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POV SANGIOVANNI
Non avevo resistito l'ho baciata l'avevo vista così pura gentile davanti a me e non ho avuto paura di mostrarmi fragile non come altri che avevano iniziato ad aver paura di me per questa difficoltà a controllare la mia rabbia.

Piano piano ci stacchiamo e lei mi dedica una risata ma non come le solite irritanti, questa era dolce e in imbarazzo allora io le dico accennando un sorriso "Perché ridi" ma lei ribadisce "Io perché rido dovrei chiederlo a te di solito la mia risata è contagiosa"
G: "Si lo so ma non sono una persona a cui piace tanto ridere"
Giù: "Perché" dice con aria confusa
G: "Boh ora non te lo voglio dire col tempo forse potrei dirtelo però adesso possiamo allontanarci dalla discoteca perché penso che se Deddy mi vede qui con te e scopre un po' la situazione mi uccide" Giulia scoppia a ridere e io la aiuto ad alzarsi, le chiedo "ti va di andare a casa mia c'è sicuramente meno confusione se ti va eh non sei obbligata"
Giù: "No anzi andiamo non ho avuto una bella esperienza prima sai com'è comunque quello che dovrebbe parlare non sono io ma te perché eri diciamo, non so come spiegartelo ma penso che hai capito" improvvisamente la vedo abbassare lo sguardo per la vergogna è coprirsi la faccia, in quel momento capisco cazzo Giovanni ma come hai fatto a litigare con questa piccola creatura innocente e non so rispondermi manco io
G: "Hey tranquilla ho capito con me però cerca di non imbarazzarti" e lei mi sorride coprendosi il viso e in modo naturale mi viene da chiederle "Perché quando ridi ti copri la faccia" non l'avessi mai fatto eravamo davanti casa mia e Giulia non voleva spiaccicare parola, la faccio entrare in casa mia vedendola un po' a disagio per colpa del vestito le do una felpa e la faccio accoccolare sul mio petto e con voce tremante dice "ma se i tuoi genitori ci vedon" "tranquilla sono a lavoro fuori comunque scusa per prima avrò detto qualcosa di sbagliato non era assolutamente mia intenzione"
Giù: "No no tranquillo tu non hai detto niente e che a volte spiegare determinati miei comportamenti è difficile perché devo riaprire delle ferite che cerco di chiudere da anni" di colpo capisco che questa piccolina aveva avuto un passato tormentato come il mio.
G: "Se vuoi parlare bene sennò non sei obbligata a farlo vedi possiamo pure stare solo in silenzi" ma vengo interrotto da lei che inizia a sussurrarmi delle cose all'orecchio come se avesse paura che qualcuno la sentisse
Giù: "È iniziato tutto in prima media ero una ragazzina spensierata che andava a scuola e cercava di fare amicizia trovai un gruppetto di persone che parlavano e decisi di unirmi loro fecero una battuta allora io risi ma una ragazza rispose alla mia risata con un commento "prima di ridere sistemati i denti" da lì stesi tutto il giorno zitta e se i professori mi interpellavano cercavo di far vedere i denti il meno possibile è appena tornata a casa chiesi ai miei genitori di mettermi l'apparecchio,nei mesi seguenti fu peggio, ormai i commenti non erano più solo sui denti ma sul mio viso quindi cercavo di coprirli in tutti i modi, la danza era l'unica cosa con cui stavo bene purtroppo diciamo che era diventata una tortura anche quella...." interrompe un attimo il suo discorso perche iniziano a scenderli delle lacrime su viso che asciugo e con voce roca continua "vedevo che tutte le altre ragazze stavano benissimo col body e io no e venivano fatti sempre altri commenti sul mio fisico quindi iniziai a contare tutte le calorie e cose varie e quando ad esempio nel piatto c'era una pennetta in più di pasta io non la mangiavo perché avevo paura di ingrassare poi ho incontrato chiara che mi ha fatto integrare meglio alle superiore e mi è stata sempre accanto e devo ammettere che grazie a lei ho trovato degli amici stupendi ma nonostante questo ormai non riesco più a credere ai complimenti o a sentirmi bella" e in quel momento mi resi conto come si poteva fare così tanto del male a una creatura così fragile che avevo paura pure io di aver rotto e mi resi conto quanto era simile a me
Giù: "Visto che ho parlato io adesso potresti raccontarmi tu un po' di te o almeno provarci" disse singhiozzando e come se in un istante tutta la mia sicurezza fosse ricomparsa inizio a parlare
G: "Ho una premessa per te non sono il migliore a fidarmi e scusa se ti risulterò un po' freddo ma son fatto così, tu penserai di sicuro ma cosa avrà da raccontarmi alla fine ha una famiglia stupenda, un sacco di amici quindi avrà diciamo una vita perfetta ma non è affatto così è iniziato tutto alle elementari ti sembrerà strano ma ero un bambino molto vivace e spensierato purtroppo le insegnanti avevano iniziato a prendermi di mira quindi cominciai  a essere più riservato e chiuso in me ma non solo per colpa della scuola ma anche per un altro motivo come ben sai io ho una sorella e un fratello molto più grandi di me quindi essendo tipo 15 anni più piccolo ho sempre avuto quel peso di non poter vivere la mia infanzia a pieno cioè di dover crescere prima del tempo quindi ero maturato prima del tempo cosa che tutti specificavano come qualità, i miei genitori dicevano che alle medie sarebbe andata meglio ma non fu per niente così, i commenti delle insegnanti c'erano sempre e in più si erano aggiunti quelli dei miei compagni di classe tornavo a casa completamente distrutto mi chiudevo in camera e piangevo senza sosta, ogni giorno saltavo alcuni pasti perché stavo ore chiuso in camera e nessuno si azzardava ad aprire la porta, ero stanco di stare in queste condizioni quindi avevo trovato un altro metodo per sfogare il dolore ed era era quello di trasformarlo in rabbia tornavo a casa andavo in camera, sentivo le vene che da un momento all'altro sarebbe potute uscire dal mio corpo e poi...tiravo pugni al muro per circa mezz'ora finché non avevo le mani piene di sangue e mi sentivo meglio, i miei genitori inizialmente non dissero niente su questa cosa poi vedevano che la rabbia si ripresentava in me non solo dopo la scuola ma per tutto il giorno, quindi  decisero di trasferirsi a Vicenza per migliorare la situazione, si li con la scuola avevo un bel rapporto purtroppo avevo sviluppato una corazza che non mi faceva fidare così facilmente della gente e di poter manipolare tutte le mie emozioni tranne la rabbia e l'indifferenza, i sorrisi ormai diminuivano, in secondo superiore siamo tornati a Milano e si avevo degli amici e con la scuola andava bene ma stavo sempre male, avevo iniziato a soffrire di insonnia ma da non poter riuscire a dormire per una settimana e l'unica cosa che mi faceva stare bene era il fumo e l'alcol nonostante non mi facessero bene, avevo smesso di prendere pure le medicine per l'asma perché le trovavo inutili e la rabbia si era moltiplicata finché non senti mia madre disperata non riusciva più ad aiutarmi non sapeva come fare e li che ho iniziato a fare musica tutte le mie emozioni le buttavo su un foglio di carta e li ho preso il nome di Sangiovanni perché tutti dicevano che non avevo la faccia da santo, ho conosciuto Madame che però era già mia amica e mi ha portato in una casa discografica che mi ha accolto da poco.
L'indifferenza e il dolore c'erano sempre ma di meno finché non mi sono fidanzato non avrei mai potuto immaginare cosa mi avrebbe causato, in molte persone mi avevano detto che quella ragazza era tossica ma io non ci avevo creduto essendo una persona dura di testa ma ho patito l'inferno la sua gelosia aveva iniziato a uccidermi, il senso di colpa mi mangiava e avevo ricominciato ad arrabbiarmi così mio padre mi propose di lasciarla e io lo feci ma mi ritrovai un suo messaggio in cui mi minacciava che prima o poi mi avrebbe rovinato la vita anche i miei genitori avevano avuto quella specie di minaccia quindi avevano deciso di partire per andare in Sardegna ma ormai ero andato stavo di nuovo come stavo alle superiori inizialmente e nessuno poteva tirarmi fuori e se oggi mi hai visto così è perché l'ho rivista in quella discoteca e mi sono sentito di nuovo sbagliato"
era rimasta in silenzio finché non la vidi spostarsi e li la presi e la feci sedere a cavalcioni su di me la coccolai un po' giocando con i suoi capelli e nel mentre mi disse buonanotte e si addormentò sul mio petto io le bacia la guancia la presi e la portai in camera poggiandola con delicatezza sul letto lei si mosse e mise la sua faccia nell'incavo del mio collo e così dopo due settimane riuscì ad addormentarmi.

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SPAZIO AUTRICE
Hey scusate per il ritardo ma avevo scritto il capitolo e mi si è cancellato quindi ho dovuto rifarlo devo dire che abbastanza lungo.
Penso ci saranno alcuni errori ma dopo ore che scrivo sono stanca quindi in caso la sistemerò sicuro più tardi.
Spero vi sia piaciuta e mettete tante stelline.
Ciao da me e Cupido💘

Amore impossibileWhere stories live. Discover now