccola mia», mi dice, accarezzandomi la guancia con fare materno.«Ora entra, e non costringermi a chiuderti dentro a chiave».
Scoppio a ridere.«Non preoccuparti farò la brava».

Destini IncrociatiWhere stories live. Discover now