Capitolo 22.

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HI!
Perdonate per l'attesa, sono state due luuunghe settimane.
Mi scuso in anticipo perché questo è un altro smutty chapter :)
Eh sì. Eh sì. Non me ne vogliate.
Il peggio deve ancora arrivare.



Bucky's pov

23 Ottobre 1964

Faccio scivolare un braccio sotto al cuscino e contro la fresca stoffa delle lenzuola.
Ispiro profondamente il profumo che impregna il cuscino e socchiudo le palpebre, solleticate dai capelli che mi cadono davanti alla faccia.

Le immagini macabre che finora hanno animato i miei sogni svaniscono.
Mi lasciano soltanto un pesante sentimento di angoscia addosso.

Sbadiglio e il torpore del sonno mi si scrolla di dosso quando stiro e allungo ogni muscolo del corpo.
Credo sia la prima volta da quando mi hanno portato qui che mi sento davvero riposato. È una sensazione che avevo dimenticato.
Faccio una piccola smorfia sentendo l'eccessiva morbidezza del materasso in cui affondo e mi esce un grugnito infastidito che si perde nelle piume d'oca racchiuse nella federa.

Mi passo una mano sul volto intorpidito, tirandomi i capelli indietro sulla testa.
Mi ribalto sulla schiena e l'intero telaio del letto barcolla con un cigolio sotto il mio peso.
Non cigolava ancora quando ci sono salito ieri sera.

E a proposito di ieri sera..

Abbandono la mano sullo stomaco e i miei occhi corrono a cercare una folta chioma scura giacere nel letto con me; giro la testa in entrambe le direzioni, il mio sguardo scandaglia l'intera stanza nei minimi dettagli in meno di un secondo. Ma non la trovo.

Qualche lieve rumore dal bagno mi rasserena sul fatto che lei sia ancora qui. E io depongo il mio riflesso da segugio, desistendo dall'idea di alzarmi e filare a cercarla.

Il mio capo ricade tra i cuscini e i ricordi della scorsa notte mi passano sulle palpebre chiuse uno dopo l'altro e non mi rendo conto di un sorriso sornione che prende posto sulla mia bocca.
La prima cosa a cui penso è l'adorabile faccino di Rose distorto e persuaso dal piacere. Da un piacere che io le ho dato.
Di conseguenza, i miei pensieri virano a immagini più sensuali che mi ricordano invece del piacere che lei ha dato a me.

Dire che ha superato le mie aspettative e ogni mia immaginazione è un colossale eufemismo.
Non saprei nemmeno spiegare com'è stato e fare filosofie su una scopata fantastica non è il mio forte.
So solo che la volevo. Terribilmente.
Ogni mia cellula dipendeva pietosamente da ogni suo più piccolo ansimo.

Mi passo la lingua tra le labbra per umettarle mentre contemplo le mie fantasie erotiche, finché non sento la serratura di una porta aprirsi.

Rose sta uscendo dal bagno avvolta in un asciugamano bianco che la copre dal petto a metà coscia. I suoi piedini scalzi passano accanto ai miei stivali rimasti abbandonati lì che al confronto sembrano le calzature di un gigante.
Si sta tamponando i capelli bagnati e mi riserva un sorriso che scioglierebbe una calotta polare.

«Buongiorno.»

La guardo come fosse un'apparizione celestiale. Ne resto imbambolato come un perfetto coglione.
E mi scordo di risponderle.
La sua espressione leggera cambia in un mezzo secondo e vorrei maledirmi da solo quando i suoi occhioni si appesantiscono di preoccupazione e si crucciano.

«Che è successo?»

Sorrido e scuoto la testa.

«Nulla. Pensavo ad una cosa.»

Winter RosesWhere stories live. Discover now