1. Sono ad amici

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Tremo, ho il cuore in gola, le ginocchia che ballano, mi torturo le dita con le mani, il respiro troppo veloce, manca l'aria, sento il sangue al cervello.

"Facciamo entrare Venere Parisi, candidata al banco di ballo" prendo un respiro profondo e mentre resto ferma tremolante, Simone, il professionista, mi spinge delicatamente sul palco.

Il pubblico applaude quando mi vede entrare e io cerco di sorridere leggermente, anche se mi riesce piuttosto difficile. Maria mi accoglie con un sorriso mentre mi guardo intorno, lo studio è sempre così grande, dalla televisione non rende.

"Allora parliamo un po' di te" -inizia a parlare maria, vedendomi piuttosto agitata- "di te scrivi, vediamo: ho sedici anni e vengo da Firenze, sono una ragazza piuttosto complicata, mi piace stare sulle mie ma spero di stringere amicizia con tutti qui dentro. Ho avuto un passato piuttosto difficile, ma nella mia vita c'è sempre stata una costante, la danza in tutte le sue forme. È la famiglia che non ho mai avuto, da quando ho perso mio padre e mia madre si è ammalata ho iniziato a lavorare nella palestra dove mi allenavo. La mattina mi allenavo, poi insegnavo, e poi tornavo ad allenarmi, dormivo in una sala perché non avevo una casa, le lezioni che facevo le usavo perché mi lasciassero allenarmi e vivere lì dentro. Farei di tutto per la danza". Quando Maria si ferma mi guarda, tutti sono commossi, una lacrima mi è scivolata sulla guancia ma la raccolgo, voglio ballare.

Contano più i passi che le parole, per me, voglio essere conosciuta per la mia danza non per il mio passato. "Sei pronta?" Annuisco a Maria, seduta sul suo divanetto "balla un coreografia classica-moderna sulle note di Mi manchi, del nostro aka7seven" per smorzare la tensione si gira verso l'ex concorrente, ora seduto tra la pettinelli e la Celentano, che ridacchia. "Sono sicuro che sarà all'altezza, Maria." L'ansia mi assale ma cerco di tranquillizzarmi, faccio una breve corsetta verso il fondo della sala e mi siedo sull'ultimo gradino. Mi sciolgo i capelli e mi rannicchio, stringendo le mie gambe con le braccia e posando il volto sulle ginocchia, lasciando che i capelli mi coprano dolcemente come una calda coperta.

Cosa c'è che mi manca di te
Cosa c'è che mi manca di te
Mi manca il respiro la notte
Mi manca il sapore di un bacio
Mi mancano le tue carezze spontanee di quando passavi per caso
Mi mancano gli occhi di te che guardandomi su c'era scritto "ti amo"

Prendo la rincorsa e con leggiadria eseguo un grand' jete, sentendo le gambe che quasi mi toccano (foto su).

Oh, oh, oh, oh, oh
Cosa c'è che mi manca di te?
Oh, oh, oh, oh, oh
Cosa c'è che mi manca di te?

Eseguo una serie di piroette e mi accascio a terra, pronta a esplodere nel ritornello.

Mi manca guardarti
Mentre dormi, mentre parli, mentre sogni
E ti nascondi in debolezze che non hai
Mi manca svegliarmi al mattino, vedendoti in giro
E sapendo che da me verrai
Mi manca mancarti sapendo che in fondo un po' mi mancherai
Chissà se ti mancherò

Mi sono scatenata, eseguendo vari esercizi di schiena, imparati quando facendo ginnastica ritmica, mi preparo alla parte più difficile.

Perché mancarsi è universale
Chissà se ti rivedrò
Perché mancarsi fa più male
Di non averti più
Di non amarti più
Oh, oh, oh, oh, oh
Cosa c'è che mi manca di te?
Oh, oh, oh, oh, oh
Cosa c'è che mi manca di te?

Ho eseguito vari elementi classici che sono puramente tecnica, non ci credo che sono riuscita a non sbagliare niente, manca poco.

Mi manca guardarti
Mentre dormi, mentre parli, mentre sogni
E ti nascondi in debolezze che non hai
Mi manca svegliarmi al mattino, vedendoti in giro
E sapendo che da me verrai
Mi manca mancarti sapendo che in fondo un po' mi mancherai

Afrodite | LDAWhere stories live. Discover now