Complicità

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POV SANGIOVANNI
*Due settimane dopo*
La luce del sole che entrava dalla finestra mi illumino il viso svegliandomi,avevo dormito veramente male avevo due ore di sonno,ieri sera tralasciando i miei pensieri negativi mi sentivo peggio delle altre sere respiravo malissimo e a un certo punto era come se non avessi più aria e non riuscivo nè a muovermi e nè tantomeno a parlare iniziai a vedere tutto sfocato e finalmente ripresi a respirare in modo se si può definire regolare,era difficile accettare quella situazione che si era creata mi faceva male non aver potuto curare le ferite di Giulia forse non sarebbe stato più come una volta e avremmo dovuto lasciar perdere ma ogni volta che ci pensavo le lacrime minacciavano di scendere,qualcuno bussò e io dissi
G:"Avanti" mi comparve lei in carne e ossa
G:"È presto che ci fai qui son appena le sei e mezza"
Giù:"Non riuscivo più a dormire e se mi hai aperto vuol dire che non ci riuscivi neanche tu" disse inclinando la testa
G:"Vai a dormire Giulia è presto"
Giù:"Dormo solo se dormi con me" negai con la testa
Giù:"Ti prego"
G:"Non se ne parla" dissi alzandomi e la misi a disagio evidentemente essendo che le sue guance si tinsero di rosso e capì che il motivo veniva dal fatto che fossi a petto nudo
G:"Dai vai a dormire"
Giù:"No non ci riesco"
G:"Facciamo che dormi qua ma non con me"
Giù:"Uff ma non cambia niente"
G:"Non dormirò con te perché non voglio mandare a puttane la promessa che ti ho fatto a te serve tempo per chiarirti le idee" e annui tornando nella sua stanza,buttai fuori tutta l'aria che avevo trattenuto in quel momento,scesi sotto nessuno era sveglio,non c'erano le risate calorose dei miei fratelli che mi accoglievano la mattina quando avevo quattro anni si sentiva solo il mio respiro pesante e il rumore dei miei passi ma insieme a quelli di qualcun altro
G:"Mamma così mi fai spaventare"
M:"Sai che non sei l'unico che soffre di insonnia"
G:"Si me ne son reso conto" dissi sbuffando
M:"Due settimane fa ho accidentalmente sentito una parte della discussione tua e di giulia" la fulminai con lo sguardo
M:"Non guardarmi così"
M:"Hai fatto bene però"
G:"A fare che,ad allontanarla ancora di più da me mi sento stupido io" mi passò una mano sulla guancia
M:"Una relazione non può funzionare se una delle due persone è incerta sui suoi sentimenti"
G:"Lo dici per le tue esperienze"
M:"No però so bene cosa significa amare qualcuno che sta con te ma non ti ama"
G:"Non ti senti delusa"
M:"Non sai quanto ma ho imparato ad accettarlo,ognuno merita di essere felice con là persone che ama,non si comanda il cuore sennò saremmo tutti bravi" disse accennandomi un sorriso che venne ricambiato
M:"Tu assomigli troppo a tua padre però sei diverso ed è strano"
G:"Non mi piace assomigliare a lui"
M:"Non ti piaci perché hai paura di diventare come lui?"
G:"Si"
M:"Tuo padre sarà uno stronzo di primo grado apatico" disse facendomi ridere
M:"Ma non era così,quello che ha cercato di imporre ha te è stato fatto a lui dai suoi genitori forse per quello non l ho mai giudicato lui non voleva deludere i suoi genitori"
M:"Tu sei uguale a lui solo che tu hai avuto il coraggio di ribellarti perché vuoi la libertà a tutti costi come tuo padre"
M:"Ma lui ha perso quella battaglia,lo odierò a vita ma da un lato mi dispiace per quello che ha passato"
G:"Sei troppo gentile"
M:"Non sono gentile sono sincera e dovresti imparare anche tu ad essere sincero non solo con te stesso ma anche con gli altri" e mi abbraccio quel contatto mi fece rabbrividire non riuscì subito a ricambiarlo ma poi mi strinsi in quel calore ma la mia tosse rovino quel momento facendomi allontanare bruscamente
M:"E dovresti ammettere che forse è il caso di farti anticipare quella bellissima visita che ti fai ogni settimana"
G:Forse hai ragione"
M:"É diverso ho ragione infatti già ho fatto di testa mia e vengo pure io" disse sorridendo
M:"Vatti a vestire dai"
G:"Va bene"

Eravamo appena tornarti da quella specie di tortura che mi fece salire i nervi a fior di pelle,tutti stavano uscendo ma io non ne avevo la minima voglia quindi rimasi solo con la mia frustrazione, mia madre aveva ragione e mi dava fastidio aver torto,sali velocemente le scale e chiusi la porta sbattendola, mi levai le scarpe e mi portai le ginocchia al mento mi morsi il labbro inferiore per evitare di scoppiare a piangere e lasciai un sospiro spezzato,avevo lo sguardo fisso a terra
G:"Non piangere,alzati da questo letto e butta le tue emozioni su un foglio di carta" sussurrai a me stesso,lo dissi come se questa frase potesse darmi un minimo di forza.
Ma durò poco in un attimo mi trovai davanti alla scrivania,buttai a terrà tutto ciò che avevo davanti,mi sentivo come quando avevo quattordici anni di nuovo quel dolore insopportabile.
Le mani mi tremavano, avevo il respiro irregolare ma nessuna lacrima osava scendere,spalancai con forza la porta del bagno che c'era in camera mia e mi posizionai davanti lo specchio,non sapevo precisamente cosa mi aveva portato a reagire ma ogni volta che ci pensavo un macigno mi colpiva in pieno petto iniziando a farmi scendere delle lacrime.

Amore impossibileWhere stories live. Discover now