23. A te che sei uno stronzo

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Non perdo tempo a rialzarmi dal telefono, asciugandomi gli occhi per cercare Luca.

Sono una stupida, perché so che ora assolutamente bisogno di me, o almeno spero.

E infatti, lo trovo sul suo letto sdraiato, a guardare il soffitto.

Mi sdraio al suo fianco, posando la testa sul putto e guardandolo dal basso.

"Ciao amore" gli accarezzo il braccio, lasciando un bacino sul suo mento. "Ei"

"Sei stato fantastico in puntata lu, io sinceramente rispetto la tua scelta e penso che al tuo posto molti, fra cui io, avrebbero fatto lo stesso. E si è visto, perché anche altri non hanno scritto barre. Tu sei un cantante spettacolare, ogni volta che canti io sento i brividi e mi tremano le gambe. Se mi hai guardata, alla fine dell'esibizione avevo gli occhi lucidi perché mi hai emozionata. Quando canti mi arrivi tanto, mi arrivano le tue parole, le tue emozioni, la tua voce" si slancia a baciarmi, accarezzandomi la guancia.

"Non so come ringraziarti davvero, senza di te sarei perso" mi bacia più e più volte per poi alzarsi.

"Mi faccio un tè, tu vuoi?" Annuisce mentre mi dice che aspetterà andando fuori.

Preparo il mio te e lo lascio sul tavolo, andando a portargli il suo fuori.

Lo sento parlare della sfida, e me ne resto un attimo in disparte.

"Sinceramente io non me la sento di scrivere delle barre su a te di Jovanotti" annuisco tra me e me trovandomi d'accordo. "Poi in quell'ora non mi è venuto nemmeno nessuno in mente su cui scrivere" sbatto un po' gli occhi sconcertata, essendoci rimasta malissimo.

"E Venere?" Chiede una voce, quella di albe, non li vedo e nemmeno loro mi vedono, nascosta dietro la porta.

"Tengo a lei si, ma non è così importante da scriverci delle barre e dedicarle a te" ride strafottente e io sento i miei piedi sprofondare.

La tazza mi scivola dalle mani, finisce per terra dove si rompe in mille pezzi mentre la bevanda bollente finisce sulle mie gambe, scoperte dai pantaloncini corti che ho usato per l'esibizione, ustionandomi.

I ragazzi che erano fuori, sentendomi urlare e sentendo l'urlo di dolore corrono subito verso di me.

Alla mia vista in lacrime Luca capisce e sgrana gli occhi, afferrandomi dal braccio mentre mi giro per andarmene.

"Non toccarmi Luca" sono fredda, ferita e delusa.

Lascia la presa, come scottato e io mi allontano correndo dolorante, seguita non da lui, ma da alex, serena, carola e Luigi.

Non appena chiudo la porta del bagno dietro di me scoppio a piangere non riuscendo a contenermi, rabbia e tristezza mescolate insieme.

"Cazzo V, dobbiamo mettere dell'acqua tiepida su quelle bruciature" dice il mio migliore amico in panico, mentre neanche lo ascolto.

"Ragazzi uscite, forza" serena e Carola spingono i due cantanti fuori, restando così solo noi donne.

"Tesoro, sei sconvolta lo so, ma guardami per favore" la bionda mi parla e io la guardo, alzando di poco lo sguardo, mentre carola sta già riempiendo la vasca con l'acqua "Ora leviamo i vestiti okay?" Annuisco mentre mi aiuta a spogliarmi.

Sento la ferita bruciare mentre mi immergo nell'acqua a temperatura ambiente.

Carola si affaccia dalla porta da dove i due fuori le passano dei pantaloni e felpa puliti, non miei, con sopra delle mutande prese da quelle di carola pulite sul letto.

"Grazie ragazze" le ringrazio piano, mentre serena sorridendo mi avvolge nell asciugamano, aiutandomi.

"E di che amore" mi accarezza i capelli carola, legandoli in una cipolla disordinata.

Mi vesto dopo aver fasciato le ferite, che già fanno molto meno male, mentre sento delle urla nella nostra camera. Le due mi sorridono imbarazzate mentre si può sentire Luca urlare di volermi vedere e parlare, mentre alex gli urla di uscire e Luigi lo porta fuori di peso.

Quando Albe, che ci ha raggiunto, ci da il via libera usciamo dal bagno, trovando Alex seduto sul mio letto che sbatte il piede in terra ripetutamente, visibilmente ansioso.

"Gambetta tremolante" mi metto davanti a lui sorridendo e lui alza gli occhi abbracciandomi.

Finisco su di lui e ridacchio. "Occhio che mi fai male" mi allonta di scatto scusandosi e io gli spettino i capelli.

"Mi hai spaventato V, sei la mia migliore amica, sono stufo di vederti stare male e ferirti perché fa lo stupido" borbotta, passandosi una mano in mezzo ai ricci.

Guardo in basso, imbarazzata, pensando a quanto devo aver fatto preoccupare lui e gli altri.

"Vi voglio bene ragazzi" gli sorrido, sedendomi al fianco di Alex che però si alza.

"Io ora ti faccio un panino e te lo porto okay?"
Chiede albe e sarei tentata di dire no, ma lui va via prima che possa rispondere.

"So che è difficile, ma fallo per noi per favore" mi dice Alex quando il panino arriva nelle mia mani.

A gran fatica lo finisco e lui mi lascia un bacio in fronte sussurrandomi un bravissima.

"Ti lasciamo riposare, copriti bene o rischi l'ipotermia per la scottatura" il castano mi rimbocca le coperte, baciandomi una guancia.

Anche gli altri mi passano a salutare, baciandomi e dandomi la buonanotte.

Ricambio mentre escono per andare a cenare.

Resto sola per qualche minuto solamente, poi entra Luca di soppiatto.

"Vattene o urlo, esci subito" mi alzo di scatto, indicando la porta con il dito.

"Lasciami spiegare di prego Afrodite" stringo i pugni a quel nomignolo sentendo la rabbia prevalere sul dolore.

"Ti do uno spunto per le barre di a te così magari la prossima volta ti verrà in mente qualcosa: tra noi è finita, non sono più la tua Afrodite" dico dura, non abbassando lo sguardo ma fissandolo dritto negli occhi. "Ah e dimenticavo" ridacchio, mentre lui è confuso e ferito, o almeno finge.

"A te che sei uno stronzo"

Afrodite | LDAWhere stories live. Discover now