Capitolo 9 - The Yellow Wallpaper

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"Quindi l'ha mandata in un manicomio?", chiesi.

Lauren ridacchiò alla mia scelta di parole e si appoggiò allo schienale della sedia della scrivania.

"Si, questo è ciò che presume la maggior parte delle persone", rispose.

"Perché dovrebbe farlo?" Chiesi.

"Beh, ricorda che la storia si svolge in un'epoca in cui non c'era consapevolezza della malattia mentale. Se avevi la depressione, come descrive all'inizio, o il DOC o il disturbo bipolare o qualsiasi tipo di malattia mentale, eri semplicemente considerato pazzo", spiegò.

Sospirai e mi sedetti alla scrivania del suo ufficio privato a gambe incrociate davanti all'insegnante seduta sulla sedia della sua scrivania.

"Va bene, ma lei era davvero pazza", risposi, rendendomi conto che potrebbe sembrare scortese essere seduta sulla sua scrivania, ma lei non disse niente quindi non mi mossi.

"Come fai a dirlo?"

Disincrociai le gambe per lo shock mentre lei si alzava dalla sedia.

"Stai scherzando?" Chiesi "Lei pensa che ci siano donne intrappolate all'interno della carta da parati!" Risposi come se fosse ovvio.

Sorrise e si fermò accanto a me mentre sfogliava alcuni fogli sulla sua scrivania.

Spiegò poi che la maggior parte delle persone pensa che il narratore soffra di una grave schizofrenia, da qui le allucinazioni. Si concluse così la sessione di tutoraggio e mi informò che una volta consegnato il compito su "The Yellow Wallpaper" non ci sarebbero più stati compiti della sua classe per il resto della settimana.

Sorrisi e la ringraziai mentre si sedette accanto a me sulla scrivania. Era uno spazio piccolo, quindi non appena si sedette, le nostre spalle si toccarono e la mia pelle improvvisamente fu ricoperta di pelle d'oca. Odiavo il fatto che succedesse ogni volta che entrassimo in contatto e che non riuscissi a controllarlo.

"Beh, grazie ancora per aver trovato il tempo di spiegarmelo."

I suoi occhi verdi incontrarono i miei marroni e non potei fare a meno di guardare le sue labbra perfettamente modellate. Avevo sviluppato quell'abitudine fin dalla prima sessione di tutoraggio al bar.

"So che abbiamo avuto solo alcune di queste sessioni di tutoraggio, ma" iniziò sottovoce, "Ma mi piace molto parlare con lei, signorina Cabello. Quindi non è davvero un problema".

Deglutii e annuii cercando di alzare lo sguardo dalle sue labbra, ma non ci riuscii.

"Anche a me piace molto parlare con lei, signora Jauregui".

Le sue labbra formarono un sorriso. "Chiamami Lauren, d'accordo?"

Sorrisi leggermente per il riferimento al giorno in cui ci siamo incontrate, ma non ebbi altro tempo di ricordare che sentii la sua mano sulla mia guancia. Essere sotto il suo tocco richiedeva la mia attenzione. La guardai negli occhi, quei dannati occhi sarebbero stati la mia morte.

Sentii il suo pollice viaggiare lentamente sul mio labbro inferiore facendomi aprire leggermente le labbra. Potrei giurare che si stesse avvicinando.

"Se non vuoi che lo faccia, dimmi solo di smettere" ,sussurrò contro le mie labbra.

Potei sentire il suo respiro caldo sulle mie labbra, l'ultima cosa che volevo che facesse era fermarsi. Il pollice che era sul mio labbro ora mi accarezzava dolcemente la guancia mentre i miei occhi si chiudevano lentamente. L'attesa mi stava uccidendo quando sentii un paio di labbra morbide premere dolcemente contro le mie. La mia testa iniziò subito a girare per il semplice gesto. Non era lussurioso o desideroso, erano solo le sue labbra sulle mie, ed era perfetto. Fino a quando non si allontanò troppo presto.

The Iceberg Method [Camren] ~ Traduzione ItalianaWhere stories live. Discover now