Capitolo 5

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Uscendo dal locale noto subito una figura famigliare, appoggiata alla sua Harley, con i capelli scompigliati dalla leggera brezza del momento e gli occhi rivolti verso l'insegna del Pub.
Ha uno sguardo accigliato e impassibile, non riesco a capire a cosa stia pensando.

In questa posizione non posso fare a meno di notare i muscoli delle braccia leggermente tirati, lasciati intravedere dalla felpa bianca, che delinea perfettamente il suo corpo imponente.
Tutto in lui è estremamente affascinante, come quel dannato ghigno che gli spunta sempre in volto, non so se amarlo o odiarlo, ma che provoca emozioni troppo indecifrabili nel mio basso ventre.

Quello che ho capito di Declan per quel poco che lo conosco?
Che è un ragazzo sicuro di sé, ben consapevole del suo fascino, di quell'atteggiamento malizioso e vivace a tratti riservato.
Lui lo sa e ci gioca, gli piace provocare.
E credo, che nessuna è riuscita mai a resistergli.

Quando mi nota, sorride e avanza nella mia direzione, sicuro mentre si passa tra le dita la sua chioma bionda.
E trovo questo gesto, estremamente erotico e sensuale, chissà come sarebbe passarci le mani, devono essere così morbidi e...

Okay Erin abbiamo capito, ma ora riprenditi, rischi di sbavargli davanti!

«Buongiorno Erin».

Avanza fermandosi poi a qualche metro, osservandomi dalla testa ai piedi.

Mi rimetto la giacca addosso, ma mi fermo, quando vedo il suo sguardo soffermarsi più del dovuto sul mio seno, lasciato intravedere dallo scollo a V profondo.

Alza gli occhi di nuovo nei miei. «Sai non avrei mai pensato di rivedere, di nuovo, la chioma rossa che stava sciupando la mia piccola qualche giorno fa», afferma sghignazzando, poi si gira verso la sua moto. «Diglielo piccola mia quanto ti hanno dato fastidio i suoi sguardi insistenti».

Questo è completamente matto, sta davvero parlando con la moto?

Scuoto la testa stranita ma anche divertita dalla sua follia. « Che ci fai qui, Declan?».
«Diciamo che dopo aver passato a rassegna tutta la città per trovarti, sai ho anche chiesto in giro, appeso manifesti, ma niente di niente. E così stanco e provato, ho deciso di fermarmi nel miglior pub della zona. E guarda chi trovo. Erin. Quanto è piccolo il mondo, non trovi?».
«Piccolissimo, immagino che sia stata una giornata davvero sfiancante», gli domando incrociando le braccia al petto e il suo sguardo finisce di nuovo lì, e non fa niente per non farsi notare.

Avevo subito capito, che fosse un ragazzo sfacciato.

«Non sai quanto», dice teatrale portandosi, una mano sul petto.
«Non hai risposto alla mia domanda, che ci fai qui?».
«Perché ti interessa?», chiede guardandomi con quel suo sguardo penetrante.

Mi mordo leggermente il labbro senza rendermene conto e, noto come questo gesto abbia scaturito qualcosa in lui.
Qualcosa che lo spinge ad accorciare la distanza, tanto che i nostri petti si scontrano l'uno con l'altro.
«Ti rendo nervosa Erin?», sussurra rocamente.
Questa situazione mi sta destabilizzando, è tutto così intimo.

È possibile che un solo sguardo ti faccia perdere il filo del discorso?
Che ti faccia fremere ogni parte del tuo corpo?

Raccolgo tutta la forza di volontà che ho in corpo per posare le mie mani sul suo petto per spingerlo più lontano da me.
Finalmente riesco a tornare a respirare normalmente, non devo lasciarmi andare così con lui.
Non posso permettermelo.

Destini IncrociatiWhere stories live. Discover now