Capitolo 18

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Nicolay's pov

«Dobbiamo aiutare quei ragazzi, Tatiana.»

La donna sta riposando sul mio petto, è facile sentire come il suo respiro cambia quando prendo l'argomento.

Si alza e la osservo mentre si copre il corpo nudo con la vestaglia da notte e cammina verso le finestre. La sua elegante e formosa silhouette mi incanta, non posso staccarle gli occhi di dosso.

«Lo so.»

Porto un braccio dietro la testa.

«Intendo tutti loro, non soltanto Rose.»

«So anche questo.»

Lo sa. E non ne è affatto contenta. Sospira.

«Anche se volessi portarla via, non lascerebbe quel.. Soldato. Somiglia troppo a sua madre in questo.»

Mi stiracchio e mi siedo sul letto.

«Dunque le voci sono vere.. Mariya non è scappata.»

Tatiana si gira, un lampo nei suoi occhi mi fulmina.

«Se lei lo sapesse, forse..»

«No.»

La interrompo immediatamente.

«Non adesso. Non per questo motivo.»

«E allora cos'hai in mente? Permetterle di mettersi contro suo padre? Contro l'HYDRA? Improvvisamente vi siete scordati di ogni ideale?»

Sono in piedi. Non mi preoccupo delle vesti e cammino lentamente verso di lei.

«Ho servito Karpov con tutto me stesso da quando sono arrivato qui. Ho commesso atti terribili, crimini che vanno oltre l'umanità.
Ho visto come hanno torturato quel ragazzo fino a spezzarlo, e li ho aiutati a violare la sua volontà, ridurre la sua mente in cenere da rimodellare a nostro piacimento. L'idea era che se avesse incontrato il peggio del peggio qui dentro e avesse imparato a conviverci, non ci sarebbe stato nulla là fuori in grado di fermarlo. Ed è stato così. E io sono rimasto, perché credevo nei nostri ideali.
Poi è arrivata Rose. La bambina che scorrazzava ovunque e non potevi fermarla, perché trovava sempre il modo di infilarsi in qualche reparto di massima sicurezza.»

Vedo Tatiana accennare un sorriso.

«Quella bambina che chiedeva a suo padre di giocare al cavalluccio e si ritrovava sempre una porta chiusa in faccia. Restava lì fuori dalla porta con me, che avevo un kalashnikov in mano e un paio di granate appese alla cintura. E sai che facevo io? Giocavo a quel cazzo di cavalluccio con lei.
Ora quella bambina sta mettendo a rischio il progetto per il quale abbiamo sputato sangue, non lo negherò. E se l'avessero rimproverata, sarei stato ben più che d'accordo. Ma qui hanno provato ad ammazzarla e Karpov ha tappato la bocca a Schwartz quando ha iniziato a cantare. E su questo, Tatiana.. Io non sono d'accordo.»

La donna stringe le labbra e mi posa le mani sulle spalle.

«Nemmeno io. Che cosa faremo? Conosco la sua testardaggine, non vorrà essere aiutata per non tirarvi in ballo.»

Sospiro e la attiro in un abbraccio.

«La tua ragazza è sveglia. A quanto ho capito non intende fermarsi, quindi.. Direi intanto di farle sapere che non è da sola. Io andrò da Barnes, potrei avere una pista.»

Tatiana arriccia il naso con disappunto.

«Non puoi seguirla tu?»

Sorrido.

«Credimi.. La piccola Rose si è scelta uno degli alleati più pericolosi. Il Soldato ci serve.»

Venerdì, 21 Ottobre 1964

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