-si, io... me la cavo- mormoro poi e grazie al cielo siamo arrivati alla roulotte. Aron va per primo dato che deve aprire, io mi faccio indietro per lasciare lo spazio a Manuel ma lui mi fa cenno con la mano di andare e mi sorride gentilmente

-prima le signore- dice infatti e io accenno un sorriso sentendo le guance andare ancora più a fuoco. Appena sono dentro la roulotte mi dirigo verso i fornelli e mi metto subito all'opera mentre i ragazzi si siedono a chiacchierare del più e del meno.

A un certo punto sento un telefono che squilla, mi giro in tempo per vedere Aron rispondere. Dice qualcosa a bassa voce per poi sospirare e attaccare.

-Devo andare un secondo a girare una scena, torno in tempo per quando sarà pronto. Prometto- spiega velocemente avvicinandosi a me, mi lascia un bacio sulla fronte e io gli prendo i polsi tra le mani pregandolo con gli occhi di non lasciarmi sola con il suo collega ma lui mi sorride e si allunga fino al mio orecchio

-ho visto come arrossisci, è un bravo ragazzo, lasciati andare- sussurra per poi uscire veloce e silenzioso. Mi riprometto mentalmente di picchiarlo non appena saremo soli di nuovo. Mi schiarisco la voce e torno a concentrarmi sulla pasta, dei passi mi fanno irrigidire e in pochi attimi Manu se ne sta appoggiato al frigo guardandomi attentamente mentre prende un sorso di birra

-come hai imparato a cucinare?- domanda di punto in bianco, io gli lancio un'occhiata veloce scrollando le spalle

-ho seguito qualche corso, mi piace sperimentare cose nuove- rispondo e quando mi rendo conto di come la frase possa essere fraintesa quasi non mi affogo con la mia saliva -in cucina, mi piace sperimentare cose nuove in cucina- mi affretto quindi a spiegare e lui ridacchia. Posso sentire i suoi occhi scorrere lungo tutta la mia figura così trattengo il fiato.

Scolo la pasta per poi mescolarla con il pesto, quando sono sicura che sia pronto mi sposto verso il mobile coi piatti ma prima che possa allungarmi per prenderli sento il corpo di Manuel dietro di me. Il suo braccio allungato accanto al mio mentre li prende per me. Mi giro prendendo i piatti dalle sue mani e un'ondata del suo profumo mi invade le narici stordendomi.

-Gra... grazie- mormoro, cielo non mi sono mai sentita così stupida come in questo momento! Scivolo via dalle sue braccia e mi affretto a dargli le spalle per nascondere il rossore ancora più forte.

-Metto la tavola- Manuel interrompe il silenzio, io mi limito ad annuire con la testa mentre metto la pasta nei piatti. In pochi minuti siamo seduti entrambi a tavola che aspettiamo Aron.

-Come vi siete conosciuti tu e Aron?- domanda Manuel guardandomi, seduto dall'altro lato del tavolo. Io mi appoggio allo schienale della sedia prendendo un sorso della mia birra per rilassare il nervosismo

-siamo amici sin da bambini, andavamo a scuola insieme. Io andavo a tutte le sue recite e lui veniva a sentirmi cantare ogni weekend. Per me è come il fratello maggiore che non ho mai avuto- spiego, Manuel sorride ascoltandomi con attenzione

-quindi canti!- esclama poi, quasi meravigliato. Io annuisco ma quando sto per rispondere il mio telefono squilla. Rispondo velocemente

-Aron? Tutto bene? I piatti sono a tavola, ti aspettiamo- domando preoccupata, sento il mio migliore amico sospirare esausto

-farò più tardi del previsto, iniziate a mangiare. Credo di non riuscire neanche a riaccompagnarti a casa più tardi. Magari chiedi a Manu se può farlo, lui dovrebbe aver finito le sue scene per oggi- spiega velocemente e sento la stanchezza nel suo tono. Boccheggio alzando lo sguardo su Manu che ricambia confuso.

-Tranquillo, posso chiamare un taxi. Ti lascio la pasta nel frigo allora così potrai mangiare quando avrai finito?- domando leggermente delusa di non riuscire a vederlo come ci eravamo detti. Aron risponde a qualcuno che non riesco a sentire

-si grazie, chiedi a Manu di riaccompagnarti, non mi fido a lasciarti andare da sola così tardi. Ti voglio bene, ci sentiamo domani! Ora vado- prima che possa rispondergli ha attaccato, sbuffo posando di nuovo il telefono e guardo il ragazzo di fronte a me

-a quanto pare farà tardi, ha detto di mangiare noi- spiego mentre prendo il piatto in più, lo copro e lo metto in frigo prima di tornare a sedermi.

Per tutta la cena io e Manuel chiacchieriamo, o almeno, lui chiacchiera e io provo a dire qualcosa giusto per non fargli credere che sia una stupida. La verità è che non riesco a smettere di guardare i suoi occhi, ma lui non deve saperlo per forza.

Quando finiamo rimettiamo a posto e laviamo i piatti prima di uscire dalla roulotte. Infilo il mio cappotto rabbrividendo mentre pesco il telefono dalle tasche per chiamare un taxi.

-Doveva accompagnarti Aron a casa?- domanda Manu mentre camminiamo verso l'uscita, io annuisco pronta a far partire la chiamata ma lui mi ferma prima. Lo guardo confusa -ti accompagno io a casa, non ci si può fidare degli sconosciuti di questi tempi, soprattutto se sei una ragazza così carina- mi parla con gentilezza e sorride e io vorrei sprofondare sotto terra.

-Non c'è bisogno, io... non vorrei darti fastidio- mormoro insicura ma lui scuote la testa

-nessun fastidio, devo solo passare alla mia roulotte per prendere delle cose- risponde tranquillo, così mi ritrovo a seguirlo in silenzio. Prende il suo borsone e le chiavi dell'auto per poi andare nella sua macchina.

Gli indico la strada man mano e quando parcheggia fuori il mio palazzo mi sfilo la cintura di sicurezza. Appena mi giro per scendere noto che lui mi ha aperto la portiera, gli sorrido ringraziandolo. Nessuno lo aveva mai fatto prima.

-Grazie per avermi riaccompagnata e per la compagnia- mormoro appoggiandomi contro la macchina, lui mette le braccia sul tettuccio dell'auto ai miei lati come per bloccarmi e siamo così vicini che sento di nuovo il suo profumo incastrarsi nelle narici.

-L'ho fatto con piacere- sussurra tranquillo, vedo i suoi occhi scorrere fino alle mie labbra e trattengo il fiato. Le ginocchia mi tremano.

-Spero di rivederti presto (Y/N)- sussurra, sempre più vicino. Basterebbe uno spostamento minimo e le nostre labbra si toccherebbero. Io ho il cervello completamente annebbiato

-anche io- sussurro senza rendermene conto e Manu sorride. In un attimo si allontana da me e io riprendo a respirare.

-Allora a presto, buona notte!- mi saluta prendendomi una mano e baciandone il dorso, io arrossisco per l'ennesima volta ma riesco a balbettare un "a presto, notte" prima di scappare dentro. Mi appoggio con la schiena alla porta e prendo il telefono, le mani mi tremano mentre digito un messaggio ad Aron

"sei uno stronzo, ma ti voglio bene"

ImmaginaWhere stories live. Discover now