-mi sto facendo accompagnare a casa, sono molto stanca. Speravo di poter fare almeno un ballo con te ma vedo che sei molto occupato. Svegliami quando torni va bene?- domando preoccupata, una mia mano gli accarezza il petto da sopra la giacca. Lui per qualche attimo non parla, semplicemente mi studia coi suoi occhi di ghiaccio e capisco che sta soppesando le parole da dirmi. Sta per dire qualcosa che mi ferirà.

-Non mi sembra che tu abbia avuto problemi a trovare qualcuno con cui ballare questa sera. Ma comunque si, fatti accompagnare a casa perché qui sei solo d'intralcio- risponde semplicemente e senza darmi il tempo di ribattere torna a sedersi. Io rimango per qualche attimo in piedi a guardarlo, gli occhi che bruciano per l'umiliazione, la rabbia e la tristezza. Stringo i pugni. Fare una scenata qui non servirebbe a nulla se non a peggiorare le cose. John intercetta il mio sguardo ma mi sbrigo a girarmi per non fargli capire che sto per piangere. Vado velocemente a prendere il mio cappotto e in pochi attimi sono in macchina. Isaiah guida veloce e silenzioso fino all'appartamento di Polly come gli ho chiesto di fare, lo saluto sbrigativa ringraziandolo e scendo dall'auto. Busso un paio di volte prima che Polly venga ad aprirmi, mi lascia entrare in silenzio e quando si rende conto che sto piangendo mi mette una coperta sulle spalle e mi accompagna in cucina. In silenzio prepara un tea e me ne porge una tazza prima di sedersi di fronte a me.

-Allora, vuoi dirmi che ha fatto mio nipote?- domanda dopo che entrambe abbiamo preso qualche sorso, io respiro profondamente prima di cacciare fuori tutto

-io comprendo il suo lavoro, non ne ho mai fatto un problema e tu lo sai. Sono innamorata di lui e non mi importa del resto- inizio, lo sguardo fisso sulla tazza da cui osservo il fumo uscire silenzioso. Polly non dice nulla, all'inizio non le piacevo, credeva che stessi con Tommy per i regali che mi faceva. Ma col tempo, e soprattutto dopo che ho aiutato lui e la banda con qualche lavoretto, sono iniziata a piacerle. Tuttavia non sono mai voluta entrare a fondo negli affari e lei non ha mai detto nulla a riguardo.

-Tu sai che farei di tutto per Tommy, mi conosci- mormoro alzando gli occhi fino ad incontrare i suoi e lei annuisce senza parlare

-però io... ci ho provato ma... quando andiamo a queste serate... mi sento così... i loro sguardi su di me, le loro mani che a volte si allungano sul mio corpo da sotto il tavolo, un uomo una volta ha provato a...- la voce mi si spezza, Polly rimane impassibile ma vedo una scintilla di rabbia nei suoi occhi. Forse pensa che sia una debole. Lamentarmi in questo modo davanti a lei senza aver provato a fare qualcosa.

-Non ne ho parlato con Tommy perché ha già così tante cose a cui pensare e... non voglio dargli ulteriori problemi ma... anche Arthur e John hanno capito cosa succede mentre lui...- un singhiozzo mi costringe a zittirmi, mi asciugo le guance abbassando di nuovo gli occhi sulla tazza. Quando Polly comprende che non dirò altro la sento alzarsi e avvicinarsi a me, appoggia una mano sulla mia spalla

-Tommy sa essere la persona più attenta e meticolosa quando si tratta di affari, ma quando entrano in gioco i sentimenti si chiude dietro una corazza che non gli permette di notare le cose più evidenti. Non lo fa con cattiveria, ma ha paura di soffrire. Si è così tanto abituato a proteggersi prima di cadere che non capisce quanto ferisca le persone intorno a lui- spiega con calma, mi accarezza un braccio in maniera materna e mi sento rassicurata da fatto che non mi giudichi una ragazzina insicura.

-Per quanto riguarda l'uomo che ti ha toccata senza il tuo consenso voglio sapere il suo nome. Dirò a John e Arthur di prendere provvedimenti- ordina tranquilla, io allarmata mi giro a guardarla e mi alzo dalla sedia. Gli occhi sgranati e scuoto la testa

-no, io... no Polly non ce n'è bisogno. Davvero- mormoro sottovoce, ma lei mi ignora prendendo le tazze dal tavolo per metterle nel lavello

-domani parlerai con Tommy, gli dirai come ti senti e se ti farà soffrire ci penserò io a farlo rinsavire. Poi ci dirai i nomi di tutti gli uomini che ti hanno infastidita e noi ci occuperemo di tutto. Capito?- domanda girandosi di nuovo verso di me, non mi dà il permesso di rispondere che aggiunge:-ora ti accompagno nella vecchia stanza di Tommy, così potrai riposarti- e la conversazione termina.


ImmaginaWhere stories live. Discover now