Capitolo 13

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Non avrei mai detto che un bacio potesse essere così intenso.

Che potessi rapirmi e catturarmi con la sua magia, e guidarmi in un'altra dimensione, dove l'unica cosa che sento, sono il rumore dei nostri respiri mescolati e quello dei nostri cuori, sempre più vicini.

In questo momento, mi sento come se mi fossi risvegliata da un lungo letargo, e sento ogni particella del mio essere, completamente drogata dalle labbra di Declan.

Una goccia silenziosa si posa sul mio naso, e in un primo momento non ci faccio caso, però, quando altre gocce iniziano a bagnarmi, con fatica e dispiacere, allontano Declan. «Mi dispiace interrompere, ma sta iniziando a piovere, dovremmo proprio andare», gli dico con lo sguardo rivolto al cielo.

Eravamo talmente rapiti l'uno dall'altro, che non ci siamo accorti del mutamento del tempo, e il sole, che brillava pochi minuti fa, ha lasciato spazio a delle nuvole grigie e minacciose.
Ormai sono loro a fare da padrone a questo fine serata.

«Va bene, ma non finisce qui», afferma strizzandomi, subito dopo una chiappa.

Spalanco la bocca al suo gesto.«Sfacciato», ribatto, tirandomi su il cappuccio della giacca.

Declan fa spallucce, ridacchiando.«Era più forte di me», replica con tono beffardo, poi, mi prende per mano e iniziamo a correre.

Ma, il suolo scivoloso mi fa quasi cadere, ma Declan mi afferra prontamente tra le sue braccia, e poi con delicatezza mi tira su in spalle.

Riusciamo ad arrivare vicino alla moto, fradici e zuppi, e con difficoltà, ripartiamo verso il villaggio di Doolin.

Ci dirigiamo al porto ma, un signore ci fa sapere che per colpa del tempaccio, hanno sospeso tutti i traghetti.

Di bene in meglio.

Ci ripariamo sotto a una tettoia, mentre pensiamo a come trovare una soluzione.

Declan si gratta il mento.«Forse conosco qualcuno che potrebbe ospitarci», dice mentre continua a fare avanti e indietro.

«Dimmi che non è troppo distante».

«No, tranquilla, siamo molto vicini», poi con un sorriso mesto aggiunge.« Spero solo che ci sia ancora quel posto, sarebbe davvero un peccato».
«Perché dici così?».

«Ogni estate, io e la mia famiglia andavamo lì in vacanza. Un anno e mezzo fa, prima di partire, mi recai da loro per un saluto, e il proprietario mi disse che rischiavano la chiusura», mi spiega, e poi, con la coda dell'occhio guarda la moto.« Sei pronta per correre di nuovo?».

Annuisco, non smettendo di strofinarmi le mani sulle braccia. «Andiamo, perché sto congelando».

E come prima, intreccia le sue mani tra le mie, e raggiungiamo di corsa la Harley, e ci mettiamo subito in moto.

Per accedere alla proprietà, in questione, bisogna percorrere un lungo viale sterrato. La casa risulta ben visibile anche dalla strada. Ci fermiamo e scendiamo dalla moto, e ci avviciniamo al portone verde, che a mio avviso, stona leggermente al color grano della casa.

Declan inizia a bussare, prima piano poi più forte, sto per dirgli di smettere, ma vengo preceduta da una voce maschile. «Chi è che vuole buttarmi giù la porta?».

Destini IncrociatiWhere stories live. Discover now